Rick & Dave's Apocalyptic Force, Intervista a Rick Remender & David Lapham

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view post Posted on 23/1/2012, 15:50

PontifeX MaXimus del Sacro Culto di Chris Claremont & Grant Morrison

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X-INTERVIEW
RICK & DAVE'S APOCALYPTIC FORCE
Intervista a Rick Remender & David Lapham




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Uncanny X-Force ha debuttato a Ottobre 2010, con lo scrittore Rick Remender e il disegnatore Jerome Opeña che riprendevano un concetto simile a quello della precedente serie X-Force — una squadra di assassini mutanti tenuta segreta al resto degli X-Men — ma aggiungendo membri quali Deadpool, Psylocke e Fantomex, più il criminale di lunga data Apocalisse.
La serie è proseguita per diventare uno dei maggiori successi commerciali e critici della Marvel, e la recente "Dark Angel Saga" in otto parti ha visto il ritorno della linea temporale dell’Era di Apocalisse, resa famosa a metà degli anni novanta quando l’intera linea X passò a quella realtà alternativa per quattro mesi.

Salvo che l’Era di Apocalisse che troviamo in Uncanny X-Force era un luogo drammaticamente diverso, dove le cose erano riuscite in qualche modo ad andare perfino peggio per chiunque fosse coinvolto.
Il continuo successo di Uncanny X-Force sta portando a un albo spinoff che debuttera a Marzo: Age of Apocalypse, scritto da David Lapham e disegnato da Roberto De La Torre. L’albo riprende le trame definite durante la "Dark Angel Saga", e si apre direttamente dopo Uncanny X-Force 19.1, che è uscito questo stesso mese.

Abbiamo parlato sia con Remender sia con Lapham dei due albi, e di come sono correlati tra loro.

D: Rick, David, voi due avete lavorato assieme per preparare il passaggio da Uncanny X-Force 19.1 a Age of Apocalypse. È la vostra prima collaborazione, giusto? 

Rick Remender:
Già. Direi che qualunque cosa davvero buona è opera di David, e il resto probabilmente è mio.
David Lapham: Mi prenderò credito di questo! [Ride.] Già, è la prima volta che facciamo qualcosa assieme.
Remender: Negli anni novanta avevo rinunciato ai fumetti, e penso che Stray Bullets sia una delle testate che mi ha riportato indietro e mi ha ricordato cosa fosse possibile. Ha avuto una grande influenza sulla mia scrittura: ci sono alcuni numeri di Stray Bullets che mi sono ancora impressi, in termini di struttura delle storie. Sono davvero contento di avere l’opportunità di lavorare con lui. Il progetto era qualcosa che ha avuto origine con l’editor Jody LeHeup: mentre stavo costruendo il materiale dell’Era di Apocalisse, abbiamo pensato a quest’idea di far riprendere a Wolverine il ruolo della versione di Apocalisse, Arma X, e che fosse lui colui che era asceso in quel mondo. Le ragioni per la storia erano che avrebbe dato un’indicazione visiva di cosa stesse accadendo a Warren Worthington a casa. Mentre la creavamo — avevamo solo tre numeri, io avrei davvero potuto usarne otto, perché una volta che abbiamo iniziato era uno spasso — una delle mie idee è stata: facciamo che i mutanti abbiano preso il potere ... ci sono solo piccole sacche di umani rimasti, molto pochi. Jody aveva una lampadina accesa sulla testa: perché non creiamo una banda di umani come X-Men, e invertiamo le dinamiche degli attuali albi X, dove ci sono solo poche centinaia di mutanti in un mondo pieno di umani. Ragazzi se era un concetto brillante in termini di X-fumetti. Ne abbiamo parlato, e poi lui e David hanno fatto il resto del lavoro ... abbiamo parlato dei punti di base della storia e David ha ideato tutti i personaggi. Poi è tornato da me e abbiamo pensato assieme la storia per il numero Punto Uno, e David mi ha fatto da allenatore su Prophet e Trask, e alcuni degli altri personaggi che ha ideato, ed è stato davvero divertente.
Lapham: Poi Rick ci ha dato alcuni dei personaggi degli X-Men che sono finiti col nostro gruppo. Inizialmente, volevo solo i personaggi che io e Roberto [De La Torre, il disegnatore dell’albo] avevamo creato — "vade retro, resto dell’Universo Marvel!", ma l’istinto di Rick aveva ragione, e quei personaggi si stanno dimostrando vitali per lo sviluppo della storia e le dinamiche del gruppo. Sapevo che Jody era il tipo di editor a cui piace non solo il mainstream ma anche il materiale indipendente. Pensavo che mi avrebbe preso. Mi ha mandato la sua proposta di quella che è diventata Age of Apocalypse, in cui descriveva un gruppo di soli umani, ma tutti come Batman. Immaginate una squadra così, in cui ogni membro è intelligente ed efficiente e abile e strategico in quasi ogni possibile modo fisico e mentale. Ognuno di essi è l’umano definitivo. Immaginate cosa potrebbero fare anche avendo tutto il mondo contro. Non c’era da ragionarci sopra, ero già dentro.
Remender: Dal punto di vista di un X-nerd, la ciliegina su quella torta che era l’idea è che ognuno di questi umani sarebbe stato un umano che aveva cacciato i mutanti e causato loro dolore nel nostro mondo. È l’albo X più pulito, intelligente e perfetto mai uscito, e penso che la gente impazzirà.

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D: Giusto. E ovviamente siamo abituati a vedere dei personaggi che sono eroi nel normale Universo Marvel essere cattivi nell’Era di Apocalisse – la Bestia Nera e ora Wolverine sono due degli esempi più evidenti — quindi il contrario è essenziale. Ma anche se questi personaggi, come Stryker e Graydon Creed, sono i protagonisti, voi li classifichereste come “eroi” convenzionali?
Lapham:
Sono cresciuto leggendo gli X-Men con Claremont & Byrne, e Claremont & Cockrum e Claremont & Paul Smith e il personