Posts written by The Lawyer

view post Posted: 30/6/2011, 22:01 Uncanny X-Men # 540 - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-TRAILER
UNCANNY X-MEN # 540
In Uscita il 06.07.2011



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Story by Kieron Gillen
Art by Greg Land, Jay Leisten
Cover by Greg Land, Justin Ponsor

Colors by Justin Ponsor

Publisher Marvel Comics
Cover Price: $3.99
Release Date Wed, July 6th, 2011

CITAZIONE
The X-Men are used to being feared. When FEAR ITSELF finally reaches the west coast, they're going to become well acquainted with the emotion first hand. The unstoppable power of an old foe renewed is heading their way, and they have all the time in the world to realize how little they can do to stop him. And even more time to think about exactly how he's going to destroy San Francisco and everything it stands for. Parts 1 and 2 (of 4)

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view post Posted: 30/6/2011, 17:39 The Age Of Carey - III (The Aftermath Before the Schism) - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-INTERVIEW
THE AGE OF CAREY - III
(The Aftermath Before The Schism)

Intervista a Mike Carey



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Quando si tratta di avere a che fare con realtà alternative, gli X-Men della Marvel Comics sono dei veri professionisti.
Dai tempi di “Giorni di un Futuro Passato” fino alla “Era di Apocalisse”, ed ora a “Age of X”, il gruppo si è guadagnato una laurea in “pazzomondologia”, ed ora che inizia a posarsi la polvere su quest’ultimo evento nell’Universo Marvel, ci sono molte conseguenze da affrontare, per i nostri allegri mutanti.
Tante questioni, da amore a redenzione fino a personalità rinnegate (nel caso di Legion) che vanno affrontate mentre gli X-Men ritornano alla realtà “regolare”.

Il gruppo di “X-Men: Legacy” ha tanto su cui lavorare, il che significa, ovviamente, che lo scrittore Mike Carey sarà parecchio impegnato prossimamente.
Fortunatamente, lo scrittore ha un piano ed oggi forse lo scopriremo.

D: “Age of X” mi è piaciuta talmente tanto che non volevo finisse! Legacy era ovviamente molto simile a Rogue, ma c'erano anche tante differenze. Rogue non ha subito la rimozione telepatica dei ricordi delle sue esperienze in “Age of X”, significa che è ancora influenzata dai ricordi e dai sentimenti di Legacy? È genuinamente attratta da Magneto o le deriva dai sentimenti di Legacy per il suo comandante?
MC:
Probabilmente se lo chiede lei stessa. Sono certo che quei ricordi contribuiscano, e credo sia per questo che Magneto improvvisamente ha fatto marcia indietro e l’ha avvisata. Un po’ come accadde sul numero 134 quando lo baciò dopo aver assorbito un po’ del potere psichico delle Naiadi. Lui si rifiutò di trarre vantaggio dalla situazione, preferendo che lei vada da lui di sua spontanea volontà, e così fa qui, fa del suo meglio per ricordarle in cosa si stia cacciando. Ma anche considerando tutto questo, Rogue è comunque se stessa, e ha preso la decisione che sentiva giusta per se. Credo che sia importante dare risalto a questo punto. Subirà pure l’influenza di echi psichici, ma i sentimenti sono suoi, e la vita è la sua. Perciò, per rispondere alla tua seconda domanda direi, enfaticamente, sì – nonostante tutto ciò che stia accadendo nella sua mente, l’attrazione per lui è genuina.

D: I ricordi di Tempo del “mondo reale”, sono racchiusi anche nella mente di Rogue? O esistono solo come ricordi riscritti di “Age of X”?
MC:
La mia sensazione? Sono ancora lì. Ho scritto quel pezzo come una vera scena di morte, e dunque anche i ricordi sono veri. Ma quella di Tempo è l’unica vera morte alla quale Legacy abbia officiato; le altre che ricorda appartengono al passato creato retrospettivamente da Moira.

D: Oltre a Frenzy, ci sono altri personaggi che trarranno dei benefici dagli eventi di “Age of X”?
MC:
Nel caso di Frenzy si tratta di un beneficio piuttosto dubbio. Si ritrova privata di una relazione che per lei era reale, e questo la ferisce e la fa infuriare. Nel numero 250, quando il Professor X le dice “Giacobbe ha lavorato 14 anni per una moglie”, è sempre da vedere in quel contesto. Il suo tentativo di diventare una degli X-Men è il tentativo di provare a diventare di nuovo ciò che è stata in “Age of X”, e tanto di ciò che lei era in quella realtà dipendeva dalla sua relazione con Ciclope/Basilisk. Perciò cercherò di rigirare un po’ la domanda, o almeno di riformularla: altre persone porteranno addosso gli effetti di “Age of X” (Satiro, Chamber e Legion ne sono ovvi esempi – a parte poi Frenzy e Rogue). Sarete voi a giudicare se in ogni singolo caso si tratti di un beneficio o pure no.

D: Blindfold è parsa infuriata con Legion per aver distorto la realtà per due volte. La vedremo cercare vendetta?
MC:
Ti è parso che la prendesse molto a livello personale, vero? Credo che abbia vissuto la cosa diversamente da tutti, visto che è stata l’unica a non essere in alcun modo toccata dagli eventi ed avendoli vissuti da spettatrice. Se agirà sulla base di ciò che prova? Non ne sarei affatto sorpreso.

D: Hai accennato ad una storia sul background di Blindfold. Hai intenzione di rivelare chi sia il suo misterioso fratello o cos’è accaduto alla sua famiglia?
MC:
Ha sempre fatto parte dei miei progetti, e lo è ancora. Abbiamo in mente una storia che collegherà il passato di Blindfold e la storia della sua famiglia al passato di un altro X-Men.

D: Rogue ora ha nella sua testa un’intera vita di ricordi, avendo scelto di onorare la promessa di Legacy. Alla fine questi ricordi saranno un aiuto (o un ostacolo) per lei?
MC:
Entrambe le cose, credo. Ho sempre pensato che entrare nella testa delle persone come fa lei, accresca l’empatia di Rogue verso gli altri e anche, probabilmente, la sua capacità di intuire come reagirà una persona in una determinata situazione. Ma allo stesso tempo è un peso gravoso. Nel primo capitolo di “Age of X” parla di come la cosa la colpisca, a livello emotivo, doversi prendere il peso della vita di un’altra persona – col tempo l’effetto diminuisce, ma non scompare mai.

D: Sin dalla fine di “Age of X”, il comportamento di Rogue è stato un po’ ambiguo e disonesto, e anche egoista (già almeno nel modo in cui ha trattato Gambit). Anche se adoro Rogue, trovo difficile simpatizzare con lei o comprendere il suo punto di vista, al momento. Puoi spiegarci un po’ cosa sta provando?
MC:
Ci sono già passato, online, su quest’argomento, principalmente sia sulla mia pagina di Facebook che anche un po’ sul forum di CBR. Sono un po’ riluttante a riaprire il discorso qui, perché è talmente ampio e ha già scatenato una massa enorme di commenti in merito. Ma la risposta concisa è questa: l’esitazione di Rogue a tornare da Gambit ha confuso entrambi. Lei ha dato varie spiegazioni alla cosa, nessuna davvero esauriente. Ma in un certo senso, per ciò che riguarda l’attrazione romantica/sessuale, a volte non si riesce a spiegare quale sia il problema in un determinato momento – o perché a volte agisci seguendo i tuoi sentimenti e a volte no. Lei ha un controllo molto più consapevole, ora, dei suoi poteri, e questo le dà una libertà che non ha mai avuto prima. Ma sia lei che Gambit, negli ultimi tempi, sono stati spesso fuori di sé, si sono anche voltati le spalle o scontrati. Nei postumi della sua trasformazione a causa delle macchine di Apocalisse, Gambit ha persino provato ad uccidere Rogue e non ci è riuscito solo perché i suoi poteri sono stati temporaneamente neutralizzati. Perciò ora Rogue non è certa di come lei e Gambit debbano andare avanti. E a causa di questa sua incertezza, Gambit ha deciso di allontanarla (numero 248). Che questa sia stata una scelta giusta o meno, è stata una sua decisione – e ha contribuito direttamente alla decisione di lei, subito dopo, di passare una notte con Magneto. Potrei spiegare molto più approfonditamente cosa le sia passato per la testa in quel momento, ma alla fine dei conti, la storia deve potersi spiegare da sola.

D: Sono pienamente favorevole al cambiamento avvenuto tra Rogue e Magneto – molto eccitante! Hanno tanto in comune, un passato sordido, connessioni con terroristi e malvagità, una strada di redenzione e un albero genealogico molto complicato. La mia domanda è: i lettori possono aspettarsi la disapprovazione da parte del resto degli X-Men? O i due manterranno segreto l’aspetto privato del loro rapporto?
MC:
Non ce li vedo ad andarlo a gridare ai quattro venti, perché non sarebbe poi nella loro natura. Ma se dovessero stare assieme oltre quella notte, allora gli altri se ne renderanno conto, e reagiranno alla cosa. E prevederei una vasta gamma di reazioni diverse, sicuramente pervase da shock e incredulità evidenti. Ma questo è un discorso che stiamo basando su un “Se”. Rogue concede a Magneto una notte. Poi da dove si vada da qui, staremo a vedere.

D: Hai la libertà di poterci spiegare quanto Rogue abbia mantenuto della sua esperienza comeLegacy/Reaper, a livello psicologico e di poteri? Sarà possibile vederla rallentare o accelerare il tempo, per aver assorbito Miss Tempo? O queste cose svaniranno, come fanno certi ricordi con l’andare del tempo?
MC:
Direi che mantiene quei ricordi e, con essi, anche le capacità che ha avuto come Legacy. La vediamo usarle quando setaccia tra i ricordi di Rachel nel numero 250 e ancora quando esplora le personalità di Legion per trovarne le spaccature. Ma come sempre (o quasi sempre), i poteri che assorbe svaniscono gradualmente col tempo. C’è un limite alla quantità di poteri che può assorbire e anche al periodo in cui può mantenerli. Quello che è cambiato è che ora sembra riuscire ad estendere quel periodo (almeno un po’) concentrandosi, o porne fine volontariamente, come ha fatto quando ha restituito i poteri alle Naiadi nel numero 234.


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D: E in tema “Age of X”, i lettori si ritroveranno il dono di nuovi bellissimi disegni di Clay Mann?
MC:
Ci puoi giurare!!!

D: La riunione di Lorna e suo padre è qualcosa che ho atteso per tanti anni. Chiaramente Lorna e Magneto hanno tanti problemi da risolvere. Mi chiedevo, di tutti i problemi che hanno tra di loro, quale credi che sia quello più importante?
MC:
Wow, domanda importante. Credo che per Lorna il problema più essenziale sia quello di scoprire quanto Magneto possa rivelarle su sua madre – e sulla morte di sua madre.

D: Anche se mi è piaciuta l’inclusione di Frenzy nel gruppo di “X-Men: Legacy”, come verrà spiegata la questione del suo brutale omicidio di una dei loro amici e alleati (Sharon Friedlander) nel nome della Pulizia Genetica degli Accoliti? Affronterai la questione? Ci sono possibilità di vederla interagire con Stinger, fintanto che si trova ad Utopia?
MC:
Non credo che vedremo mai una scena che veda la reazione degli X-Men, come gruppo, alla sua presenza, Jason. È successo in passato, presumibilmente al suo arrivo a Utopia, ma non è stato mostrato. Non sta a significare che il gruppo non la consideri in alcun modo; significa solo che non sarà un tema centrale della storia, non più dell’omicidio di Moira MacTaggert per mano di Mistica nell’era di Milligan. Ciclope ha offerto rifugio ai mutanti sopravvissuti. Per coloro che l’hanno richiesto, anche se saranno state poste delle domande sul loro passato e il grado di apertura e fiducia offerto sarà stato molto diverso per una persona o l’altra, gli è stato dato un posto quantomeno su base probatoria. Frenzy non è davvero l’unica ad avere gravi crimini di cui rispondere. E per quanto riguarda Stinger – sarebbe bello farlo se ne saltasse fuori l’occasione. Grazie per il suggerimento.

D: Ci sono state molte discussioni sui forum a proposito della realtà di “Age of X”. Alcuni credono che tre anni di falsi ricordi siano stati impiantati ad opera di Legion, e solo sette giorni di eventi siano accaduti realmente. Altri credono che Legion, in quanto abile nel distorcere la realtà, abbia realmente modificato il tempo – e così anche lo spazio – e che i personaggi abbiano davvero vissuto quei tre anni. Quest’ultima ipotesi ha più senso, secondo me, soprattutto vista la decisione di Rogue di mantenere i suoi ricordi di AoX per via delle promesse di Legacy. Rogue sta forse mantenendo una falsa promessa fatta a persone false? O ha veramente vissuto quegli avvenimenti e quelle morti per i tre anni di “Age of X”?
MC:
Credo che solo gli ultimi sette giorni siano stati reali, ma in quei giorni c’è stata una morte reale: quella di Tempo. È vero che la promessa di Legacy è stata fatta in un contesto illusorio o immaginario, ma quei ricordi sono comunque reali e per certi versi la legano alla promessa e danno un senso alla sua decisione.

D: Riguardo a “Age of X”, qual’è stata la tua maggiore fonte di ispirazione nella modellazione di questo Universo parallelo? Ci sono delle somiglianze con “House of M”, in particolare se si vanno a vedere le influenze genitoriali in entrambi i casi. Come ti sei prefissato di differenziare AoX da HoM?
MC:
I rapporti tra genitori e figli sono un tema ricorrente nelle mie storie: è il cuore di “Lucifer” e “The Unwritten”, per esempio – perciò era un po’ inevitabile che finissi a raccontare una storia su Legion e il Professor X, prima o poi, durante il mio ciclo sugli X-Men, se fossi rimasto abbastanza a lungo. Quindi non ho dovuto consapevolmente imitare o stare attento a differenziarmi da “House of M”, stavo solo seguendo il mio istinto e le cose che mi affascinano di quei personaggi e del loro rapporto.

D: Che impatto avrà “Schism” sulla tua serie? Ci sarà una scissione nel gruppo? Continuerà ad essere una testata incentrata su storie di squadra e continueranno a girare per il mondo?
MC:
Andando prima sulla parte più facile della tua domanda, questo farli andare in giro per il mondo è una cosa che faccio quando mi sembra che lo scenario di Utopia sia troppo usato. Nel prossimo arco di storie, ci sposteremo nello spazio Shi’ar per motivi del genere – perché abbiamo inflazionato troppo la Via Lattea come scenario. Ma sì, “Schism” avrà un impatto profondo su “X-Men: Legacy”, così come su tutte le testate principali degli X-Men. La mia squadra si perderà qualcuna delle ragioni scatenanti che daranno il via alla cosa, stando per un po’ a molte migliaia di anni luce da qui, ma una volta tornati e riportati a pieni ritmi, avranno delle decisioni molto difficili da prendere – e sì, questo avrà un serio impatto sulla loro esistenza in quanto squadra. Mi dispiace, so di essere un po’ evasivo, ma è tutto ciò che posso dirvi per ora.



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Fonte: C.B.R.
Traduzione: "Red" Ellie Jean
view post Posted: 25/6/2011, 13:18 The X-Axis # 05/11 - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-REVIEWS
THE X-AXIS
# 05 / 11

by Paul O' Brien
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In Questo Numero:
ASTONISHING SPIDER-MAN & WOLVERINE
- Astonishing X-Men (Vol. III) # 37
- Astonishing X-Men (Vol. III) # 38
- Astonishing X-Men (Vol. III) # 39
- Daken: Dark Wolverine # 9
- Daken: Dark Wolverine # 9.1 - 10
- Generation Hope # 7 - 8
- Namor: The first mutant Annual # 1
- New Mutants (Vol. III) # 26
- Uncanny X-Force # 10 - 11
- Uncanny X-Men # 537 - 538
- Wolverine (Vol. IV) # 9
- Wolverine/Hercules: Myths, Monsters and Mutants # 4 (of 4)
- X-23 (Vol. II) # 10 - 11
- X-Factor # 219
- X-Factor # 220-221
- X-Men (Vol. II) # 11
- X-Men (Vol. II) # 12-13
- X-Men: Legacy # 248
- X-Men: Legacy # 249
- X-Men: Legacy # 250
- X-Men: Giant Size # 1
- X-Men: Prelude to Schism # 2-3 (of 4)





Astonishing Spider-Man & Wolverine #1-6
Another Fine Mess


Storia: Jason Aaron
Matite: Adam Kubert
Inchiostri: Mark Morales, Dexter Vines, Mark Roslan
Colori: Justin Ponsor
Lettering: Rob Steen
Editor: Nick Lowe


Potreste averlo dimenticato, ma la miniserie Astonishing Spider-Man & Wolverine faceva parte di una intera sigla editoriale Astonishing.
L'idea - e qui sto citando un comunicato stampa della Marvel stessa - era che "Ogni volume di questo progetto avesse per protagonisti personaggi di primo livello, gestiti da teams creativi al top, e servissero come perfetta rampa di lancio sia per un lettore affezionato e accanito, sia per un lettore nuovo o casuale".
Tutto questo doveva ricollegarsi all'epoca degli Astonishing X-Men come volume su cui stava lavorando Whedon.

Ciò che però è successo, in pratica, è che le miniserie Astonishing non hanno avuto molto successo in termini di vendite.
Il numero di Marzo di questo volume ha avuto vendite stimate sulle 24000 copie nel mercato diretto nord americano, numeri che rientrano nei territori di X-Factor o Wolverine: The best there is e quindi non proprio cifre di prestigio. Astonishing Thor non è arrivato nemmeno alle 20000 ed infatti, a giudicare dalle sollecitazioni, la Marvel sembra aver accantonato questa linea editoriale, e non posso dire di biasimarli per questo.

Comunque, abbiamo ancora questa - una miniserie in sei numeri, stranamente spalmata in un'uscita bimestrale che non le ha reso un grande favore - che mentre farei fatica a descriverla come una perfetta rampa di lancio per nuovi lettori, almeno è a se stante: Jason Aaron sembra aver preso quelle direzioni per scrivere qualcosa completamente fuori dalle regole, senza doversi preoccupare della continuity, almeno fin quando non farà danni seri.

Ad Aaron piace chiaramente inserire assurdità nelle storie di Wolverine, e molto spesso la cosa funziona: ha la capacità di mettere nelle storie concetti inaspettati, senza far deragliare la trama della storia. Trasforma la follia in una delle regole, anziché caratterizzarla come parodia.

Beh, questa serie spinge questo modo di fare all'estremo limite; c'è una trama - più o meno - ma è un volume sfacciatamente demenziale che si sforza in tutti i modi di ottenere il risultato di non avere minimamente senso.
Parte con Spider-Man e Wolverine naufragati al tempo della preistoria, dove sono bloccati apparentemente da diversi mesi; un flashback ci rivela che sono finiti qui dopo aver sventato una rapina in una banca dal cattivo di serie D Orb, e qualcosa di strano è successo per via di qualche gioiello magico. Da qui in poi, il volume continua a far salire il livello di nonsense; arriva l'asteroide a cui si deve l'estinzione dei dinosauri; poi i nostri eroi vengono catapultati in un futuro lontano in cui l'umanità si è estinta, una versione robot di Devil Dinosaur assedia Manhattan, e Peter Parker è l'ultimo insegnante di scienze in vita. C'è una pistola che spara Phoenix Force. C'è un ridicolo (e divertentissimo) twist che coinvolge Ego il Pianeta Vivente. C'è uno spacciatore di droga pazzo chiamato Czar con una mazza da baseball per viaggiare nel tempo, che fa casini con tutti tanto per farli. C'è anche un breve viaggio nelle storie d'origine reciproche.

E' folle, e voglio che sappiate che è veramente folle.
Gioca bene con l'abilità di Adam Kubert come artista; ha tante occasioni per sbizzarrirsi, ma ha anche da ingegnare mondi, ed è abile a cambiare ritmo quando Aaron vuole dare ai personaggi un momento di lucidità. Un volume come questo richiede un disegnatore a cui vada di andare a pieni giri, e Kubert ne è capace.

Al limite, si può dire che sia discutibile l'idea di tirare fuori Mojo come cattivo a tramare nell'ombra, visto che ha interpretato questo ruolo talmente tanto a lungo che anziché contribuire a far diventare tutto ancora più strano, in realtà riporta il volume su un territorio familiare e sicuro. Persino Spider-Man lo fa notare, perciò forse si tratta di una scelta deliberata, giusto per provare a dare alla trama principale una qualche parvenza di forma.

Però, se il volume dev'essere inteso come una stravaganza, ci si aspetterebbe di arrivare a chiuderlo in un climax più convenzionale .... e invece non succede.
Il numero 5 si chiude con Wolverine che si trasforma in Fenice Nera, un cliffhanger tipicamente sopra le righe, ma il numero 6 presenta un deliberato anti-climax; ci viene detto che Spider-Man è riuscito a far rinsavire Wolverine parlandogli, ma di questo ci viene mostrato molto poco, e quel poco lo riceviamo solo tramite flashback. Il resto del numero si rivela basato su Peter e Logan bloccati nel vecchio West, con una donna che Mojo ha messo lì per fungere da interesse amoroso arbitrario. Sono lì da tre anni. Si stanno adattando a quella vita e Peter dichiara che forse tutto ciò è accaduto per portarlo a stare insieme con la donna...

...e a quel punto arriva la Commissione per l'Invarianza Temporale a premere il bottone di azzeramento cosmico. Fine.

Le ultime pagine sono un montaggio della situazione dei personaggi, con Spider-Man che pronuncia un deprimente monologo su come l'effetto di tutto ciò che abbiamo letto prima sia nullo e senza senso.

Ora, questo, secondo ogni standard, è un modo strano di chiudere un fumetto.
Penso che lo scopo di Aaron - vista l'ultima tavola, in cui Wolverine si osserva il palmo della mano in un'eco di una sequenza alla "fratelli di sangue" avvenuta in precedenza nella storia - è che i due all'inizio non si parlano, e col tempo diventano amici, e Wolverine se ne ricorda ancora. La trama era folle e senza senso; per Spider-Man, l'unica cosa importante è stata la ragazza che non ha avuto e che non si ricorda di lui; ma Wolverine invece ricorda di aver iniziato ad apprezzarlo molto di più, e questo è abbastanza. Una piccola oasi di significato in un mondo che ne è privo, ma è già abbastanza.

Funziona? Beh... Wolverine inizia non rivolgendo parola a Spider-Man, e gradualmente diventa sempre più amichevole nei suoi confronti col proseguire della serie. Quel cambiamento è leggermente oscurato dalla scelta di far seguire la storia dalla prospettiva di Spider-Man, che invece fin dall'inizio voleva parlargli. Perciò sì, il cambiamento c'è, ma dà la sensazione di essere un cambiamento sostanziale? Difficile da dire.
Aaron ha dovuto inserire un livello artificiale di tensione tra i due, tanto per cominciare, così che il loro rapporto possa avere un'evoluzione nel corso della storia, e questo fatto sminuisce un po' il suo obbiettivo. Nella logica di questi sei numeri, sì, c'è un cambiamento; ma è in fin dei conti più un ritorno allo status quo.

Ancora: l'intero concetto qui, è che debba essere una cosa davvero, davvero minore, ma abbastanza da dare un significato alla pazzia. Se il cambiamento nel loro rapporto fosse stato molto più chiaro, non avrebbe funzionato; nel migliore dei casi, sarebbe stato troppo sdolcinato.
E' un finale che farà infuriare alcuni lettori, ma credo che alla fine Aaron sia riuscito a far bene.

Va notato che la serie offre anche un altro paio di tentativi per dare alla storia un significato più ampio.
L'epilogo sembra rivelare Dog, da Wolverine: Le origini, arrivato nel tempo presente, presumibilmente per causare qualche guaio nella serie di Wolverine nelle mani di Aaron.
Poi c'è quell'interesse amoroso, del quale viene finalmente svelato il nome nell'ultimo numero: Sara Bailey. Potrebbe essere una semplice coincidenza - e anche se Aaron avesse fatto un riferimento consapevole, non avrebbe potuto aspettarsi che molti lettori lo cogliessero - ma Sara Bailey è il nome da sposata della sorella di Jean Grey. Sara è scomparsa nei primi numeri di X-Factor, in una sottotrama di rilievo che venne presto dimenticata, e non si rivide mai più. (Venne riportata morta nel 1994 nel corso del Phalanx Covenant crossover, ma non abbiamo visto nessun corpo. La trama, se così si può chiamare, non è stata più toccata da 17 anni). Si tratta dello stesso personaggio? Sembra improbabile, visto che questa indossa una collana con la stella di David, ma, d'altra parte, ne verrebbe fuori un parallelo interessante di fratello/sorella con Wolverine e Jean.
Forse è solo il modo di Aaron di giocare con coloro che prendono troppo sul serio la continuity. O forse è solo un'incredibile coincidenza.

La natura sovraffollata della continuity Marvel dà luogo ad un sacco di miniserie che non possono permettersi libertà e che non contano nulla. Con l'imput di dover consistere di storie a se stanti, il progetto Astonishing avrebbe per forza avuto difficoltà a creare storie che "contassero"; molto ingegnosamente, Aaron ha trasformato questi limiti a suo vantaggio, creando una storia che non solo Non Conta, ma Non Conta su scala cosmica e senza senso, sfidando apertamente il lettore a trovare in essa qualche significato, dopo tutto.
E, allo stesso tempo, funziona anche per il semplice fatto di essere una folle parata di godibile nonsense. Molto eccentrica, ma per dio, devota al concetto, e lo fa anche funzionare.


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Astonishing X-Men (Vol. III) # 37
Questo è solo il secondo numero di Daniel Way, dunque non promette bene che ci siano già disegnatori da riempimento, con Sara Pichelli che prende il posto di Jason Pearson verso la fine della storia. Ancora più strano è il nuovo formato, dove a numeri alternati ci sono capitoli di storie diverse con personaggi diversi. Non è impossibile che una cosa del genere funzioni – Thunderbolt e Hercules hanno già provato qualcosa di simile in passato – ma da ogni punto di vista è un modo un po’ strano di mettere assieme un fumetto.
Gli X-Men – beh, Scott, Emma e Wolverine, almeno – sono a Tokyo a vedersela con un drago gigante, perché è questo che si fa a Tokyo. Apparentemente il drago dovrebbe essere Fin Fang Foom, anche se non sono sicuro di come la cosa potrebbe inserirsi nella continuity – ma non importa. C’è una bella, semplice idea di base: il cattivo di serie D Mentallo ha fatto il doppio gioco con la Roxxon Oil e l’ha usata per farsi dare un passaggio fino a Monster Island, dove ha preso prontamente il controllo di tutti i mostri giganti. Ora, nel classico vecchio stile da cattivo, si sta imbarcando in un piano di ricatto. Come trama, è talmente vecchia scuola che quasi riesci a indovinare che dev’esserci qualcosa sotto. Ma se è così, è nascosto molto bene.
E poi, bene. Se deve esserci una tale quantità di storie in uscita sugli X-Men, non si possono pretendere sviluppi cruciali della trama in ogni numero. Non dovrebbero esserci, in effetti. Perciò avanti, usiamo un po’ di queste storie extra per far andare la squadra da qualche altra parte, combattere con qualche cattivone, e divertirsi un po’. Il piano “mostro gigante all’attacco di Tokyo” è vecchio come il cucco, ma i disegnatori ci si divertono parecchio. Way sta facendo un lavoro intelligente sulla riabilitazione di Mentallo, un villain viaggiatore che ha finalmente trovato uno schema che funziona e se ne vanta. C’è anche una bella sequenza alla fine, con Wolverine che discute per l’idea di non uccidere il drago gigante controllato mentalmente; se “Schism” è sugli X-Men che finalmente si rivoltano contro la linea dura di Scott, allora ha senso ritrovare queste scene che ci mostrano quanto sia ormai allontanato, negli ultimi anni, dal personaggio che era.
D’altra parte, c’è anche la sottotrama elaborata con Corazza che assiste al funerale dei suoi genitori e che ri-incastrata per via dei sensi colpa nel suo ruolo in famiglia. E questo invece non funziona – in parte perché c’è questo tono cupo che suona troppo ridicolo quando si incrocia a draghi giganti, ma in parte anche perché è tutto un po’ troppo cliché e unidimensionale. In teoria, questa sarebbe una storia incentrata su Corazza – sul suo ritorno a casa e il suo dilemma, se restare con gli X-Men o tornare al nido – ma non ne viene fuori un personaggio abbastanza interessante al punto da farmi importare se poi resti con gli Men oppure no.
Comunque, gli X-Men contro draghi giganti. Godibile intrattenimento.

Astonishing X-Men (Vol. III) # 38
Questo è il primo capitolo di “Meanwhile”, che apre una delle scelte editoriali più curiose della Marvel.
Su Astonishing X-Men ci sono, adesso, due team creativi diversi, che producono due storylines differenti allo stesso tempo. Si alterneranno due archi di storie diverse numero dopo numero. Perciò, l’ultimo numero vedeva la storyline di Mantello ad opera di Daniel Way e Jason Pearson, in questo numero Christos Gage e Juan Bobillo iniziano il loro ciclo “Brood”, e il prossimo numero ci riporterà da Way e Pearson.
Scelte come queste non sono insolite alla Marvel – Hercules e Thunderbolts hanno fatto cose del genere in passato, dividendo i personaggi in due serie differenti, ma farlo con due storylines diverse, scritte da autori diversi è… certamente insolito.
C’è stato uno cambiamento di tendenza notevole, ultimamente, verso il raddoppio delle testate regolari, anziché verso l’uscita di volumi spin-off da vendite minori. La cosa ha senso, visto che una seconda uscita di Uncanny X-Men venderà presumibilmente di più di un’altra miniserie, ma mi ritrovo a chiedermi se la cosa non abbia più a che fare con la Marvel che decide di volere una doppia uscita di Uncanny X-Men, e con il team creativo a rispondere gentilmente che la cosa non è possibile.
C’è la sensazione che sia un riempitivo.
La SWORD ha fatto esperimenti su alcuni elementi catturati della Covata; va tutto a rotoli; Abigail Brand è nei guai; Bestia chiama gli X-Men per provare a salvarli. Da qui, è praticamente “La Covata in una stazione spaziale”, e potete immaginare il resto da soli. Va bene, sono passati un po’ d’anni dall’ultima storia con la Covata di mezzo, e non c’è nulla di male a rispolverarli un po’ ogni tanto per usare il trucchetto su una nuova generazione di lettori.
Sostanzialmente, però, è tutto qui. Non ci sono stravolgimenti nella trama, non c’è alcuna connessione apparente con le storie di Way. È anche brutto a livello visivo – ho apprezzato il lavoro di Bobillo in passato su testate come She-Hulk, ma non si adatta molto ad una storia che cerca di essere tesa e claustrofobica, e sembra avere dei goffi tic che non rendono affatto grandi favori al suo lavoro.

Astonishing X-Men (Vol. III) # 39
Con la serie che si alterna ad ogni numero tra due diverse storylines, in questo numero ritorniamo al “Monstrous” di Daniel Way. E c’è qualche connessione tra le due storie, qui? No. Nessuna. Sono abituato al fatto che le varie testate sugli X-Men non siano correlate tra di loro, ma una testata che non è correlata a se stessa… è un’altra cosa.
E’ interessante il fatto che, nonostante ora l’arco di storie segua una cadenza bimestrale, il disegnatore Jason Pearson se ne sia già andato, e al suo posto c’è Nick Bradshaw. Le tavole di Pearson per la storyline erano molto buone, ma solo il cielo sa cos’avesse in mente quando ha disegnato questa copertina, un sorprendente scarabocchio, reso poi coscientemente nei colori più scuri possibili per far sì che nessuno potesse capirci qualcosa. Bradshaw ha disegnato sull’Annual di Uncanny X-Men – il capitolo “Escape from the Negative Zone” che mi è anche piaciuto – e sono contento di vedergli assegnato un lavoro di alto profilo, qui. C’è un certo grado di distorsione che non accontenterà i gusti di tutti, ma fa un buon lavoro sui personaggi, e bei mostri in stile Art Adams.
E’ una storia messa lì, sugli X-Men alle prese con dei mostri controllati da Mentallo, ma non c’è nulla di male in questo. Daniel Way ha avuto l’idea giusta, qui – mantieni la storia a un livello semplice e divertiti. È un concetto di base che permette abbondanza d’azione e, per la giusta dose di dramma umano, c’è la sottotrama riguardante Corazza, se sia qui perché è suo dovere in quanto X-Men, o se voglia solo scappare dalla sua famiglia. Mantenere il cast limitato a quattro X-Men concentra bene la storia (è notevole quanto spesso la qualità delle storie X-Men salga se non si vuole a tutti i costi dare un ruolo a tutti).
C’è una sequenza nel mezzo, con Ciclope e Wolverine, che non ha molto senso, francamente, o non funziona. Ciclope prende Wolverine in disparte per discutere di cosa stia per fare Corazza. Wolverine dichiara che in realtà lui sta parlando di Jean Grey, ed è per questo che ha voluto parlargli in disparte (cioè per evitare Emma). Ma le domande di Ciclope hanno invece più senso prese letteralmente, non hanno ovviamente nulla a che vedere con Jean, e comunque non poteva parlarne certamente davanti a Corazza… perciò Wolverine pare fare un salto mentale logico piuttosto bizzarro, e l’impressione generale è che forse c’era un’idea sotto che Way non è però stato capace di far arrivare al lettore.
Nonostante tutto, nell’insieme è una buona storia sugli X-Men, aiutata da ottimi disegni, e una scena molto intelligente con un bell’uso dei poteri di Corazza.

Daken: Dark Wolverine # 9
Non è solo la conclusione del ciclo “Collision”, il crossover in 4 parti con X-23, è anche l’ultimo numero ad opera di Daniel Way e Marjorie Liu prima di passare il testimone a Rob Williams. Ma se sperate che il loro ciclo si concluda con qualcosa di particolare, beh, ripensateci. È la risoluzione di Collision ed è anche la rimarcazione su Daken di ciò che hanno detto sui loro numeri per mesi.
Daken e X-23 si combinano in un’alleanza di convenienza contro il rinato progetto Arma X, e ne segue un bagno di sangue o qualcosa del genere. E poi parlano di cose varie. Daken vede Laura come qualcuno che dovrebbe essergli uno spirito affine, e non capisce perché invece lei stia dall’altra parte. Laura vede Daken come uno che ha accettato il suo ruolo di sociopatico anziché provare ad ampliare i propri orizzonti come fa lei. Fine dell’introspezione. Dovrebbe essere possibile costruire una storia interessante attorno a questi due personaggi, e anche attorno a questi temi in particolare, ma questa non lo è. È un affare di combattimenti, dopo i quali ognuno fa la morale sull’altro. E poi, alla fine, viene fuori che (l’avete indovinato) Daken ha superato tutti in astuzia anche stavolta. La storia si chiude sulla stessa nota d’ambiguità: Daken è il pazzo unidimensionale che mostra d’essere agli altri, o anche lui ha il desiderio sepolto dentro di se di qualcosa di più, che nasconde anche a se stesso? A questo punto è più un caso di “Può veramente essere tanto unidimensionale quanto sembra?” Conterei “Collision” come un fallimento. Non tira fuori nulla di particolarmente interessante sui personaggi. Trascina X-23 nella storyline di Madripoor senza una chiara ragione, e la ritira fuori dalla stessa con la stessa rapidità. Colcord, come antagonista, non fa nulla di interessante. E la trama si trascina arbitrariamente da una cosa all’altra. Mi viene l’impressione che si suppone che si dovrebbe vedere Daken come un grande stratega sempre un passo avanti a tutti, ma gli schemi non scivolano via tanto lisci da dare quest’impressione. Sembra inventare un percorso improvvisando sul momento – e così pare anche per gli scrittori.

Daken: Dark Wolverine # 9.1 - 10
Non è, lo giuro, un accostamento premeditato tra i due volumi.
Questo è un volume Punto Uno, ma è anche il primo numero del nuovo scrittore Rob Williams. Finora, la serie di Daken è stata un po’ frustrante. Ci sono delle idee interessanti nel personaggio. Daniel Way e Marjorie Liu hanno impostato una certa dose di mistero, Daken aspirerà forse a qualcosa di più che a costruirsi una base di potere, o è soltanto uno psicopatico? E, ancora più pesantemente, hanno messo tensione tra il desiderio professato da Daken, di essere quello che è, e il modo in cui chiaramente continua a tornare su temi associati a Wolverine, suo padre. Il problema è che avendo introdotto queste idee, il volume ha continuato a restare allo stesso punto, quasi impaurito a spingersi più in là. Invece abbiamo avuto storie laboriose nelle quali ogni volta Daken supera in astuzia tutti gli altri, e diventa il nuovo signore del crimine di Madripoor, ma che non hanno dato sbocchi interessanti al personaggio.
Se non altro, Williams sembra determinato a spezzare questo circolo vizioso. La sua storia Punto Uno spinge sul concetto che Daken venga ancora visto come una mera imitazione di Wolverine, e mette in luce il desiderio di Daken di venire riconosciuto per qualcosa che sia inequivocabilmente farina del suo sacco. Il piano, sembra, è mandarlo ad Hollywood, anche solo perché è l’ultimo luogo immaginabile in cui Wolverine potrebbe mai trovarsi. Ma questo lo vedremo accadere nel secondo arco di storie; in questo numero si vede Daken spingersi verso quest’idea, e, ehm, mezzo numero viene riempito col suo piombare alla Torre dei Vendicatori per dire addio a Wolverine.
Non è che ci siano molte nuove idee, qui; lo stesso tema è rimasto centrale nelle storie del personaggio da un bel po’. Ma Williams sembra voler dare il segnale chiaro di aver intenzione di portare via Daken da ciò che riguarda Wolverine, trascinandolo fuori dal sentiero percorso finora, e forzandolo a vivere storie che appartengono solo a lui. È un punto a favore, anche se sembra un’inversione di marcia, considerando che accadrà poco dopo che gli scrittori uscenti l’abbiano sistemato a Madripoor. Anche su quale sia il contributo dei Vendicatori alla storia, oltre ad occupare la prima metà del numero prima che la trama vera e propria inizi a svilupparsi, non sono molto certo; fa sembrare Daken stranamente insicuro, ma se sia una scelta consapevole o meno, non saprei dire.
I disegni sono di Ron Garney, che meriterebbe di certo di lavorare su impegni migliori che fare il disegnatore fill-in sulla testata D-Wolverine. Ma è un professionista solido. Il suo stile semplice e sicuro è un cambiamento più che ben accolto su una testata che spesso è sembrata prendersi troppo sul serio.

Il # 10 è primo vero numero di Rob Williams sulla testata, vede Daken arrivare a Hollywood e provare ad infilare un piede nella porta della criminalità locale. Sfortunatamente, pare che tutto ciò che sappia su Los Angeles sia piuttosto datato, perciò dovrà iniziare da zero.
Daken non è un personaggio facile da far funzionare, per lo meno come protagonista. A parte il fatto che per natura non genera un legame simpatetico con il lettore, è comunque anche un “sostituto” di Wolverine e la sua esistenza è sempre nell’ombra rispetto all’originale. Mentre gli scrittori precedenti hanno provato a trarre un vantaggio da questo dato di fatto (e solo a tratti ci sono riusciti), Williams sta cercando di creare uno spazio di vita proprio per il personaggio, per definirsi come essere a se stante, spostandolo in un ambiente che non ha nulla a che vedere con Wolverine, e lasciandogli prendere la propria strada. A livello commerciale, è una scelta rischiosa, visto che la connessione tra Daken e Wolverine è il suo punto di attrattiva maggiore. Ma creativamente è probabilmente la scelta migliore a lungo termine, se sono davvero intenzionati a rendere Daken un personaggio capace di portare avanti una serie tutta sua.
La storia si apre con un bizzarro flash forward di 7 pagine, con Daken che mette in azione un piano abbastanza strano che include un mucchio di scagnozzi che indossano maschere di Capitan America di scarso livello, e che si mettono a sparare con dei bazooka nel centro città. Il resto del volume è tutto un “come siamo arrivati a questo?”, con Daken che si fa strada nelle cerchie giuste, ma che finalmente scopre anche alcune sostanze che riescono ad amplificare il suo potere rigenerante abbastanza a lungo da avere un buon effetto. La sequenza della scoperta di queste droghe è disegnata in uno stile completamente diverso dal resto del volume, spingendosi sullo stile di Sinkiewicz, pur restando perfettamente chiare.
È ancora molto difficile costruire una serie attorno ad un personaggio tanto poco amabile, ma si può fare, scrivendone una crime story. È un numero di preparazione di tutto rispetto, e penso che Williams abbia avuto l’idea giusta.

Generation Hope # 7 - 8
Viene fuori che la storia sul nuovo mutante all’ospedale di Berlino è in due parti. Benissimo; mi fa piacere vedere storie brevi in questo ciclo, visto l’arco di apertura era sembrato troppo lungo. Questa storia parte da un’idea semplice – c’è un nuovo mutante, non ancora nato, con poteri di controllo mentale, e non vuole venire al mondo – e la divisione in due parti sembra adatta a questa storia. È un cambiamento drastico rispetto all’orda zombie, ma la sequenza in cui la squadra convince telepaticamente il bambino a venire al mondo, è ben gestita. E poi offre una bella prospettiva sulle motivazioni di ciascun personaggio per le quali valga la pena di vivere (oppure no), e si chiude con efficacia fornendo per ultima la motivazione di Teon – che, ovviamente, non riesce a spiegare bene perché sia una buona idea, ma che risulta comunque convincente.
Perciò questa funziona bene, sia come storia da antologia che come mezzo di esplorazione dei personaggi. Il lato negativo, più che altro un piccolo anti-climax, è che si scopre che il bambino non ritornerà in possesso dei suoi poteri mutanti fin quando non entrerà nella pubertà. Dunque, che se la storia tratta della nascita di un nuovo mutante, e tecnicamente funziona, non può avere grandi effetti a breve termine. Potrebbe rappresentare un problema con la direzione che le storie stanno prendendo – riusciranno a introdurre i nuovi personaggi mutanti di cui c’è bisogno? In ogni caso, una bella storia di squadra.

L’introduzione del # 8 dichiara che si tratta della terza parte di “The Ward”, ma è abbastanza chiaro che questa sia tutta un’altra storia: i genitori di Teon stanno cercando di riottenere la custodia del figlio, e gli X-Men stanno sostenendo invece la loro custodia in tribunale – pur senza riuscire ad offrire argomentazioni particolarmente convincenti. Ovviamente Teon è il personaggio della serie che colpisce maggiormente, visto che è quasi interamente una creatura fatta d’istinto.
C’è un punto di discussione, se lui stia poi meglio avendo questi poteri che hanno più o meno spazzato via la sua personalità, ma a discutere su questo punto gli X-Men sono sempre riluttanti (d’altronde, se dovessero ammettere che per alcuni di loro sarebbe stato molto meglio non avere alcun potere mutante…)
Dunque questa storia forza gli X-Men a confrontarsi su questo punto, portando Teon in tribunale, dove viene fuori che in realtà è capace a spiegarsi se davvero vuole. Come Dr Nemesis ha già spiegato in un numero precedente, non è che Teon non riesca a capire cosa stia succedendo; è semplicemente che per lo più non gli interessa. È un piccolo discorso, il suo, che funziona a suo modo, e assume toni più profondi quando Kenji fa la sua comparsa verso la fine, sfidandone la logica. Sappiamo cosa Teon desideri, ma non possiamo essere sicuri del perché – e questo si collega anche al tema principale della serie, sul perché questi personaggi vogliano rimanere accanto a Hope, in primo luogo.
Un numero molto bello, e una gran dimostrazione del perché Teon non sia il personaggio unidimensionale che può sembrare ad una prima impressione.

Namor: The First Mutant Annual # 1
Bisogna apprezzare l’ottimismo implicito in quell “# 1”, no?
“Escape from the Negative Zone” è partita forte nell’annuale di Uncanny X-Men, sul quale si è scelto un gruppo di personaggi interessanti, e li si è manipolati, gli uni contro gli altri, e tutto questo accompagnato da disegni accattivanti. Ma la qualità è andata in discesa da lì in poi, con Steve Rogers infilato nella storia senza ragione, solo affinché la seconda parte potesse essere narrata in questo annuale, e la trama è degenerata in un “combattono contro dei cattivi nella Zona Negativa, e poi scappano”. Perciò pur comparendo in questo annuale, il povero Namor fa molto poco nel corso della storia, oltre che infuriarsi e fare danni a causa del più scarso dei pretesti narrativi. Se c’è un nocciolo della storia, è l’idea che Scott impari a fidarsi di Hope e le lasci ricoprire il suo ruolo – ma le serie regolari sono già andate oltre questo punto.
Bei disegni di Max Fiumara, che a volte è interessante da guardare, ma questo è tutto ciò che offre il volume.

New Mutants (Vol. III) # 26
Il primo numero ad opera di un nuovo team creativo, con Dan Abnett e Andy Lanning come scrittori e Leandro Fernandez ai disegni. E’ un bel team, affiatato, e poi Abnett e Lanning sanno come gestire al meglio gli spazi dei personaggi di una serie di squadra.
Il primo numero si apre con una scena d’azione che ha come scopo mostrare le capacità di Dani come potenziale leader; si sposta poi su Illyana criticata per il suo comportamento durante la gestione della serie da parte di Zeb; si ferma su una sottotrama rimasta in sospeso che coinvolge Karma e Face; offre a Sam e Dani un momento per discutere sul passaggio della leadership; pone la base del nuovo compito della squadra; e si chiude con un’altra scena d’azione che ci porta ad un cliffhanger. Questi ragazzi sanno bene come far contare ogni pagina.
Mettere Dani alla guida del gruppo è probabilmente una scelta saggia. Darle la leadership del gruppo significa darle anche una ragione essenziale per voler restare nella squadra che vada oltre la mera nostalgia; potrebbe anche aiutare Sam ad uscire dal ruolo di “giovane leader in apprendimento” in cui è rimasto rinchiuso per gli ultimi 20 anni. Ed è anche bello vedere la storia prendere vita dalle ripercussioni delle storie di Zeb Wells, con un umorismo un po’ nero in certe scene di Illyana.
In effetti questa storia sembra proprio intesa per partire direttamente dall’ultima di Zeb, con alcuni temi che ancora preoccupano i personaggi. C’è anche un riferimento gratuito a “Age of X”, ma non più di questo. E questo tende a confermare il mio sospetto che “Age of X” non avrebbe dovuto far parte di New Mutants. Ho anche dei dubbi sulla nuova direzione che ha preso la squadra: andare a completare azioni lasciate in sospeso dagli X-Men. Certo, ci sono tantissime trame rimaste in sospeso che dovrebbero essere riprese, e non c’è nulla di sbagliato ad usarle per qualche storia individuale, ma questa serie ha bisogno di basarsi su qualcosa di più.
Parte del problema dei New Mutants, almeno nella loro incarnazione attuale, è sempre stata l’incapacità di stabilire di cosa trattasse davvero la serie: nel 1983, si trattava del gruppo di apprendisti X-Men; nel 2011 è la serie sul gruppo che un tempo era il gruppo di apprendisti X-Men, non lo sono più, ma non sono nemmeno X-Men a tutti gli effetti. Forse l’elemento chiave di New Mutants è che si tratta di un gruppo molto unito di amici in un impero X sempre più anonimo, ma ad ogni modo, la serie non può sopravvivere solo giocando sulla nostalgia e su storie scritte per mettere a posto un po’ di continuity.
Questa storia in ogni caso è un ottimo debutto per il nuovo team creativo, e credo che ci si potrà aspettare di più dalla loro gestione che semplicemente riprendere eventi lasciati in sospeso dai personaggi delle altre testate.

Uncanny X-Force # 10 - 11
Tecnicamente “The Dark Angel Saga” avrà inizio dal prossimo numero, ma in pratica comincia qui, visto che in questo numero si vedono le ragioni per le quali la X-Force visita l’Era di Apocalisse e l’elemento della trama che trascinerà la squadra.
Forse, ancora più precisamente, questo è il numero in cui la pazzia di Angelo arriva a dover essere affrontato. Amahl Farouk (che dovrebbe davvero procurarsi un altro costume) rilascia delle prove sulla X-Force alla stampa. Naturalmente, non riusciranno a pubblicarle – verrebbe distrutta la premessa della serie. Ma prima Angelo si muove per, ehm, aggirare il problema a modo suo. Fortunatamente la cosa non va in porto facilmente; invece, viene prevaricato dal resto del gruppo quasi immediatamente. Considerando che l’ultimo numero aveva perso colpi, è bello vedere come la storia riprenda ritmo; nella maggior parte delle serie una trama come questa si sarebbe spalmata in diversi albi, ma Rick Remender fa benissimo a concentrarla in uno solo.
Sì, la storyline di Magneto che scopre la squadra sembra essere svanita nel nulla. E sì, i disegni di Billy Tan e Rich Elson non rendono sempre bene l’atmosfera che si prefiggono; un uso più consistente di luci ed ombre non sarebbe male. Ma nel complesso è tutto di buon livello.
Portando avanti il piano della Marvel di proporre nuovi titoli a un pubblico più vasto, questo numero include anche una ristampa di Iron Man 2.0 #3 – scelto, presumibilmente, perché è il numero in cui Jim Rhodes ottiene la sua nuova armatura. E’, comunque, anche la terza parte di una storia attuale, che si apre con una sequenza muta di 5 pagine con dei personaggi che non vengono nominati intenti ad osservare delle cose – forse non proprio la storia giusta da selezionare per il proposito che dovrebbe mantenere. Va detto che è una mossa intelligente, rispetto a una ristampa del numero 1, che risulterebbe datato di qualche mese, ma se la Marvel intende davvero continuare a fare questi esperimenti regolarmente, forse dovrebbe accertarsi che i nuovi titoli partano con storylines più brevi che si adattino meglio a questo formato. E forse dovrebbe anche pubblicizzare meglio la prossima uscita. Tanto per dire.

Il # 11 è ufficialmente questo è il primo capitolo di “The Dark Angel Saga”, anche se gli intenti e i propositi che ne fanno da premessa sono stati messi in luce nello scorso numero che ne faceva da prologo.
Per salvare Warren, la X-Force ha bisogno di qualcosa che può essere trovato solo nella timeline dell’Era di Apocalisse, perciò si uniscono a Bestia Nera per poter viaggiare fino a lì.
Rick Remender non è interessato a spiegare la meccanica di questo viaggio, perciò viene affrontato come una cosa da nulla. Non serve neanche dirlo, una volta arrivati in quest’epoca distopica, è una Caccia all’Elemento Chiave, ravvivata dagli incontri tra Wolverine e Psylocke e gli X-Men di questo mondo. (Anche Deadpool e Fantomex li incontrano, ma ovviamente non sono altrettanto interessati).
Remender si ricorda anche che, su Exiles, Psylocke ha passato del tempo con Sabretooth in versione Era di Apocalisse, anche se non so se i riferimenti a questa cosa risulteranno chiari anche ai nuovi lettori, non ne sono certo.
Come al solito, nonostante il suo proposito di essere un fumetto cupo e violento, X-Force evita di scivolare nella trappola di un’esagerazione di cupezza e ansia. E per finire, Remender si sta semplicemente divertendo a scrivere una storia su realtà alternative e di ricerca. I disegni a volte risultano un po’ troppo pesanti, e i colori un po’ troppo virati sul marrone/grigio ansiogeno che vuol dire “Adesso questa storia la prendi sul serio”. Ma tutto sommato è un buon numero.

Uncanny X-Men # 537 - 538
La terza parte del ciclo “Breakworld” è una storia d’azione, ma ben costruita.
Kruun cattura Colosso (privo di poteri), e quindi Kitty si affretta a correre per Utopia cercando di mantenere un passo di vantaggio su Kruun e cercando di allertare qualcun altro che possa aiutarla. Visto che non ha la tuta di contenimento non può toccare nulla e nessuno può sentirla. Ma (perché altrimenti non ci sarebbe storia), Kruun ha un coltello magico che può ferirla.
Sì, ci si possono trovare buchi, in questa trama. Sì, Kruun è il tipo di antagonista che si rende la vita più difficile senza una ragione solo per provare la sua superiorità. Sì, Kitty non dovrebbe avere problemi ad attirare l’attenzione di qualcuno su Utopia, considerando che la abitano centinaia di persone. Ma sono cose che si notano solo dopo la lettura. La storia è comunque più forte quando si concentra sui personaggi che contano e ignora le orde di comparse. E’ un numero che lavora anche sull’idea di Kitty bloccata nella sua forma fantasma, anziché usando il problema solo come elemento per creare ansia o aggirando la questione con la tuta di contenimento. E c’è un bel stravolgimento finale che ci conduce ad un cliffhanger.
Bei disegni ad opera dei Dodson, numero molto solido.

Il # 538 è un’ottima chiusura della storyline “Breakpoint”. Sospetto che questo ciclo sia nato con un obbiettivo specifico – chiudere la questione di Kitty intrappolata nella sua forma intangibile – ed sia stato costruito attorno a questo tema; nulla di sbagliato in questo, questa sottotrama non stava portando da nessuna parte (e mi chiedo anche se non ci fosse anche il bisogno pratico di risolverla prima di “Schism”).
Kieron Gillen ci ha però costruito una bella storia sul tema: ha senso tornare ai personaggi di Breakworld e cercare di mettere a posto il casino che hanno combinato. La forma intangibile di Kitty (una volta tanto) viene usata con efficacia nella storia, e questo dà importanza quindi al momento in cui viene curata. La cura stessa viene ottenuta con l’uso intelligente di due elementi presi dalla storia originale di Joss Whedon, entrambi rimessi in gioco nel corso delle storie precedenti ma senza averli resi troppo evidenti. In tutto questo, c’è anche una bella storia su Kruun che cerca vendetta e la sua partner Haleena che cerca di fermarlo – cose che permettono a “Breaking Point” di essere qualcosa di più che solo la storia in cui viene risolto il problema di Kitty, visto che la loro storia gira tutta sul tema di essere lasciati indietro da un mondo che sta cambiando.
Non è tutto perfetto. La sottotrama su Magneto che indaga il metallo di Breakworld non sbocca da nessuna parte (possibilmente semplicemente perché serviva solo a stabilire che il pugnale di Haleena sia speciale). Nessuno sembra adeguatamente allarmato per l’uso della Cura da parte di Kruun. E, onestamente, non capisco bene perché sia Kruun che Haleena siano vivi alla fine della storia. Ma, nonostante tutto, questo è il miglior ciclo visto su questa testata da tanto, tanto tempo.
Aiuta, certamente, che ai disegni ci siano Terry e Rachel Dodson. Il loro lavoro è sempre ottimo, e funzionano alla grande sugli effetti di intangibilità di Kitty. Un peccato non averli ogni mese. Ma per ora, almeno, questo è il tipo di fumetto che Uncanny dev’essere.

Wolverine (Vol. IV) # 9
Bisogna concederlo, a Jason Aaron: non ha paura di essere stupido.
Le prime tre pagine di questa storia riguardano la scena di un’uccisione, talmente ridicola che non sarebbe fuori luogo su Butcher Baker: il nuovo cattivo Lord Deathstrike prova di essere il più eccezionale assassino del mondo standosene nel punto opposto del pianeta rispetto al suo obbiettivo e sparando. È una scena che ti guarda negli occhi e ti sfida a lamentarti della sua assurdità ... ed il Wolverine di Aaron è al suo meglio quando riesce ad inserire cose del genere nei volumi senza che siano parte integrante della storia.
Dunque, Lord Deathstrike è stato assoldato dalla Red Right Hand per uccidere Mystique, quale punizione per averli traditi ... ed è anche un bersaglio difficile, considerata la sua sconsiderata abitudine a muoversi. Anche Wolverine è sulle sue tracce, perché il suo coinvolgimento con la Red Right Hand. (Stranamente, un inseguimento in automobile…). Non so se mi sembri sensata la visione di Mystique da parte di Aaron - ovvero che odia Wolverine ma che vuole aiutarlo per onorare l’amicizia tra Wolverine e Kurt – perchè non si accorda bene al modo in cui Wolverine e Mystique sono stati scritti in passato, ma mi piace l’idea che Wolverine sia talmente impegnato a cercare di ottenere vendetta che non si rende conto affatto che lei stia cercando di metterlo in guardia a proposito dei cattivoni in vista – o semplicemente pensa che lei stia mentendo. C’è sicuramente la possibilità che la storia venga vista come troppo stupida per i gusti di molti, ma personalmente penso che Aaron abbia fatto bene.

Nel # 10, Wolverine finalmente si mette alla caccia della Red Right Hand, che sono stati in realtà gli antagonisti dell’intero ciclo, e, naturalmente, lo attirano in una imboscata. Così … quello che vediamo in questa storia è Wolverine che cattura uno dei loro eccentrici subordinati, Cannonfoot, alternando le sequenze con la storia del leader ancora senza nome della Red Right Hand.
L’idea di base è che un Wolverine più giovane uccise suo padre, che adorava (anche se i flashback ci mostrano che si trattasse chiaramente di un bastardo); ha dedicato la sua vita per ottenere la propria vendetta su Wolverine, ma, essendo solo, non è mai riuscito ad essere più di uno di quelli che di quando in quando scagliano un attacco e vengono presto dimenticati. Perciò ha messo su questa organizzazione composta da altra gente anonima simile a lui, e dalla loro parte hanno ora il vantaggio di fare numero insieme.
Ok: ecco due ragioni per le quali la cosa non funziona.
Primo, non ci dice nulla che non fosse già ovvio fin dai numeri precedenti. Tutto ciò che aggiunge è qualche dettaglio in più, e il padre era il tipico cattivo da cartoni animati che si arrotola i baffi, unidimensionale, che a stento si qualifica per dare un peso al personaggio.
Secondo, l’idea che la Red Right Hand sia fatta da persone qualunque tutte contro Wolverine: in teoria, non se ne riscontra prova nei loro piani, che si riducono a “ingaggiamo dei mercenari e stiamocene ben nascosti”, per quanto si è visto finora. Perché non avrebbe potuto fare tutto da solo? Cosa ottiene mettendosi al fianco un branco di persone inutili? Forse Aaron sta per arrivare al punto, ma siamo già al decimo capitolo del ciclo, e si sarebbe già dovuto sapere, ormai.
Ci sono anche problemi di toni e atmosfere: la lotta tra Wolverine e Cannonfoot è scritta come un cartone animato in stile Lobo, ma Renato Guedes la disegna in toni più letterali. Non sono sicuro che sia un buon partner per Aaron; non sembra adattarsi bene ai voli di nonsense sporadici c’è saltano fuori qua e là negli scripts di Aaron.
C’è una buona idea di base – mi piace il concetto di gente comune che cerca di vendicarsi di Wolverine per avergli rovinato la vita – ma non viene messa a segno.

Wolverine/Hercules: Myths, Monsters and Mutants # 4 (of 4)
Questo è il volume che può interessare solo ai collezionisti accaniti che ho menzionato nell’introduzione.
Non perché sia particolarmente malvagio, ma… beh, è una miniserie su Wolverine e Hercules a fare squadra, ambientata in un periodo della continuity di qualche tempo fa, e si pone come sequel di una storia in cui Wolverine neanche compariva. I giorni in cui un pubblico fedele di lettori avrebbe comprato questo volume sono ormai passati. La Marvel si sta allontanando da questo tipo di progetti e si spinge verso numeri extra delle testate regolari; a breve termine è probabilmente la scelta migliore, anche se non affronta a dover la questione fondamentale correlata all’espansione eccessiva della linea editoriale.
Per essere giusti nei confronti di Frank Tieri, bisogna dire che ha realmente provato dare un peso drammatico a questa storia. Purtroppo, ha provato a farlo cercando di ricollegarsi alla trama da tempo dimenticata di Matsuo Tsurayaba che viene tormentato da Wolverine ogni anno. E quella trama era già stata rispolverata l’anno scorso sulla mini di Psylocke. So che gli editori si preoccupano meno, ormai, della continuity tra i crossover delle varie serie, ma santo cielo, è così difficile evitare di commissionare due miniserie diverse che lavorino sulla stessa trama?
La soluzione di Tieri avrebbe funzionato bene da sola; ho il presentimento che quell’ultima pagina sia stata messa lì per evitare di creare un’inconsistenza troppo grande con la storia di Psylocke, ma è una bella scena comunque.
A parte questo, è una buona miniserie team-up, anche per quanto riguarda quest’ultimo numero. Sfortunatamente il finale è un po’ malandato, prima con una pagina di disegni incomprensibili che rovinano un momento topico, e poi col finale con un climax scarso, con Pluto che arriva a sistemare tutto.

X-23 (Vol. II) # 10 - 11
X-23 e Gambit sono a Parigi … per qualche motivo. Il riassunto introduttivo dice che sono alla ricerca di qualcosa, ma, se lo sono, la storia non arriva mai al punto; pare più che X-23 stia continuando la sua esperienza da globetrotter, presto potrà dire di aver perso tempo per tutti i 5 continenti.
Ad ogni modo, la trama – quella che è – è che uno dei documenti che X-23 ha sottratto a Daken nella storyline precedente era una lista delle persone che X-23 ha ucciso quando era un’assassina. E ora si angoscia inutilmente in proposito. Questa è sostanzialmente la storia per metà numero.
È un fumetto un po’ angoscioso. Non è necessariamente una cosa negativa, fa parte delle prospettive del personaggio, e Marjorie Liu ha fatto una mossa intelligente scegliendo Gambit come co-protagonista, per garantire luci ed ombre alle storie; ma, anche così, è Veramente Angoscioso, e dalle trame molto scarse.
A metà storia finalmente succede qualcosa, quando arrivano Wolverine e Jubilee, consentendo al fumetto di tornare ad esplorare un tema che gli è caro, “natura contro educazione” attraverso il vampirismo di Jubilee. Va bene, piuttosto standard, ma c’è anche una conversazione interessante tra Gambit e Wolverine, in cui si solleva la questione del perché Wolverine non si sia messo X-23 al suo fianco sotto la sua ala protettiva come ha fatto con Jubilee o Kitty in passato. Per certi versi, pare il tentativo di Liu di affrontare l’elefante in salotto e spiegare cosa diavolo ci facesse X-23 nella X-Force, tanto per cominciare – ma almeno è confortante vederla cercare di dare un senso a tutto questo in un modo che si adatti ai personaggi, anziché semplicemente mettere da parte questi problemi.
Detto questo – ci sono un paio di idee buone sulla caratterizzazione dei personaggi, ma questo non cambia il fatto che c’è un sacco di angoscia e tormento e sostanzialmente nessuna trama.

Nel # 11, Jubilee e X-23 sono ancora a Parigi, e, come immaginerete, Jubilee viene di nuovo usata per esplorare il concetto appena citato di “natura contro educazione” che è il cuore di questa serie.
Putroppo, in un altro esempio di incrocio posto molto male tra due serie diverse, Marjorie Liu sembra pensare che ciclo di Jubilee e il suo vampirismo includesse il fatto che tutti ad Utopia la evitassero e che lei rinnegasse strenuamente la sua condizione, fino a quando non ha lasciato Utopia e ha acquisito una nuova prospettiva. Questo, ovviamente, è l’esatto contrario del ciclo su Jubilee che abbiamo visto nella miniserie Wolverine & Jubilee e nell’albo di epilogo nella serie stessa degli X-Men – e anche in quest’epoca in cui la continuity viene presa meno sul serio, non ci sono scusanti per aver travisato una cosa del genere in questo modo.
Comunque, X-23 prova un desiderio di auto-distruzione, X-23 va a comprare dei vestiti da ragazza come tutte le altre, tutti indagano su coloro che hanno quell’Odore Scatenante visto nell’arco precedente… è un numero abbastanza tipico, ravvivato dai disegni interessanti di Sana Takeda.
Inizio ad avere il presentimento, però, che, tanto quanto il lavoro della stessa Liu su Daken, ci sia un bel po’ di introspezione e auto-contemplazione da parte della protagonista, ma nessun progresso nelle storie.

X-Factor # 219
Da ciò che sembra, dovrebbe essere l’ultima parte della storyline con i 3 assassini. X-Factor chiede spiegazioni a J. Jonah Jameson, Guido si sente particolarmente a suo agio in ospedale, e tutti ad eccezione di Madrox vanno all’inseguimento dei cattivi. Mi pare che la storia degli assassini non sbocchi da nessuna parte; c’è una sottotrama problematica, ma sostanzialmente sembra che il loro ruolo sia quello di mettere Guido e Layla ai posti di partenza per l’avvio della prossima storia. È un peccato, perché Ballistique aveva avuto un bel numero di debutto, e speravo che fossero qualcosa di più che gli antagonisti del momento. Forse Peter David ha qualcosa in più in serbo per loro, ma sembra che il loro lato della storia non sia stato sviluppato come si deve.
Il punto focale della storia, comunque, è l’intera X-Factor (tranne Madrox, che probabilmente ha provato a trattenerli) che va a caccia dei cattivi con un grado di vendicatività che fa davvero provare disagio, forse perché spesso non viene esplorata. È una bella sequenza, che ci lascia dei dubbi su quanto dovremmo davvero parteggiare per i personaggi, e ci offre bei momenti incentrati su Monet. Non uno dei migliori albi di X-Factor, ma ci sono bei momenti.

X-Factor # 220 - 221
Una storia sui Mangiapeccati? È un concetto che riporta indietro alla storia “La morte di Jean DeWolff” che Peter David scrisse per Spider-Man negli anni ’80, ma ora pare esserci di mezzo un demone pronto ad affrontare Shatterstar e Wolfsbane. Ora, se c’è un personaggio che dovrebbe preoccuparsi del suo destino nell’aldilà è proprio Wolfsban; il suo devoto puritanesimo era ciò che la distingueva come personaggio, all’epoca, ma negli ultimi anni si è distanziata notevolmente da ciò in cui ancora dichiara di credere. C’è anche roba buona in questo numero sui due protagonisti – David ha trovato un bel modo di scrivere Shatterstar puntando sulla sua tendenza istrionica. Ed è fedelissimo al concetto originale del personaggio creato da Rob Liefeld, solo in un modo più sottile e umoristico.
Detto questo, questa è una di quelle storie in cui un personaggio mistico appare per dare una lezione ai membri stupidi della specie, e anche se sono lieto di cogliere il presentimento che la cosa verrà esplorata a lungo termine per quanto riguarda Rahne, la mano è stata calcata però un po’ troppo, almeno per gli standard di Peter David.

Leggendo però il # 221 .... dove diavolo sta andando, questa storia? Feral non è viva, dopo tutto – è un fantasma, mandata ad ossessionare Wolfsbane e Shatterstar, forse perché ha qualche vaga connessione con entrambi i personaggi. Peter David non sembra essere interessato a lei oltre questo concetto, visto che inserisce nei suoi dialoghi battute stanche, e per lo più il resto del numero segue Wolfsbane sotto attacco da parte di creature mitiche a temi canini e felini. Suppongo che il mondo mistico stia convergendo su Rahne per cercare di mettere mano al suo bambino, ma, a questo punto della storia, viene tutto percepito come una serie di scene di lotta casuali, ed è un po’ deludente.

X-Men (Vol. II) # 11
A vostra richiesta – un epilogo a “Curse of the Mutants”? Sul serio?
Questo numero riprende la trama di Jubilee trasformata in un vampiro, con gli X-Men che cercano di aiutarla a riprendersi, e con il Professor X che cerca di tirarle su il morale con una storia del suo passato. Così si arriva ad un flashback che occupa quasi tutto il numero. I disegni di Al Barrionuevo sono belli, e la storia è ok finora, ma è il momento in cui questa storia viene piazzata ad essere curioso – perché adesso e non alla fine di “CotM”? E perché dopo la mini di Wolverine & Jubilee che ha esplorato gli stessi temi e ha visto Jubilee scendere a patti con la propria condizione? Forse Gischler ha un progetto a lungo termine collegato a questa trama, e questo è un modo per riportarla all’attenzione dei lettori prima di passare al prossimo ciclo di storie, ma sembra come un ripensamento pianificato bizzarramente.

X-Men (Vol. II) # 12 - 13
Nella seconda parte di “First to Last”, prosegue la trama sugli Evolutionaries. (Nota per la Marvel: avete presente il fatto che la prima parte di questa storia è apparsa su uno speciale, e non sul numero 11? Provate a menzionarlo, la prossima volta, sulla pagina introduttiva. Non si sa mai, potreste vendere dei fumetti.)
Così, gli Evolutionaries si sono fatti vivi su Utopia, e ci alteriamo avanti e indietro tra questo incontro e quello all’epoca della Silver Age. Gli Evolutionaries sono ossessionati all’idea di trovare qualcuno con cui avere a che fare che possa parlare per la razza mutante. Il Professor X non ha mai rispecchiato questa descrizione, ma Ciclope sì, in linea con le storie degli ultimi anni. Sfortunatamente, come gli Evolutionaries fanno notare, questi anni di Ciclope nei panni di leader dei mutanti sono stati rappresentati da un disastro dietro l’altro. Forse dovrebbe riconsiderare la sua posizione.
Mi piace l’idea di base di questa trama: oltre ad essere un bel modo di illustrare quanto gli X-Men siano cambiati dagli anni ’60, gioca bene su alcuni temi importanti sia in assoluto della serie che delle storie degli ultimi anni in particolare. Purtroppo, almeno nelle scene ambientate nel presente, si ricade sempre nella stessa trappola che gravava sul run di Matt Fraction su Uncanny X-Men: una vera e propria orda di personaggi, con conseguente mancanza di dettaglio.
Mi chiedo anche quale sia la logica nel far comparire gli Eterni in un flashback per spiegare la trama senza però fornire alcuna spiegazione su chi siano o cosa stiano facendo. A meno che la storia non torni su di loro prossimamente, servirà solo a confondere quei lettori che non possono riconoscere questi personaggi.
La storia soffre di un po’ di confusione, ma almeno ci sono temi molto forti in ballo.

Nel # 13, continua la storia “First to Last” e inizio a sospettare che Christopher Yost abbia un’idea leggermente distorta di come funzioni l’evoluzione ..... o forse è proprio questo il punto.
Gli Evolutionaries dichiarano di essere qui per “proteggere l’evoluzione stessa”, ma la loro idea per ottenere questo scopo è di rimuovere specie che altrimenti dominerebbero sulle altre. Quindi non stanno forse, per definizione, liberandosi dei vincitori della scala evolutiva per il bene dei perdenti? In effetti, con i mutanti ridotti a 200 su un’isola, non è forse assodato che siano ormai in un vicolo cieco dell’evoluzione? (Mike Carey si è già prodigato in lungo e in largo su “Endangered Species” per stabilire che la popolazione sia troppo esigua per riprodursi e tornare a livelli tranquilli.) Potrei capire se l’idea fosse che a volte c’è bisogno di eliminare una specie dominante ma in declino per permettere ad altre di svilupparsi e andare avanti… ma non è questo il modo in cui la cosa viene presentata in questa storia.
Le sequenze di flashback sono interessanti; Magneto deve riunire la sua gente così che gli Evolutionaries si sentano liberi di eliminare la razza umana, e per realizzare questo fine ha bisogno di Cerebro. Questo, a sua volta, richiede un telepate per poter essere utilizzato, il che crea l’opportunità di porre un nuovo legame tra passato e futuro. Tutto questo va benissimo, ma le sequenze ambientate nel presente in questo numero consistono per lo più in una lunga scena di combattimento, e inizio a presagire che non ci sia una trama per il tempo presente abbastanza consistente da permettere questa struttuta alternata tra passato e presente.

<b>X-Men: Legacy # 248

Il primo di due numeri che affrontano i postumi di “Age of X”, e Mike Carey sembra provare ad avere la botte piena e la moglie ubriaca. Anche se tutti sono rimasti nella realtà di Age of X solo per 7 giorni, si ricordano di esserci stati per anni. Alcuni hanno subito cambiamenti permanenti, con Carey che coglie l’opportunità di resettare completamente Chamber – di certo tutto quello che è stato fatto con questo personaggio fin dall’M-Day si è rivelato senza sbocchi, ma si potrebbe ancora pensare che potrebbe essere molto più eccitante l’idea di un personaggio che riacquista i propri poteri. Pixie ora pare avere una doppia personalità, che si manifesta con ali differenti, ma non è spiegato con molta chiarezza.
Ora, la maggior parte dei personaggi si suppone che non sia molto cambiata per via degli eventi di Age of X, e dunque in questo volume si solleva la possibilità che Emma cancelli i ricordi di quei giorni dalla mente di ognuno. Ma alcuni insistono a voler mantenere ciò che ricordano, tra questi spicca Frenzy, che apparentemente per questa storia viene elevato tra i protagonisti principali – una scelta interessante, questa, visto che è stata poco più che una semplice subordinata fin dalla sua creazione a metà degli anni ’80. E come spesso in queste storie, Carey evidentemente la vede come un’opportunità per lavorare con un personaggio che ha dietro una storia, ma anche poco bagaglio sulle spalle. Il punto è che lei si rifiuta di dimenticare la sua relazione con Ciclope, e lui non ci sta.
Gambit compare per dichiararsi fuori da queste storie (così che forse possa andare a fare il suo viaggio su X-23), anche se la pubblicità pare suggerire che la cosa non sia destinata a durare. E con un bel tocco, alcuni elementi minori di “Age of X” che hanno avuto un modesto impatto nel corso di quella storia, stanno avendo risalto adesso. E la ragazza che somigliava a Fenice era proprio Rachel Summers – che non riesce a ricordare cosa ci facesse su Utopia tanto per cominciare. Sono cose come queste che fanno pensare che Carey abbia in mente una strada su cui portare queste storie; anche la mutilazione di Satiro, all’epoca, era sembrata gratuita, e ora sembra che abbia fatto parte invece di un piano più ampio sul personaggio.
In questo numero non c’è una storia vera e propria, piuttosto una serie di conversazioni che ci fanno il punto sullo stato dei personaggi, mentre la serie si avvia ad una transizione verso il suo nuovo status quo a partire dal numero 250. Ma è chiaro che Carey abbia idee chiare e decise su cosa vuol fare con i personaggi principali, e la sue scelte inusuali di utilizzare personaggi poco utilizzati rende la lettura interessante.

X-Men: Legacy # 249
Dalla copertina, ci si potrebbe aspettare un’altra storia dedicata a Magneto al tempo dell’Olocausto: in realtà, la seconda parte dell’epilogo per Age of X, dedica circa 6 pagine a questo flashback, e non è troppo pesante, come la copertina sembrerebbe suggerire. Indubbiamente cercando di trovare una prospettiva fresca su un tema che rischia la sovraesposizione, Carey ci racconta la storia del dottore nazista August Hirt. Hirt è un personaggio realmente vissuto e (a parte l’ovvia invenzione che sia stato Magneto a spingerlo al suicidio) il resto degli eventi presentati qui è abbastanza accurato, anche se le foto di Hirt che si possono trovare online non somigliano granché alla versione in stile Hitler resa dal disegnatore Rafa Sandoval. Il punto, certo, è che Magneto sia stato plasmato dagli eventi del suo passato, ma ciò non vuol dire che lo si possa giustificare per questo.
Carey ha già fatto un buon lavoro sul Professor X nel suo ruolo post-leadership, e potrebbe essere interessante vedere cosa potrebbe fare con Magneto. Per tutti coloro che affermano che nulla cambia nel mondo dei supereroi, l’effetto degli ultimi anni di storie è stato quello di scalzare sia Magneto che il Professor X dalle loro posizioni tradizionali, rendendoli due uomini in cerca di un nuovo ruolo in un mondo che ruota attorno alla generazione successiva. Si potrebbe decidere di escluderli o farli fuori, ma si può anche decidere di cogliere l’opportunità per scrivere su di loro storie nuove, e se è questa l’intenzione di Carey, a me sta benissimo.
Il resto del numero si concentra su Frenzy, che ha deciso di diventare a tutti gli effetti parte degli X-Men per riprendersi ciò che aveva nella realtà di Age of X, e su Legion, che ha in mente un trucco per stravolgere la trama che vuole condividere con noi. Ovviamente, Legion ha sempre rappresentato più un trucco per stravolgere le trame che una persona. Fa parte del gioco quando si è un personaggio talmente complesso (personalità multiple, ognuna con il proprio potere), e non è qualcosa che possa essere cambiato dalla sera alla mattina. Visto che pare dover restare nel cast regolare della serie, posso solo immaginare che Carey abbia dei progetti su di lui; per lo meno, se dev’essere per gli X-Men la versione di Crazy Jane da Doom Patrol, non sarebbe male dargli altre personalità più definite.
Ad ogni modo, il punto di questi numeri è di preparare il terreno perla nuova fase della testata, e ci riescono bene. Non vedo l’ora di vedere cos’altro avrà in mente di fare Carey con questi personaggi.

X-Men: Legacy # 250
La prima parte di “Lost Legions”, che potrebbe essere una nuova direzione per la testata, o semplicemente un modo per passare il tempo aspettando il rilancio con “Schism”. Chi può dirlo? Comunque, la squadra di Xavier sta dando la caccia alle personalità di Legion che sono fuggite. Quella che vediamo in questo numero, Time-Shift, sembra essere più solo l’estensione di un potere che una personalità definita. Ma va bene, visto che è giusto il trampolino che permette a Mike Carey di crearsi questa nuova squadra. Styx si sta sviluppando come antagonista principale del gruppo, e credo che tempo qualche mese e ci ritroveremo ad affrontarlo. Il cast è ben affiatato, una volta tanto si fa un uso intelligente di Legion, e anche un buon utilizzo degli sbalzi temporali. C’è anche una sequenza puntata su Rachel Summers e sulla sua sottotrama, raccontata quasi interamente al contrario. Sostanzialmente Carey ci illustra brevemente tutta una premessa, e non c’è nulla non vada in questo. E infine, c’è una ristampa di New Mutants # 27, apparentemente selezionata per quest’albo perché racconta del “Primo incontro del Professor X con Legion”. Anche se è corretto, è anche vero che si tratta del capitolo di mezzo di una trama che non è nemmeno disponibile nel servizio digitale Marvel. (Sinergia aziendale? Cos’è la sinergia aziendale?) Ho letto l’intera storia, in passato, ma cosa si aspetti la Marvel che possa farci la maggior parte dei lettori, oltre che innamorarsi dei disegni di Bill Sinkiewicz, non mi è proprio dato immaginare.

X-Men: Giant-Size # 1
Può essere pubblicizzato come volume unico, ma è in effetti X-Men (Vol. II) # 11.5, dando inizio alla storyline “First to Last” di Chris Yost che continua su X-Men (Vol. II) # 12 (n.d.r.: leggi sopra) .... e, hey gente, sono i Neo? Vi ricordate i Neo? No, probabilmente no – ma nemmeno a Yost interessa ... gli serve un mezzo per introdurre i suoi nuovi personaggi.
Normalmente disprezzerei una cosa del genere, ma insomma, sono i Neo. Vennero creati da Chris Claremont sul suo secondo run su Uncanny X-Men e, in teoria, si tratta di una razza nascosta che rappresenta per i mutanti ciò che i mutanti rappresentano per gli umani. Sembra una buona idea, almeno fino a quando effettivamente non si prova a scriverne, a quel punto diventa essenzialmente un altro gruppo di mutanti, perché non c’è modo di distinguerli nettamente. I Neo semplicemente non funzionano, e se questo numero ha bisogno di un’oscura alternativa alla razza umana a cui contrapporre i mutanti, beh, è l’unico uso che qualcuno ne abbia trovato nell’ultimo decennio.
Yost tiene molto ai suoi nuovi personaggi, gli Evolutionaries – che sembrano una sorta di versione economica dei Celestiali. Gran parte del numero consiste in un flashback al loro debutto mai menzionato in precedenza nella Silver Age – ecco dunque il motivo degli X-Men nelle loro versioni anni ’60 sulla copertina. E gran parte di questo flashback consiste nella lotta tra gli X-men e la Confraternita prima che gli Evolutionaries apparissero. (C’è anche una sentinella a gironzolare lì intorno che nessuno sembrava aver notato prima. È tutto un po’ strano e mi spinge a chiedermi se sia un effetto voluto. Non si può mai dire, di questi tempi).
L’idea degli Evolutionaries è abbastanza buona, però; sono un mucchio di entità cosmiche dalla vena omicida il cui obbiettivo è che i mutanti ereditino il mondo così come pianificato. Mi piace l’idea: è un richiamo all’idea che i mutanti rappresentino il nuovo stadio dell’evoluzione, concetto un po’ perso di vista a seguito dell’M-Day ... ed ha una prospettiva classica; gli Evolutionaries sarebbero tecnicamente dalla parte degli X-Men, ma non è il loro non è il tipo di aiuto che uno vorrebbe ricevere.
È una bella introduzione all’idea, e funziona come prima parte di una storyline. Perché venga però pubblicizzata come volume a se stante… solo il cielo lo sa.

X-Men: Prelude to Schism # 2 - 3 (of 4)
Dunque ci stiamo muovendo … indietro nel tempo ? Questa è una serie in cui Scott Summers ha delle conversazioni con gli altri X-Men principali in ordine inverso? A questo punto, sono confuso: Paul Jenkins sta scrivendo dialoghi decenti, ma si suppone che tutto questo serva come base per qualcosa? Come?
In questo numero Magneto parla, che significa che ricapitola la trama di quella miniserie Testament di un paio di anni fa e ricorda i suoi primi incontri con gli X-Men. Ci sono anche un paio di metafore sui magneti. Diciamo che riafferma alcuni temi standard del personaggio, che è più o meno il punto dove si spinge questa storia – ma a parte questo, cosa c’è? Non ho assolutamente idea di quale scopo questa storia si prefigga di raggiungere, perché dovrebbe spingermi ad interessarmi a “Schism”, o cosa serva. Forse ne scopriremo il senso andando avanti, ma se c’è un punto in tutto questo, è ben nascosto.

Col # 3, dopo due numeri su Xavier e Magneto a regalarci estesi flashbacks, cambiamo rotta… leggermente. In questo numero per lo più si parla di Ciclope e dei suoi ricordi su sua madre, che va bene come storia fine a se stessa, ma, anche stavolta, non si capisce cosa abbia a che fare con l’imminente crossover. L’ultimo terzo della storia almeno arriva alla questione di come Scott si senta riguardo alla sua posizione di leader, un tema che si collega a “Schism”, e una decisione sulla minaccia non specificata della quale Jenkins non aveva più scritto negli ultimi mesi. Forse sarà tutto più chiaro col senno di poi, su come tutto questi si collegherà alla storia principale, ma a questo punto sembra nulla più che una collezione casuale di osservazioni da parte di alcuni personaggi assieme ad una costruzione misteriosa verso qualcosa che pare non avere alcun nesso col resto.








view post Posted: 25/6/2011, 12:02 Marvel Mutant Titles - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-PREVIEWS
MARVEL MUTANT TITLES
In Uscita il 29.06.2011


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In Questo Numero
- Marvel Universe vs Wolverine # 1 (of 4)
- Uncanny X-Men # 539
- X-Men: Prelude To Schism # 4 (of 4)




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Marvel Universe vs. Wolverine # 1 (of 4)

CITAZIONE
STORY BY: Jonathan Maberry
ART BY: Laurence Campbell
COLORS BY: Lee Loughridge
COVER BY: Michael Wm Kaluta

Last year The Marvel Universe vs the Punisher showed you the ruins of our world. Now witness the fall. NY Times bestseller Jonathan Maberry reveals the dark and terrible events that take us from the outbreak of a deadly plague to the beginning of the last war for planet earth. A dreadful disease begins transforming everyone –human and superhuman—into savage, nearly mindless cannibal predators. Who will protect humanity? Who will make a stand against the endless slaughter? Who has the courage to make the hardest of hard choices? One word: SNIKT!

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Uncanny X-Men # 539

CITAZIONE
STORY BY: Kieron Gillen
ART BY: Ibraim Roberson
COVER BY: Simone Bianchi, Dave Johnson

Hope has been kidnapped and there is only one mutant who can track her down: Wolverine! And when Mutankind needs their messiah more than ever, will Logan do what's necessary to find Hope? Will the source of his animosity for the red-headed savior finally be revealed?

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X-Men: Prelude to Schism # 4 (of 4)

CITAZIONE
STORY BY: Paul Jenkins
ART BY: Clay Mann, Jay Leisten, Seth Mann
COLORS BY: Chris Sotomayor, Lee Loughridge
LETTERS BY: Rob Steen
COVER BY: Giuseppe Camuncoli, Dan Brown

The mini-series that leads to the X-Event of 2011 continues! This month we get inside the heads of the two most important X-Men: Cyclops and Wolverine. See parts of their past you never saw before, experience the most intense moments in X-History and understand what leads to the Schism that is coming!

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view post Posted: 25/6/2011, 11:51 Liu's Dark Tales - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-INTERVIEW
LIU'S DARK TALES
Intervista a Marjorie Liu



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Solo pochi eroi dell'Universo Marvel possono dire che la conta delle uccisioni da loro effettuate sia significativamente più alta della loro età.
Laura Kinney, la protagonista della serie "X-23" scritta da Marjorie Liu, è una di quei pochi.
Kinney, un clone genetico dell'X-Men noto come Wolverine, ha iniziato ad uccidere in tenerissima età. Questo perché l'organizzazione che l'ha creata l'ha sottoposta ad orrendi abusi fisici e psichici per trasformare la giovane X-23 nel loro sicario personale. Fortunatamente, da adolescente, è stata capace di scappare dai suoi creatori e trovare casa presso gli X-Men, e una figura paterna nella forma di Wolverine. E' andata così fin quando Ciclope ha deciso poi che aveva bisogno di una sua squadra segreta di sicari, e ha selezionato Laura e Wolverine per l'incarnazione della sua X-Force. In seguito la squadra è stata scoperta e poi dissolta, ed è stato a quel punto che Laura si è resa conto che stava ancora svolgendo il lavoro che i suoi creatori avevano stabilito per lei. Per questo ha lasciato gli X-Men, per cercare di scoprire chi sia veramente e cosa voglia diventare.

Uno dei grandi dibattiti tra i filosofi è quello sull'anima dell'uomo. Esiste davvero? Se sì, che cos'è? L'identità di una persona è definita dalla sua mente e dai suoi ricordi o da questa nebulosa anima? E in quale momento viene generata l'anima?
Un personaggio che chiaramente si strugge sulle nozioni dell'anima è proprio la nostra X-23, il clone femminile di Wolverine.
E' stata creata per commettere atti orribili (e l'ha fatto), ma sta cercando di redimersi... se c'è un'anima da redimere.

Il viaggio di scoperta di se stessa di X-23, è stato doloroso, e particolarmente nell'arco di storie attuale, "Touching Darkness", dove ha dovuto confrontarsi con gli omicidi commessi da bambina.
A consolarla e ad aiutarla, c'è il suo compagno di viaggio Gambit, e a volte Jubilee e Wolverine.
Riusciranno ad aiutare X-23 a scendere a patti con le oscure verità del suo passato? O quegli orrori saranno troppo per lei?

Per una risposta a queste domande, abbiamo parlato con Marjorie Liu dei suoi progetti per Laura e il futuro della testata.



D: Marjorie, nel numero 10 di X-23, il primo del ciclo "Touching Darkness", Wolverine e Gambit hanno avuto un'interessante discussione a proposito di Laura. Pare che entrambi ci tengano a fare il suo bene, ma che percepiscano diversamente ciò che lei è e ciò che sarebbe meglio per lei. Cosa puoi dirci in merito?
Marjorie Liu:
Gambit vede Laura come una ragazza danneggiata, abusata, che sta provando a tutti i costi ad avere una vita migliore - e si riconosce in questo, visto che anche lui è stato un ragazzo danneggiato e abusato, in cerca di una vita migliore, che ha commesso tanti errori lungo la strada. Wolverine, fino a un certo punto, la vede ancora come un'arma - forse, perfino, un riflesso di se stesso. Lei è stata creata per essere come lui, ma non lo è - creata poi da quelle stesse persone che hanno cercato di trasformarlo in un'arma. Con lei, hanno avuto successo, per molti versi. E credo sia una situazione strana per Wolverine. Non sa come comportarsi con lei a livello emozionale. Non credo che si renda conto del muro che ha posto tra di loro, ma Gambit invece lo percepisce. Per Gambit, Laura non è un soldato. Solo una ragazzina. Wolverine non vede prima la ragazzina - vede in lei un'arma.

D: Sembra che quando Wolverine ha fatto visita a X-23 portando con sé Jubilee, l'ha fatto perché voleva che Laura potesse interagire con una ragazza relativamente normale, allegra, che cerca disperatamente di mantenere la propria coscienza di sé dopo essere stata, recentemente, trasformata in un vampiro. Voleva che anche Jubilee traesse qualcosa da questo incontro?
ML:
Jubilee è in una posizione scomoda, non deve essere lasciata sola - non ancora, almeno - perché nessuno si fida per ora del fatto che non si lasci andare all'istinto da vampiro e faccia del male a qualcuno. E poi, ha bisogno del sangue di Wolverine per poter mantere un po' della sua umanità. Questa è la situazione - per ora, che offre le premesse per delle fantastiche storie. Significa anche che era scontato che Jubilee accompagnasse Wolverine (almeno per me). Ma Jubilee si rivela essere un'influenza positiva per X-23, che non ha molte - o alcuna - amiche della sua età. Jubilee, a dispetto del vampirismo, è sostanzialmente normale e (perpetuamente) allegra, ed è una boccata di aria fresca per una come X-23. X-23, d'altra parte, è altrettanto positiva per Jubilee, che si sente anche lei isolata e sola, e incerta sul suo futuro. Solo che nasconde meglio le sue paure, tutto qui. Incontrare X-23 le dà nuove prospettive sulla sua situazione. Vede che entrambe si sentono vulnerabili, e capisce che sono entrambe outsiders in un modo che nemmeno gli altri mutanti possono comprendere - e questo crea un legame tra di loro.

D: Nel numero 11, nei negozi adesso, Jubilee beve il sangue di X-23, e afferra il ricordo di una delle sue prime uccisioni. In quel ricordo, Laura
sembra essere sotto l'effetto dell'odore della Tigre, una sostanza chimica che i suoi creatori usavano per farla entrare in uno stato di frenesia omicida. Dilania un uomo e una donna che erano in custodia di un bambino, e poi si ferma. Devo chiedermi, però, abbiamo visto tutti i dettagli più importanti di questo ricordo? L'uomo e la donna che Laura ha ucciso stavano proteggendo il bambino? Oppure lo tenevano prigioniero?
ML:
Bella domanda. La risposta è no, non abbiamo visto tutto ciò che conta di quel ricordo.

D: Nello stesso volume, si scopre che l'Odore della Tigre è in vendita sul mercato nero di Parigi. Quando X-23, Gambit, Wolverine e Jubilee si recano sul posto per fermarne la vendita, Laura fa promettere a Jubilee che userà la sua forza di vampira per ucciderla, se dovesse di nuovo cadere preda della sostanza. E alla fine vediamo Laura buttarsi a capofitto in una situazione nella quale lei doveva per forza di cose sapere che l'avrebbe messa in pericolo di esporsi all'Odore della Tigre. Si è trattato di un tentativo di suicidio consapevole? O è stata motivata invece dall'odore familiare che ha fiutato prima?
ML:
No, non si è trattato di un tentato suicidio. Stava seguendo l'odore che aveva fiutato, e l'ha seguito prima di fermarsi a ragionare sulle conseguenze. E' un po' come Wolverine, in questo senso. Si butta in picchiata in una situazione, reagisce guidata dall'istinto.

D: Quell'odore familiare che X-23 stava seguendo apparteneva alla persona che stava cercando di vendere la nuova versione dell'Odore della Tigre, che può trasformare chiunque lo annusi in un assassino. Quando questa persona si rivolge a Laura per mezzo di un altoparlante, Laura riconosce chiaramente questa voce, e viene rivelato che si tratta di una donna. Puoi suggerirci qualcos'altro sull'identità di questo personaggio? E' un personaggio già noto? O è una nuova creazione con una connessione finora ignota al passato di Laura?
ML:
Non so quanto posso rivelare su questo personaggio, eccetto che alla fine di quest'arco non verrà svelato il suo mistero. Si tratta di qualcuno che continuerà ad ossessionare Laura, nel corso del tempo. Non temete, però, ci sarà una risoluzione.

D: Immaginiamo allora che la caccia a questa misteriosa cospiratrice occuperà molto dell'azione degli ultimi capitoli di "Touching Darkness"? Puoi dirci cos'altro avremo modo di vedere in quest'arco? Basandoci sul cliffhanger del numero 11, luglio partirà col numero 12 con una lotta tra Jubilee e X-23 posseduta dall'Odore della Tigre?
ML:
Confrontarsi con le conseguenze delle macchinazioni di questa donna occuperà quest'ultimo numero di "Touching Darkness", tanto quanto la dimostrazione di quale terribile arma potrebbe essere questo Odore della Tigre - se dovesse mai cadere nelle mani sbagliate, ed è già successo. Vedremo anche un inizio di guarigione a livello emozionale per X-23, in merito ai suoi problemi di auto-mutilazione. Non sarà completamente curata, non sarebbe realistico, ma se dovesse mai cadere di nuovo nel tipo di disperazione che le fa venire il bisogno di infilzarsi un artiglio nel corpo, potrebbe imparare ad affrontare diversamente quel bisogno - sapendo che ha degli amici ora su cui contare.

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D: A proposito di numero 12, come ti senti ad essere arrivata al traguardo di un anno trascorso su questa testata?
ML:
Onestamente, ci sono arrivata senza neanche rendermene conto. Ho appena scritto il numero 17, sto lavorando sul 14, e ho saputo proprio un paio di giorni fa che X-23 è stata confermata per un altro anno, quindi continuerò a scriverla fino al 2012. Se ci penso è una bella cosa, ma sembra anche essere accaduto tutto così in fretta. Un battito delle palpebre, ed eccomi qua. Non so nemmeno come sia successo.

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D: Ripensando al tuo primo anno su "X-23", sei riuscita a fare tutto quello che avevi in programma? C'è qualcosa in più che avresti voluto includere o qualcosa che avresti voluto fare in modo diverso?
ML:
E' una domanda difficile. Ci sono momenti in cui vorrei aver gestito diversamente qualcosa? Certo. Ma tutto sommato, sono soddisfatta di questo primo anno, e ho imparato tanto nel corso di esso.

D: Nel numero 13 di Agosto, sposterai la scena da Parigi a New York. Sembra che questa sarà una storia molto importante per Laura e la sua pace mentale, perché sta cercando di rintracciare qualcuno che è sopravvissuto ad un incontro con lei nel suo periodo da assassina. E' corretto?
ML:
Sarà decisamente importante per la sua pace mentale, il suo bisogno di espiazione e di affrontare i demoni del suo passato. Ma è anche parte di un puzzle molto più ampio.

D: Le anticipazioni del numero 13 menzionano anche che Laura incontrerà la Future Foundation. Hai scritto sui FF quando cooperavi sulla testata di Daken. Come ti senti a ritornare su quei personaggi nella loro nuova veste? Cosa ti ha spinto a voler esplorare le dinamiche tra loro e Laura? E questo numero si concentrerà su Laura e la FF, o ci sarà anche Gambit?
ML:
Io adoro i Fantastici Quattro, ed è stato bello, anche se tra il dolce e l'amaro, tornare a trovarli nella loro veste attuale. Stanno affrontando il dolore, il loro nuovo look, e X-23 gli ricorderà Daken, che li riporta a Johnny - e dunque non filerà tutto liscio tra e lei e uno dei personaggi. Gambit comparirà all'inizio del numero, e lo si vedrà qui e là nel corso della storia, ma per lo più questo numero è incentrato su Laura. Questo arco di quattro numeri la porterà su un nuovo sentiero che la trascinerà nell'ampio Universo Marvel vero e proprio.

D: L'avventura di Laura a New York la porterà faccia a faccia con altri eroi Marvel? Possiamo aspettarci comparse da parte dei suoi amici della serie "NYX"?
ML:
"NYX" ritornerà - prima o poi - ma la cosa continua ad essere rimandata! X-23 non ha certo dimenticato i suoi amici, che saranno menzionati, comunque, nel numero 13, e questo perché X-23 e Gambit cerceranno di rintracciare la compagna mutante Cecilia Reyes, per aiutarli ad affrontare un problema particolare. Cecilia è stata in contatto con i ragazzi di NYX, e X-23 ne fiuta gli odori.

D: Si può anche dire che Agosto sarà il giro di boa per "Schism", l'ultimo evento X-Men. Laura tecnicamente non fa più parte degli X-Men, ma alcuni dei suoi membri sono ancora molto importanti per lei. "Schism" si collegherà o avrà qualche impatto su "X-23"?
ML:
Vedrete nel numero 17. L'evento "Schism" non avrà un grosso impatto sulla storia di X-23, ma verrà affrontato.

D: Abbiamo parlato un bel po' delle storie. Chiudiamo parlando un po' delle mmagini di "X-23". Laura è un personaggio molto intenso nelle sue azioni e nelle sue emozioni. Finora Sana Takeda, l'artista al lavoro su "Touching Darkness", sembra catturare perfettamente tutto questo nei disegni. Cosa ci si potrà aspettare dalle sue tavole per il numero 12?
ML:
Ho appena visto le pagine di Dana per il numero 12, e sono straordinarie. In tutta sincerità, i lettori rimarranno a bocca aperta. E' oscuro, viscerale, ogni scena è veramente espressiva - perfino poetica. Adoro lavorare con lei.

D: Nel numero 13 ai disegni c'è Phil Noto. Cosa ti piace in particolare della sua interpretazione di Laura?
ML:
Mio dio, Phil Noto. Non so nemmeno cosa dire. Il suo storytelling è squisito. Ci sono certe scene nel numero 13 che mi danno i brividi, ed è una gioia scrivere per lui. Non riesco a credere di essere tanto fortunata.


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Fonte: C.B.R.
Traduzione: "Red" Ellie Jean
view post Posted: 24/6/2011, 16:34 Yost's Evolutions - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-INTERVIEW
YOST'S EVOLUTIONS
Intervista a Chistopher Yost



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Nel 2009, Ciclope ha intrapreso l'estrema azione di fondare un rifugio sicuro per i mutanti (una nazione, nientemeno) che ha chiamato "Utopia"; con la popolazione mutante in calo a causa di Decimazione, sentiva la necessità di proteggere quel che restava della loro specie.
Ora, due anni dopo, la situazione si è ribaltata, con Ciclope che si trova nella posizione di dover proteggere la razza umana in "First to Last", la trama che si sta attualmente svolgendo nelle pagine di X-Men (Vol. II).
Lo scrittore Christopher Yost ha introdotto una nuova minaccia nell'universo degli X-Men sotto forma degli Evoluzionari – creature simili a dei che vogliono assicurare all'Homo Superiors il posto di nuovo gradino dell'evoluzione. Per farlo si propongono di eliminare la più grande minaccia per i mutanti: gli umani.

Come potranno gli X-Men impedire agli Evoluzionari di dare "una mano d'aiuto" ai mutanti? È questo che vogliamo scoprire oggi

D: Sono un grande fan di Gambit e ho amato il ritratto che ne hai dato in "Second Coming: Hellbound". C'è la possibilità che ti vedremo scrivere ancora del Cajun?
CY:
Amo Gambit e sarei felice di scriverlo. Mi ha emozionato scriverlo in "Hellbound". Credo che al momento appaia in "X-23" di Marjorie Liu, e non mi sorprenderebbe se anche Mike Carey avesse dei piani per lui. Non c'è Gambit nel mio immediate futuro, ma di certo mi piacerebbe giocarci.
Aspetta, detto così suona male...

D: Ho notato sia in "Hellbound" sia nell'ultimo numero di "X-Men" che Dazzler sembra sempre molto vicina a Gambit nelle tue storie. È solo una coincidenza o l'inizio di qualcosa che accadrà?
CY:
Sono entrambi giovani, sono entrambi bellissimi – chi può dire cosa potrebbe succedere?

D: Di recente ho letto "Uncanny X-Force" 10 e la Bestia Nera ha detto che Apocalisse faceva parte di una lunga serie di esseri selezionati dai Celestiali per assicurarsi che l'evoluzione seguisse il suo corso naturale. Poi, quando è uscito "X-Men Giant Size" 1 e sono apparsi gli Evoluzionari, Arcangelo ha detto che poteva sentirli nelle sue ali.
So che potrebbe essere troppo presto per chiederlo, ma gli Evoluzionari sono in qualche modo collegati ad Apocalsse e ai Celestiali, considerato che i loro obiettivi sono simili?
CY:
In "X-Men" 12, che è appena uscito, vediamo che gli Evoluzionari stessi stavano osservando il massacro effettuato dagli enormi lupi preistorici. E le ali di Arcangelo sono ovviamente tecnologia di Apocalisse e dei Celestiali, quindi direi che sembra che ci sia la possibilità di un collegamento che potrebbe possibilmente trovare risposta nel prossimo numero.

D: Non so molto dei Neo, ma sembrano essere il passo successive dell'evoluzione per i mutanti. Gli Evoluzionari non dovrebbero voler incoraggiare la loro esistenza?
CY:
Se i Neo avessero continuato a prosperare, allora sì. Ma è accaduto qualcosa dopo l'M-Day in cui i Neo hanno perso i loro poteri. Ora, quando Hope è tornata, i mutanti hanno riavuto i loro poteri – o hanno ricominciato ad apparire dei mutanti – ma nessun nuovo Neo è comparso. Quindi quando gli Evoluzionari li hanno controllati e hanno visto che non stavano andando da nessuna parte, hanno fatto quello che hanno fatto. Quindi qualunque cosa sia accaduta con Hope che ha riacceso il fuoco della razza mutante, non ha funzionato per i Neo. Quindi erano essenzialmente la fine della loro specie, e stavano minacciato la razza mutante, e gli Evoluzionari se ne sono occupati.
La ragione per cui gli Evoluzionari non avevano bisogno del permesso del leader della razza mutante per farlo era che l'eliminazione dei Neo non costituiva alcuna minaccia per la razza mutante, mentre l'eliminazione dell'umanità – la specie dominante del pianeta al momento... be', il mondo potrebbe essere in pericolo se ogni essere umano del pianeta venisse spazzato via. E penso che il prossimo numero approfondirà questo punto.

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D: Gli Evoluzionari non sembrano aver fatto gli stessi calcoli di Bestia e altri scienziati. Se uccidono tutti gli Homo sapiens, non ci saranno abbastanza specie a mescolarsi per far crescere i nuovi mutanti. Cosa ne pensano di questo?
CY:
È una domanda legittima, ma stanno accadendo cose che non voglio svelare. Gli Evoluzionari ovviamente non faranno nulla che possa spazzare via la razza mutante sul lungo termine;loro credono davvero che se la razza mutante è la specie superiore troverà un modo di sopravvivere. E se non sopravvivono, si vede che non erano destinati a farlo.
Vedrai di più di questo andando avanti, ma gli Evoluzionari non sono perfetti – in realtà hanno diversi difetti. Il mondo è cambiato molto da quando sono stati creati, e vedrai che hanno i loro difetti.

D: Gli Evoluzionari sembrano piuttosto potenti. Possono ridare la vita oltre che toglierla?
CY:
No.

D: Se davvero gli Evoluzionari vogliono aiutare, non dovrebbero prendersela con Wanda, che ha causato l'M-Day?
CY:
No, perché non è una minaccia al momento.

D: A cosa servono i flashback nella tua storia? Presumo che ne vedremo altri...
CY:
I flashback sono le origini degli Evoluzionari. Quindi ogni flashback che vedrai è un altro passo nella loro creazione.


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Fonte: C.B.R.
Traduzione: CMT
view post Posted: 24/6/2011, 16:17 Jason Schism - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-INTERVIEW
JASON SCHISM
Intervista a Jason Aaron




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Quando si parla di educare i figli, sono due le principali scuole di pensiero: una dice che bisogna dare loro un ambiente protetto, perché si sentano sicuri e possano apprendere senza preoccuparsi dei pericoli che li circondano; l'altra dice che i bambini devono essere esposti al mondo per ampliare la loro visione delle cose e, si spera, prepararli a farsi spazio nella società.

Negli ultimo anni, gli X-Men della Marvel Comics hanno assunto la prima di queste posizioni.
A causa del numero in diminuzione della popolazione mutante, Ciclope ha creato un rifugio sicuro per l'Homo Superior: Utopia. Questa isola/nazione ha protetto la loro razza, consentendo al tempo stesso alla cultura mutante di crescere.
Nel tempo, dei dubbi su questa filosofia da parte di alcune X-persone hanno creato una crescente preoccupazione e altri fattori stanno giungendo a conclusione nell'imminente X-evento, "Scisma".
A guidare la carica contro l'idea dell'isolamento è Wolverine, ed anche se sono certo che il pubblico sarebbe curioso di vedere un sano dibattito tra Ciclope e Logan sul palco, penso sia giusto direi che voleranno pugni (oltre a raggi ottici e artigli).
Per scoprire di più del divertimento che i fan possono aspettarsi, abbiamo afferrato lo scrittore di "X-Men: Schism", Jason Aaron. Aaron scrive anche "Wolverine" e "Astonishing Spider-Man & Wolverine", quindi ha molto di cui parlare.
Iniziamo, volete?

D: Ho sentito questa storia di Ciclope e Wolverine, ma vedremo altri degli X-Men dalla forte volontà dire la loro? Tempesta sarebbe una grande scelta, perché è una regina e una ex-leader degli X-Men...
JA:
Vedremo un mucchio di altri X-Men nel corso di "Scisma", ma per lo più la storia si incentrerà su Scott e Logan. Successivamente, però, di sicuro vedremo le reazioni di tutti gli altri X-Men a ciò che è accaduto, dato che tutti saranno obbligati a scegliere da che parte stare.

D: Chi altro è coinvolto nell'evento? Vedremo Jubilee e magari qualcuno dei Nuovi X-Men? Se questo scuoterà il mondo degli X-Men, penso che tutti dovrebbero avere una parte!
JA:
Niente Jubilee, ma alcuni degli altri giovani X-Men hanno una parte. Per quel che mi riguarda go sempre amato Rockslide e Anole.

D: So che questo evento è sotto silenzio, ma potremmo avere un indizio su quale sia la grande minaccia cattiva?!
JA:
In effetti gli X-Men affrontano un po' di minacce differenti nel corso di "Scisma", ma in realtà è la divisione filosofica tra Ciclope e Wolverine che si dimostra essere il vero problema.

D: Bestia avrà un ruolo di dimensioni decenti nell'evento? O il suo coinvolgimento sarà limitato ad apparizioni minori?
JA:
Non vedremo Bestia in "Scisma", ma non mi sorprenderebbe vederlo coinvolto in seguito.

D: Molti fan degli X-Men potrebbero pensare che "Scisma" sia la versione degli X-Men di "Civil War". È una valutazione accurata?
JA:
Per certi versi sì, penso di sì. Uno degli obiettivi principali di "Scisma" è assicurarsi che non ci sia una risposta facile al dibattito tra Scott e Logan – che ognuno dei due abbia una posizione difendibile. Quando abbiamo parlato per la prima volta di questa storia nel nostro X-raduno annuale, abbiamo avuto delle discussioni piuttosto accese nella stanza, con alcuni che difendevano la posizione di Scott, altri quella di Logan. È lì che ho capito che eravamo sulla strada giusta. Mi auguro che i fan troveranno altrettanto difficile decidere da che parte stare.

D: Questa domanda sarebbe forse più adatta per un editor, ma mi chiedevo se potessi dirci quanti albi X saranno influenzati da "Scisma", e se ci saranno speciali o altre miniserie che deriveranno dall'evento.
JA:
Durante "Scisma" credo che l'unica serie direttamente collegata sarà "Generation Hope", dato che Hope e alcune delle sue Luci avranno un enorme ruolo in "Scisma". È solo dopo "Scisma" che vedremo gli effetti espandersi su varie testate, incluso l'arco di "Wolverine" che inizierà a Novembre.

D: Questo evento è stato presentato come qualcosa che cambierà nuovamente lo status quo degli X-Men, ma mi chiedevo se questi cambiamenti saranno annullati dal ritorno di Scarlet in "Vendicatori: la crociata dai bambini".
JA:
No, il ritorno di Scarlet non influenzerà affatto gli eventi o le conseguenze di "Scisma".

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D: Wolverine sta vivendo tempi duri nella sua serie principale, e mi chiedevo se vedremo le conseguenze di tutto quello che sta passando nelle sue altre testate ("Avengers", "Uncanny X-Force"). Ti coordini con gli altri scrittori che lo usano?
JA:
Sì, ci coordiniamo tutti il più possibile. Marvel tiene dei ritiri due o tre volte l'anno in cui un gruppo di scrittori si riunisce e si rimpalla delle idee. In particolare, io e Rick Remender parliamo sempre di come collegare le nostre cose. Di recente lui ha ripreso i fili del nuovo Deathlok che io ho inserito in "Wolverine", e più in là quest'anno io riprenderò alcuni dei suoi spunti, anche se ancora non so dire di preciso dove.

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D: Avendo concluso "Astonishing Spider-Man & Wolverine", hai altri piani per questi personaggi? Magari un altro incontro con Spider-Girl e X-23?
JA:
Se hai visto l'ultima pagina di "Astonishing Spider-Man & Wolverine" 6, sai che ci sarà di sicuro un seguito prima o poi, probabilmente nelle pagine di "Wolverine". In quanto ad altri personaggi ragneschi, aspettati che la Donna Ragno appaia presto in "Wolverine".

D: Jason, finora hai scritto principalmente Wolverine da solo o in coppia tipo "Astonishing Spider-Man & Wolverine" (che è fenomenale a proposito). Come è stato scrivere "Scisma", che sembra includere gli X-Men nel loro insieme? Hai scoperto nuovi personaggi preferiti? Ti ha fatto venire voglia di scrivere un albo X di gruppo?
JA:
Già. Amo scrivere così tanti X-personagig mai scritti prima, più uno con cui ho giocherellato qualche volta in passato. Nuovi personaggi preferiti? Idie di Generation Hope, decisamente. Che personaggio. E l'Uomo Ghiaccio. Amo davvero l'Uomo Ghiaccio. Un albo di gruppo dici? Non saprei, ma dirò solo che aspetto di far parte dell'universo X in un modo o nell'altro nel prossimo futuro.

D: Hai detto alla Wonder-Con (se ricordo bene) che ti saresti concentrato su alcuni degli X-Men più giovani nel tuo prossimo albo. So che hai detto che Hope e il suo seguito avrebbero avuto spazio, e gli altri? Alcuni di loro hanno dimostrato opinioni piuttosto negative della X-leadership – soprattutto di Ciclope – negli ultimi mesi. Quindi, data la natura di "Scisma", si penserebbe che alcuni di questi studenti potrebbero voler esprimere le loro opinioni...
JA:
Sì, molti degli studenti avranno un ruolo chiave negli eventi di "Scisma", e di nuovo è dopo la storia che vedremo tutti esprimere le loro opinion sul risultato.

D: Riguardo "Astonishing Spider-Man & Wolverine" (non vedo l'ora che esca il cartonato!), c'è un periodo storico in cui avresti voluto poter mandare Wolverine e l'Uomo Ragno ma che non sei riuscito a inserire nella storia?
JA:
Già, il mio schema originale era semplicemente folle. In aggiunta a tutto quello che poi è finite nell'albo, li mandavo nel Medio Evo, a combattere contro Galactus su un pianeta alieno e li facevo perdere nel quindicesimo secolo in cui l'Uomo Ragno dava vita ai Vendicatori del Nuovo Mondo con Sasquatch, Red Wolf e un Ghost Rider azteco.

D: Chi vincerebbe in una rissa di barbe: la tua barba, quella di Brett Keisel degli Steelers, o quella di Brian Wilson degli SF Giants? Tutti e tre avete delle barbe piuttosto epiche chef anno sentire poco virile il mio pizzetto...
JA:
Quella battaglia potrebbe distruggere il mondo così come lo conosciamo.


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Fonte: C.B.R.
Traduzione: CMT
view post Posted: 18/6/2011, 15:09 Marvel Mutant Titles - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-PREVIEWS
MARVEL MUTANT TITLES
In Uscita il 22.06.2011


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In Questo Numero
- Deadpool (Vol. III) # 39
- Namor: The First Mutant # 11
- New Mutants (Vol. III) # 26
- Wolverine (Vol. IV) # 11




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Deadpool (Vol. III) # 39

CITAZIONE
STORY BY: Daniel Way
ART BY: Bong Dazo, Joe Pimentel
COLORS BY: Andres Mossa
LETTERS BY: VC - Joe Sabino
COVER BY: Dave Johnson, Marko Djurdjevic

“OPERATION: ANNIHILATION,” PART 2 & 3

Uh-oh…looks like Deadpool made a slight miscalculation. Sure, he wants to die—but he doesn’t want to take down thousands of innocent people with him! It was almost impossible for Deadpool to convince Hulk to come after him—how the hell is he supposed to convince him to stop?

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Namor: The First Mutant # 11

CITAZIONE
STORY BY: Stuart Moore
ART BY: Carlos Rodriguez, Terry Pallot
COLORS BY: Lee Loughridge
LETTERS BY: VC - Joe Caramagna
COVER BY: Ariel Olivetti

“THE FIRE DOWN BELOW” Conclusion

To save both Atlantis and Utopia, Namor must sacrifice the most precious thing in the world to him. Little does he know, an even bigger threat is upon him…as well as the hardest decision he’s ever had to make.

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New Mutants (Vol. III) # 26

CITAZIONE
STORY BY: Dan Abnett, Andy Lanning
ART BY: Leandro Fernandez
COLORS BY: Andres Mossa
LETTERS BY: VC - Joe Caramagna
COVER BY: Marko Djurdjevic

In the wake of the devastating events of 'Age of X', the New Mutants embark on a new chapter with a new M.O. and new line-up. Who's on the team and who's out? Find out with new writers Dan Abnett and Andy Lanning as they are joined by New artist extraordinaire, Leandro Fernandez. Did we mention, it's all-NEW?!!

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Wolverine (Vol. IV) # 11

CITAZIONE
STORY BY: Jason Aaron
ART BY: Renato Guedes, Jose Wilson Magahales
COLORS BY: Matthew Wilson
LETTERS BY: VC - Cory Petit
COVER BY: Jae Lee, June Chung

"Wolverine's Revenge" Part 1 & 2

First, Wolverine was sent to hell. Then he was forced to fight for control of his own mind against demonic invaders. All thanks to the machinations of a mysterious group called the Red Right Hand. Who are they and what is their grudge against Logan? And how do they hope to survive now that Wolverine has come looking for some revenge of his own?

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view post Posted: 18/6/2011, 14:46 Uncanny End(s) - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire
UPDATE - II



Kieron Gillen ha in una breve conversazione fatto alcune precisazioni interessanti:
- prima di tutto cosa succederà veramente si saprà solamente alla fine fi Schism # 5 e non è detto che Uncanny X-Men sia la testata di Ciclope o che lo stesso Cyke sopravviva agli eventi (n.d.r. - ma chi ci crede?)
- i membri delle due diverse squadre soprenderanno molti, perchè ben poco prevedibili in quanto tali o per la scelta fatta.
- questi motivi e perchè verranno approfonditi in un one-shot "Regenesis"
- Gillen ha preannunciato che la nuova Uncanny X-Men sarà nel classico stile mutante ma con situazioni e ritmi molto drammatici e opprimenti visto il clima che verrà narrato, non solo event oriented, ma anche motivato da ragioni situazioni personali ed altro.
view post Posted: 16/6/2011, 17:15 X-Men Legacy # 251 - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-TRAILER
X-MEN LEGACY # 251
In Uscita il 22.06.2011




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Written by MIKE CAREY
Penciled by KHOI PHAM
Cover by MICO SUAYAN

CITAZIONE
“AGE OF X: AFTERMATH!”
The X-Men have escaped the AGE OF X and returned to Utopia…unaware that something sinister followed them back. Upon discovering that this new evil has been loosed into the world, Rogue and Magneto round up a team of X-Men to hunt it down. But is this motley new crew of X-Men prepared for what awaits them?
32 PGS./Rated T+ …$2.99

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Edited by The Lawyer - 18/6/2011, 16:24
view post Posted: 16/6/2011, 15:37 Uncanny End(s) - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire
UPDATE - I


La Marvel ha dato una prima visione del Futuro mutante a venire a seguito degli eventi di X-Men: Schism.

Successivamente ad esso, infatti le testate mutanti ripartiranno ad Ottobre con un Uncanny X-Men (Vol. II) # 1 e la nuova (e dal titolo molto Teen oriented) "Wolverine & the X-Men" # 1.

Entrambe le testate saranno parte di un mega eventi definito come "X-Men: Regenesis" plans.

Kieron Gillen continuerà a scrivere Uncanny X-Men e gestirà il team di Ciclope e di tutti coloro che sceglieranno di rimanere con lui.
Jason Aaron sarà invece lo scrittore di "Wolverine and the X-Men."

Axel Alonso, l'Editor-in Chief della Marvel, ha riconfermato il fatto che questo dovrebbe essere il punto di approdo e rinascita di 5 anni di trame ed eventi mutanti che hanno portato a Schism.


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view post Posted: 11/6/2011, 12:16 Astonishing Gage - 3: The Brood - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-INTERVIEW
ASTONISHING GAGE - 3: The Brood
Intervista a Christos Gage



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L'erba cattiva non muore mai, e proprio ora, nelle pagine di "Astonishing X-Men" della Marvel Comics, l'erba cattiva è rispuntata – e sta spargendo i propri semi! Stiamo ovviamente parlando della Covata, "l'erba cattiva" dell'Universo Marvel cosmico, che impianta le proprie uova in varie razze aliene (er lo più umani) per incubarle.

Apparse per la prima volta "Uncanny X-Men" nel 1982, la Covata è stata una costante spina nel fianco intergalattica per i nostri mutanti preferiti. Le loro ultime attività coinvolgono lo S.W.O.R.D., della nuova tecnologia e un piano che potrebbe portare a un boom demografico per questa minacciosa razza aliena.

Lo scrittore di questa epica avventura, Christos Gage, ci raggiunge oggi per rispondere a tutte le vostre domande e affrontare alcune interrogazioni in merito ad altri dei personaggi sotto la sua penna (inclusi gli eroi in addestramento di "Avengers Academy").

Siete dell'umore giusto? Speriamo di sì, perché si comincia ...

D: Mi chiedevo se ci fosse posto nell'Accademia dei Vendicatori per X-23 (dato il suo passato) o qualunque altro degli X-Men più giovani.
CG:
Grazie, è un concetto eccellente che è venuto in mente anche a noi. Dopo "Fear Itself" ci sarà una discreta possibilità di una maggiore presenza mutante in "Avengers Academy."

D: Nel tuo arco di "Astonishing X-Men" ti occuperai di più di Kitty Pryde e dei suoi problemi a controllare le sue capacità?
CG:
No, è troppo occupata con la Covata. Ma Kitty e Lockheed si sono riuniti dopo fin troppo tempo, e continueremo a vedere come la cosa si sviluppa!

D: Come hai deciso la tua formazione per questo arco di "Astonishing X-Men"? E perché hai scelto di usare la Covata? La divisione tra Scott e Hank come compagni di squadra (o viceversa) avrà un peso nella storia?
CG:
È venuto quasi naturale. Questi erano i personaggi che non erano parte della storia di Daniel Way. Abbiamo notato che inoltre erano personaggi che sarebbero stati adatti a una storia della Covata, dato sia il loro passato con la Covata sia, nel caso di Bestia e Brand, l'affiliazione con lo S.W.O.R.D. La scissione tra Scott e Hank è stata menzionata nel numero 38, ma a parte questo non è una grossa parte nella storia... anche se, con qualcosa chiamato "Scisma" all'orizzonte, immagino che se ne parlerà prima o poi!

D: Quanto strettamente si collega questa storia all'arco di Way, e avete discusso le cose quando avete intrecciato questi albi? E, usando S.W.O.R.D., Brand, Bestia, Kitty, Piotr e Lockheed, c'è una forte influenza cosmica dalla gestione Whedon. Hai attinto molto dai suoi "AXM" per scrivere il tuo nuovo arco?
CG:
A parte alcuni piccolo accenni l'uno all'altro, come Corazza che combatte degli esseri artificiali della Covata nella Stanza del Pericolo, le due storie si suppone stiano in piedi da sole, in modo che i lettori non sentano di dover comprare una per seguire l'altra. (Non che ci dispiacerebbe!) In quanto alla gestione di Joss Whedon, l'ho amata – in effetti è stata la mia prima esposizione al suo lavoro. Ne sono stato decisamente influenzato, così come dalle storie classiche dell'era di Chris Claremont, che entrambi siamo cresciuti leggendo.

D: Sembra che ti piaccia Penance, quindi sono curioso di cosa lo renda tanto speciale per te, dato che ti concentri su di lui nella tua storia "Fear Itself: The Home Front".
CG:
Ho sempre adorato i personaggi che cercano la redenzione. Penso che Robbie abbia percorso una lunga strada da "Civil War" -- sia Paul Jenkins sia Warren Ellis si sono impegnati a farlo progredire come personaggio – e io volevo continuare quel viaggio. C'è molto con cui lavorare.

D: In "Fear Itself: Homefront" hai fatto dei commenti molto acuti e interessanti su internet e i social media. Sembrano quasi suggerire che tu stia dicendo che sono cattivi ma sono un male necessario – è giusto? Si potrebbe anche facilmente interpretare che questa sia la tua esperienza come scrittore di fumetti...
CG:
Capisco come si possa pensarla così basandosi sui primi uno o due numeri, ma continuate a leggere! Non è così semplice. Semmai, Internet è uno strumento che può essere usato per cose sia positive sia negative, come molti strumenti; puoi usare un Martello per costruire una casa o per demolirla. Nel corso della storia, Robbie vedrà entrambi i lati. E io amo Internet! Sono abbastanza vecchio da ricordarmi quando dovevo fare ricerche nei cataloghi delle biblioteche; sono davvero felice che ora sia più facile!

D: Nel tuo numero di "Astonishing X-Men" vediamo Ororo usare i suoi poteri sulla stazione spaziale. Pensavo che i suoi poteri non funzionassero nello spazio. O le serve solo un'atmosfera? Qual è la teoria attuale in merito?
CG:
Be', è diventata più potente negli anni. Il mio punto di vista è che i suoi poteri funzionano entro certi limiti in un'atmosfera artificiale, ma sono indeboliti. Ma hai ragione, non penso che funzionerebbero nel vuoto dello spazio.

D: Quando Hank vede per la prima volta i suoi amici degli X-Men, menziona i Vendicatori Segreti. Quanto è "segreto" il gruppo? Pensavo che nessun altro sapesse di loro. E tu (o qualcun altro) menzionerete l'ironia del fatto che Hank fosse alterato per il fatto che Scott aveva una squadra segreta (X-Force), ma ora è lui stesso membro di una squadra sotto copertura?
CG:
Per quel che comprendo Hank non era tanto alterato per l'esistenza di una squadra segreta di per sé quanto per i metodi impiegati da quella squadra. I Vendicatori Segreti, sotto Steve Rogers, aderiscono ancora al codice di comportamento dei Vendicatori. E penso che anche se Hank potrebbe non rivelare i dettagli delle sue attività con i Vendicatori ai suoi vecchi X-compagni, probabilmente loro sanno che sta lavorando con loro. So che altri gruppi di Vendicatori sanno della loro esistenza, anche se non in dettaglio.



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Fonte: C.B.R:
Traduzione: CMT
view post Posted: 11/6/2011, 12:01 Low Life for Rob's Daken - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-INTERVIEW
LOW LIFE for ROB'S DAKEN
Intervista a Rob Williams



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Quattro anni fa, il figlio malvagio di Wolverine, Daken, fece il suo debutto nell'Universo Marvel grazie allo scrittore Daniel Way e al disegnatore Steve Dillon. Da allora, la prole del mutante canadese è stata incredibilmente occupata: ha tentato di uccidere suo padre diverse volte, e come membro degli Oscuti Vendicatori e degli X-Men Oscuri di Norman Osborn è stato testa a testa con molti dei personaggi di maggior spicco dell'Universo Marvel. Il fine ultimo di Daken era assumere il controllo della sfuggente e potente organizzazione guidata da Romulus, il criminale che lo aveva allevato, ma prima che i suoi sogni potessero realizzarsi, suo padre ha smantellato la cabala segreta di Romulus e imprigionato il manipolatore nemico.

Di conseguenza, Daken è stato obbligato ad agire in prima persona e creare la propria base di potere.

In numeri recenti, gli scrittori di "Daken: Dark Wolverine" Daniel Way e Marjorie Liu hanno raccontato in dettaglio i suoi passi iniziali per ottenere essattamente questo. La nazione isola di Madripoor, a lungo nota per la sua mancanza di leggi, è ora sotto il controllo di Daken – ma questo non basta per il mutante.

Rob Williams ha assunto il suo incarico di nuovo scrittore dell'albo, con il numero speciale "Daken: Dark Wolverine" 9.1, una storia che prepara la scena per la prossima campagna di Daken nella sua ricerca di un impero criminale.

Abbiamo parlato con Williams dei suoi piani per la serie e dei modi in cui il suo lavoro sulla serie di fantascienza gialla "Low Life" per "2000AD", che verrà presto raccolta sotto il titolo "Low Life: Paranoia", lo ha aiutato a prepararsi a gestire quello che potrebbe essere il personaggio più impenitente della Marvel a memoria recente.

D: Allora, Rob – quando abbiamo parlato in passato è stato in merito al tuo amore per gli eroi Marvel classici, ma in base al tuo lavoro su albi come "Low Life", "Cla$$war" della Com-x e ora "Daken", immagino tu abbia anche una certa affinità con personaggi moralmente grigi e criminali.
Rob Williams:
Penso ci siano molto grande dramma e temi interessanti che provengono da personaggi in un'area moralmente grigia. Penso sia giusto dire che mi interessa ogni genere di personaggio, eroe, criminale o antieroe.

D: I fan del tuo lavoro alla Marvel ti conoscono come scrittore di speciali e miniserie, ma in realtà scrivi già da un po' una serie regolare. Hai creato "Low Life" per "2000AD" già nel 2004, giusto?
RW:
Sì. "Low Life" dura da parecchio tempo in "2000AD", il classico settimanale di fantascienza britannico, che ha lanciato la carriera di gente come Alan Moore, Dave Gibbons, Grant Morrison e innumerevoli altri. "Low Life" è ambientata nell'area peggiore e più industrializzata della Mega City One di Judge Dredd, e sono stato in grado di creare il mio piccolo mondo localizzato nel mondo di Dredd. La serie si incentra sui giudici sotto copertura della Wally Squad. Queste persone sono state sotto copertura troppo a lungo in un ambiente davvero strano, e di conseguenza molti di loro sono alquanto bizzarri ed eccentrici.
Uno dei personaggi principali è Aimee Nixon, che è essenzialmente una fantastica bugiarda, il che significa che mente molto anche a sé stessa. È un personaggio molto interessante. Ci sono molti livelli lì. Poi c'è un altro personaggio chiamato Dirty Frank, che è piuttosto matto e parla di sé in terza persona. È partito come un personaggio di sfondo ed è diventato tanto popolare tra i lettori di "2000AD" che abbiamo iniziato a portarlo in primo piano. Si presta a molte storie cupe e violente, ma fornisce un lato comico.
Quindi mi sono divertito moltissimo a scrivere la serie e ho anche avuto degli splendidi collaboratori artistici. Gente come Henry Flint, che è un genio assoluto (e farà del lavoro per la nel prossimo "Fearsome Foursome"). Non uso il termine alla leggera. Lui è uno di quei disegnatori che vengono da un posto davvero folle con enormi riserve di energia. E quando Henry ha lasciato, è arrivato Simon Coleby. Simon ha lavorato per "The Authority" ed è anche lui un disegnatore meraviglioso. Al momento stiamo lavorando assieme su un progetto ancora non annunciato che si spera uscirà nel 2011 o 2012.
Poi è arrivato D'Israeli quando Simon è passato a "The Authority". D'Israeli ha fatto "Scarlet Traces", che penso abbia vinto un Premio Eisner un paio di anni fa. Ha lavorato con Warren Ellis e molti grandi autori. Sono stato molto fortunate con i disegnatori per "Low Life". Sono tutti fuori da questo mondo. Sono davvero felice che venga raccolto per il mercato Americano. La raccolta sarà in vendita a Giugno, quindi le persone che seguono il mio lavoro per la Marvel ora potranno vedere cosa ho fatto per gli ultimi sei anni circa.

D: Che genere di lezioni hai appreso scrivendo "Low Life" che pensi di applicare a "Daken"?
RW:
Quando scrivi per "2000AD", lo fai in episodi di cinque pagine. In quelle cinque pagine devi avere un inizio, uno sviluppo e una fine. Quindi è davvero un esercizio di scrittura interessante. Ti insegna l'economia nella scrittura. Tutte le cose che fai in una storia di ventidue pagine per il mercato Americano, devi farlo in cinque pagine per "2000 AD". Devi stabilire personaggi e ambientazione. Devi creare dramma, un incidente di partenza e uno scopo per il tuo protagonista, e devi fare tutto molto, molto velocemente.
Penso che John Wagner, il creatore di Judge Dredd, abbia detto che scrivere storie di cinque pagine divide gli uomini dai ragazzi. Penso che questo sia parte del motivo per cui "2000AD" è stata una così grande accademia per i talenti del fumetto negli anni. Quando lavori per "2000AD", imparo un mucchio di cose scrivendo e disegnando quel tipo di storie. Poi, quando passi al formato americano, ti sembra che ti sia stato dato molto spazio in più per respirare. Hai questa sensazione di libertà perché sei stato allevato sulle cinque pagine. Continuano a uscire molti grandi lavori da "2000AD".

D: Sembra appropriato che il creatore di "Low Life" si occupi delle avventure di "Daken", uno dei personaggi più carismatici dell'Universo Marvel. Cosa ha fatto sì che volessi accettare l'incarico?
RW:
È ancora molto nuovo. Quando lavori nell'Universo Marvel, molti dei personaggi di cui puoi scrivere sono stati in circolazione per almeno vent'anni. Daken è ancora fresco e non c'è molta continuity, quindi c'è un senso di libertà col personaggio. Finora gli editor Marvel sono stati davvero aperti ai miei suggerimenti per l'albo. Quando vai su un albo con protagonista Batman, l'Uomo Ragno o uno qualunque di questi personaggi stabiliti da tempo che sono grandiosi da scrivere, possono esserci molte più limitazioni. Con Daken puoi andare facilmente in qualunque direzione.
E data la sua dubbia natura morale, non sei neanche limitato in quei termini. Ci sono tutte queste emozioni da esplorare e cose da esaminare. Lui può fare del bene ed essere molto, molto cattivo, come sappiamo bene. Quindi ho visto questa come una grande opportunità creativa.


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D: Finora, le avventure di Daken sono state scritte quasi esclusivamente dal suo creatore Daniel Way e da Marjorie Liu. Il loro ben accolto periodo con il personaggio è terminato con "Daken: Dark Wolverine" 9, in vendita ora. Come ci si sente a seguire questa particolare squadra di scrittori?
RW:
Intimidisce sempre, specie in questo caso. Daken è diventato molto popolare in un tempo davvero breve. Questo la dice lunga su ciò che Dan e Marjorie hanno fatto col personaggio. Quando è stato annunciate che avrei preso l'albo, ho immediatamente ricevuto delle e-mail da fan arrabbiati di Daken che dicevano "Non osare metterci le mani!" Daken è comparso anche in altri albi, ma Daniel e Marjorie sono coloro che hanno creato e delineato il suo passato. Soprattutto Dan, che ha inventato il personaggio. Quindi quando ti viene offerto un lavoro come questo, una gran parte di te è molto emozionata e un'altra è alquanto spaventata allo stesso tempo. [Ride] Devi fare quello che devi fare, sperare che alla gente piaccia e divertirti e non impantanarti in trope preoccupazioni.

D: Allora, come è stato scrivere Daken? È un personaggio con cui sei stato subito in grado di divertirti? O è stato un personaggio difficile da imparare a conoscere?
RW:
Ciò che trovo più emozionante nello scrivere Daken è, e non riesco a ricordare chi lo abbia detto, è che non è abbastanza mettere a rischio le vite dei personaggi. Bisogna mettere a rischio anche le loro anime. Lo credo davvero e penso che con Daken – è un killer e un pessimo soggetto, quindi penso che la cosa emozionante dal mio punto di vista sia che ha un anima, e scopriremo se è del tutto cattivo. Questo può portare a interessanti direzioni e tensione. Non sappiamo dove andrà.
Il rapporto di Wolverine con lui è interessante perché, nonostante l'evidenza del contrario, Wolverine crede che suo figlio si possa in qualche modo redimere. Mi piacciono le storie in cui c'è un personaggio nefando e c'è una possibilità di raccontare potenzialmente una storia di redenzione. Che si possa o no redimere è qualcosa che scopriremo. Potrebbe essere di no. Quindi ci sono molti temi universali, oltre alla possibilità per tanta azione.

D: Il tratto più dominante della personalità di Daken è il suo ego. Come pensi che questo influenzi il personaggio?
RW:
È uno dei suoi tratti più prominenti e interessanti. Lui è la persona più intelligente della stanza – e lo sa e lo crede. Il modo in cui Daniel e Marjorie lo hanno scritto è che lui è sempre due passi avanti. Questo può intimidire uno scrittore perché devi metterti in quella posizione e pianificare le cose due passi avanti.
Penso anche che il suo intellettualismo è lui che cerca di provare di essere migliore di suo padre. Penso che sia da qui che vengono il suo senso del gusto e della cultura. È una dinamica molto interessante, ma voglio allontanarlo per un po' da Wolverine perché sembra che tutto ciò che ha fatto sia a causa di Wolverine. A un certo punto un bambino direbbe "No! Me ne vado da casa!" È questo che volevamo fare. Lui prende la decisione di smettere di bussare di continuo alla porta di Wolverine, ma anche quella è una reazione al suo rapporto col padre. Quindi è molto complesso. Non è un personaggio lineare e non voglio scriverlo in questo modo.

D: La tua gestione inizia con la pubblicazione di "Daken: Dark Wolverine" 9.1. Nella precedente trama della serie, Daken ha cementato il suo governo sulla nazione isola di Madripoor. Quindi cosa ha in mente quando inizia la tua gestione? Si sta crogiolando nella gloria della sua nuova base di potere? O ha qualcos'altro in mente?
RW:
La prima cosa da dire è quanto sorprendente Ron Garney abbia reso il 9.1 visivamente. Solo decisioni di narrazione perfette e immacolate per tutto il tempo. Ci sono molte sottigliezze nella sceneggiatura e sono stato assolutamente messo al tappeto dal modo in cui Ron le ha prese tutte e le ha rese così chiare sulla pagina. Ha assolutamente elevato questo numero al punto da farlo essere una delle cose di cui sono più contento nella mia carriera. Ci sono molti disegnatori che possono produrre azione roboante, ma penso che quelli che ottengono delle grandi prove di recitazione dai loro personaggi siano quelli con cui mi piace di più lavorare. Seriamente, ne sono uscito sentendo che ucciderei per lavorare di nuovo con Ron.
In quanto alla trama, ora Daken è il boss del crimine di Madripoor. Lo ha fatto per andare contro suo padre, ma ora che l'ha ottenuto si sente ancora vuoto. Penso che stia cercando la felicità, ma non c'è una felicità da trovare seguendo costantemente le orme di suo padre. È stato Wolverine negli X-Men Oscuti e negli Oscuri Vendicatori, e penso abbia un momento di lucidità in cui dice: "Devo trovare la mia strada." Quindi si trasferisce a Los Angeles perché crede che lì non ci sia davvero un boss del crimine. Non c'è una figura dello stile di Wilson Fisk. Quindi quando arriva lì tenta di stabilire il proprio destino.
È un nuovo inizio, ma sta andando a Hollywood ed è un personaggio talmente egocentrico da voler essere una star. Vuole essere noto per quello che è. Quando arriva a Los Angeles, scopre molte persone diverse che tentano di diventare il Kingpin di LA. L'ho proposta come una specie di storia "Anno Uno" per il prossimo Kingpin del crimine della Marvel. È Daken che tenta di stabilire il proprio destino.
Daken vuole diventare il nuovo boss del crimine di LA, ma lì ci sono altre persone che tentano di fare la stessa cosa. In più, esattamente nel momento in cui arriva a LA, iniziano a verificarsi dei sanguinosi omicidi. Che siano o meno connessi a Daken è un'altra faccenda che scopriremo col progredire della storia.
Lui arriva a Los Angeles e pensa: "Sono il predatore più grosso qui." Scoprirà presto che ci sono molti predatori pericolosi a Hollywood (Ride). L'ambientazione di LA ci dà anche una bella visuale estetica, molto diversa da molti degli albi Marvel che tradizionalmente sono ambientati a New York. Mi ha sempre sorpreso il fatto che così pochi personaggi dell'Universo Marvel siano a LA. Ovviamente, Brian Bendis ha anche Moon Knight a LA.


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D: Sembra che i due si incontreranno in "Daken" 13 ad Agosto. Com'è scrivere la dinamica tra Moon Knight e Daken? E questa storia preparerà future interazioni tra i due personaggi?
RW:
Non voglio rivelare troppo sul loro incontro, ma con Moon Knight nello stesso territorio di Daken, e coi loro propositi contrari tra loro, avrebbero finito per incontrarsi. Per me la dinamica interessante in questo è che Moon Knight e Daken sono entrambi personaggi che potrebbero passare molto tempo sul lettino di uno psichiatra. La storia in due parti è come "In Treatment" della HBO con più pugni e pugnalate.

D: Quando Daken arriva a Los Angeles, chi sono i suoi avversari iniziali?
RW:
Inizieremo principalmente con nuovi personaggi, quindi non vedrete molti regolari della Marvel all'inizio. Il nostro primo arco, "Big Break", è una storia in tre numeri. È praticamente un poliziesco a LA. Non inizieremo con grossi supereroi e criminali Marvel, ma nell'arco iniziale un ben noto mercenario Marvel arriva e decisamente offre a Daken un bello scontro.


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D: La copertina di "Daken: Dark Wolverine" 12 ci dice che stai parlando di Taskmaster. Cosa ha fatto sì che volessi mettere questo personaggio contro Daken? E l'apparizione di Taskmaster qui sarà informata degli eventi della recente miniserie "Taskmaster" di Fred Van Lente e Jefte Paolo?
RW:
Sai, ho letto solo il primo numero della mini di Van Lente, ma mi è davvero piaciuto. Dovrò prendere la raccolta. Ma, comunque, con un personaggio come Daken, che è un assassino e un combattente di prima classe, bisogna dargli una minaccia e una sfida. Qualcuno che possa reggere il confronto. Questo è decisamente vero per Taskmaster. E, come per Moon Knight, ci sono abbastanza problemi nella sua personalità da permetterci di rendere le loro interazioni un po' distorte e interessanti.

D: Ho inteso anche che ci saranno dei nuovi personaggi di supporto nella vita di Daken dopo che avrà raggiunto LA. In particolare un problematico agente dell'FBI. Cosa puoi dirci di questo personaggio?
RW:
Si chiama Donna Kiel. È una profiler dell'FBI ed è intelligente quanto Daken. Con lei lui scoprir-à di aver trovato un suo pari in molti modi mai visti prima. Essenzialmente lei inizia a investigare sugli omicidi che hanno iniziato a verificarsi a Los Angeles. E dato che gli omicidi iniziano esattamente nel momento in cui Daken arriva, lei fa due più due. Sarà un personaggio molto importante nella serie.

D: Donna non è la prima persona a cercare di entrare nella mente di Daken mind. Moonstone, la sua compagna negli Oscuri Vendicatori, ha cercato di capire cosa lo facesse funzionare. Però ha abbandonato il suo proposito quando ha iniziato a spaventarsi per quello che stava scoprendo. Donna avrà più successo?
RW:
Potrebbe esserci un'intera squadra di psicoterapisti jungiani a lavorare su Daken ventiquattr'ore al giorno e non penso che farebbe molti progressi. È una specie di testamento alla complessità del personaggio. Detto questo, Donna tenterà di entrare nella mente di Daken e ci riuscirà fino a un certo punto.

D: Abbiamo parlato un bel po' di storia e personaggi, quindi chiudiamo parlando dei disegnatori incaricati di portarli alla vita. Con chi stai collaborando su "Daken: Dark Wolverine"? Cosa pensi che questi disegnatori portino alla serie?
RW:
Ho parlato di Ron Garney su "Daken" 9.1 prima. Per l'arco "Big Break" abbiamo un fantastico disegnatore Italiano, Matteo Buffagni, il cui lavoro mi ricorda un po' John Romita Jr. a volte, e non è una brutta cosa. Abbiamo anche alcune pagine in ogni numero di Riley Rossmo ("Green Wake" della Image) che ci sta dando un cambio visivo molto emozionante e deliberato. Riley ci sta aiutando a mostrare un punto di vista molto diverso in ogni numero, diciamo. È uno dei punti della proposta iniziale dell'albo. Dovrete leggere "Daken" per vedere cosa intendo.
Vogliamo che "Daken" sia una cupa testate poliziesca. Ci sarà molta azione e, si spera, tutto ciò che la gente si aspetta dal personaggio. In quanto a "Low Life", l'ho scritta per quasi sette anni ed è molto vicina al mio cuore. Sono davvero emozionato per il fatto che un pubblico americano avrà la possibilità di vederlo perché è materiale molto bello ed è un tema simile, credo. Ho scritto polizieschi per sette anni, quindi se qualcuno vuole vedere da dove arrivo con "Daken", "Low Life" è un buon posto da visitare.


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Fonte: C.B.R:
Traduzione: CMT

view post Posted: 11/6/2011, 11:30 DnA's Unfinished Business - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-INTERVIEW
DnA'S UNFINISHED BUSINESS
Intervista a Dan Abnett & Andy Lanning



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Dan Abnett e Andy Lanning sono ragazzi impegnati. Al momento hanno progetti in corso con quattro grandi editori — Marvel, DC, IDW e BOOM! — una cosa rara nell'era dei contratti di esclusiva.

Da pochissimo, è iniziata la loro gestione di New Mutants con il numero 25, riprendendo dove la "Age of X" di Mike Carey e Zeb Wells (lo scrittore originale dell'attuale volume dell'albo), avevano lasciato.
Il gruppo è stato cambiato con la nuova missione di seguire i fili in sospeso degli X-Men e sta iniziando con uno molto grosso: il ribelle interdimensionale X-Man, Nate Grey.

Abbiamo contattato gli scrittori (che rispondono collettivamente sotto il nome di "DnA") per parlare di quello che hanno pianificato per la serie, delle loro storie classiche preferite dei Nuovi Mutanti e dell'imminente collegamento dell'albo a Fear Itself, a partire dal numero 29 di Agosto.

D: Dan, Andy, a seguito dell'annuncio iniziale dato a Febbraio che voi avreste preso le redini della testate dei Nuovi Mutanti, avete entrambi espresso la vostra ammirazione per la testate classica del gruppo — cosa che fa sorgere la domanda: quali sono i vostri archi preferiti della serie che vi ha forse ispirati un po' all'inizio della vostra gestione?
DnA:
Chiunque abbia familiarità con i Nuovi Mutanti deve conoscere e adorare storie come la "Saga del Demone Orso", con Claremont e Sienkiewicz a pieno regime, o gli splendidi disegni di Art Adams sugli speciali Asgardiani, ma la serie ha anche subito un vero rinascimento di recente con Zeb e gli altri, quindi abbiamo standard elevati da mantenere. Probabilmente ciò che colpisce di più di NM è l'ampiezza e la varietà delle storie che possono essere considerate "classiche".

D: Il primo arco si intitola "Unfinished Business" e si incentra sul gruppo che cerca Nate Grey. Questa idea dei Nuovi Mutanti che si prendono il compito di riannodare i fili sciolti è solo l'aggancio per il primo arco o è la nuova direzione del gruppo a lungo termine?
DnA:
È la direzione per adesso, di sicuro. I Nuovi Mutanti (non che loro si definiscano davvero così) si sono diplomati diventando un vero e proprio gruppo di X-Men, ed è bello che abbiano una missione specifica per definirli. Questo ci consente anche di giocare con alcune cose veramente interessanti, e farli interfacciare (forse più di qualunque altro personaggio X a parte Logan) col più ampio Universo Marvel.

D: A parte il fatto di essere un quasi-equivalente di Cable da una realtà alternativa, X-Man non sembra avere molti collegamenti con i personaggi principali dei Nuovi Mutanti — quindi cosa li rende il gruppo adatto per trovarlo?
DnA:
È il loro lavoro. Di questi tempi non ci sono molti mutanti in generale, quindi tutti loro devono essere d'aiuto e assumersi dei ruoli. Il ruolo dei Nuovi Mutanti è diventato una sorta di faccende di casa proattive, e Nate è in cima alla lista. Inoltre, forse Scott e i ‘senior’ sono troppo vicini.

D: In merito al gruppo, la pagina di anteprima del numero 25 mostra Wolverine, Colosso e Kitty Pryde, tutti che agiscono con il cast regolare. Dato che avete messo in chiaro che i Nuovi Mutanti sono un gruppo di X-Men vero e proprio, possiamo attenderci di vedere regolarmente personaggi di altri Albi X?
DnA:
Assolutamente sì. Si sente che siamo solo uno di tanti albi che "osservano" le vite dei mutanti. Ci concentriamo su determinati personaggi, e così gli altri albi, ma i personaggi entrano ed escono in tutti. È molto bello.


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D: Guardando un po' verso l'orizzonte, i Nuovi Mutanti si collegheranno a Fear Itself a partire da Agosto, cosa che sembra un'opportunità per fare qualcosa di unico con i personaggi che altrimenti non sarebbe possibile. Dato che per Agosto la serie Fear Itself avrà già pubblicato cinque numeri, per quanti numeri di Nuovi Mutanti è programmato il collegamento?
DnA:
Quattro, e sono favolosi. Abbiamo davvero una possibilità di fare cose che altri albi che si incrociano in FI non possono fare, per via del collegamento stabilito da tempo tra Nuovi Mutanti e Asgard. In più ci aggiungiamo qualcosa di totalmente folle e inatteso.

D: Il collegamento con Fear Itself sarà illustrato da David Lafuente, che porta qualcosa di molto diverso alla tavola rispetto a Leonardo Fernandez. Com'è lavorare con due disegnatori così diversi in archi consecutivi?
DnA:
Sono entrambi dei grandi, e siamo stati molto lieti dei disegni che ci mandano. I progetti di David per alcune delle cose che stiamo mettendo in FI devono essere visti per poterci credere! Nel frattempo, la trama di Nate Grey porterà delle visuali splendide e memorabili.

D: Per finire, con tutti i personaggi classici nell'albo, c'è qualche possibilità che ne vedremo un paio di fortemente associate al gruppo che non si sono visti per un po' — James Proudstar e/o Tabitha Smith?
DnA:
C'è la possibilità che ogni genere di personaggio divertente e che manca da tempo compaia. Abbiamo una lista.



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Fonte: Newsarama.com
Traduzione: CMT

view post Posted: 11/6/2011, 10:41 Marvel Mutant Titles - X-Men World 2.5.1 - Una Fenice che non vuole morire

X-PREVIEWS
MARVEL MUTANT TITLES
In Uscita il 15.06.2011


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In Questo Numero
- Daken: Dark Wolverine # 10
- Generation Hope # 8
- Uncanny X-Men #538
- X-Factor # 221
- X-Men (Vol. II) # 13
- X-Men: Prelude to Schism # 3 (of 4)




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Daken: Dark Wolverine # 10

CITAZIONE
STORY BY: Rob Williams
ART BY: Matteo Buffagni, Riley Rossmo
COLORS BY: Cris Peter, Riley Rossmo
LETTERS BY: VC - Cory Petit
COVER BY: Giuseppe Camuncoli, Frank Martin

WELCOME TO HOLLYWOOD! Daken’s new life starts here! After razing his father’s old stomping grounds of Madripoor and installing himself as its kingpin, Daken decides to expand his enterprise…and Los Angelesseems ripe for the picking. Don’t miss out as rising star ROB WILLIAMS teams up with fan favorite [] to bring you an all new chapter full of glitz, glamour and the first step towards global domination.

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Generation Hope # 8

CITAZIONE
STORY BY: Kieron Gillen
ART BY: Salva Espin
COLORS BY: Jim Charalampidis
LETTERS BY: Dave Sharpe
COVER BY: Salva Espin, Jim Charalampidis

THE TRIAL OF PRIMAL!

Generation Hope’s resident wild man is on trial and the X-Men may lose custody. Can they get him free? Should they? Will they have a chance before he challenges the judge to a fight to the death? You have never read a comic like this one before!

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Uncanny X-Men # 538

CITAZIONE
STORY BY: Kieron Gillen
ART BY: Terry Dodson, Rachel Dodson
COLORS BY: Justin Ponsor
COVER BY: Terry Dodson, Rachel Dodson

Blood has been shed on the island of Utopia as Powerlord Kruun’s Night of the Knives draws to a close. Who has perished? Who has survived? Discover the answers as vengeance rears its ugly, alien head!

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X-Factor # 221

CITAZIONE
STORY BY: Peter David
ART BY: Dennis Calero
COLORS BY: Brian Reber
LETTERS BY: VC - Cory Petit
COVER BY: David Yardin

“Forgive Me, Father, For I Have KILLED!”

Hoping to be absolved of recently committed sins before she gives birth, Wolfsbane goes to confess…but it isn’t forgiveness that awaits her. In fact, she’s going to have to face her demons head on. Literally! (Oh, and that baby she’s carrying? Turns out that it’s not quite what she expected either.) The next X-citing chapter of X-FACTORbegins here!

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X-Men (Vol. II) # 13

CITAZIONE
STORY BY: Christopher Yost
ART BY: Paco Medina, Dalibor Talajic, Juan Vlasco
COLORS BY: Marte Gracia, Wil Quintana
LETTERS BY: VC - Joe Caramagna
COVER BY: Ed McGuinness, Val Staples, Paco Medina, [more...]

“FIRST TO LAST”

Who are the Evolutionaries and why doesn’t anyone remember when they fought Xavier and his original five X-Men? Cyclops and his crew on Utopia better figure out quick or the Evolutionaries are going to wipe out every human on the planet. That’s right, every HUMAN. Two issues of this huge story this month both showing X-Men/Evolutionary actionin the past and in the present. And it’s all thanks to Christopher Yost (X-FORCE), amazing regular artist Paco Medina and the always classic Dalibor Talijic (HITMONKEY)! Parts 2 and 3 (of 5)

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X-Men: Prelude to Schism # 3 (of 4)

CITAZIONE
STORY BY: Paul Jenkins
ART BY: Will Conrad
COLORS BY: Lee Loughridge
LETTERS BY: Rob Steen
COVER BY: Giuseppe Camuncoli, Dan Brown

The mini-series that leads to the X-Event of 2011 continues! This month we get inside the heads of the two most important X-Men: Cyclops and Wolverine. See parts of their past you never saw before, experience the most intense moments in X-History and understand what leads to the Schism that is coming!

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Edited by The Lawyer - 18/6/2011, 16:19
617 replies since 4/4/2003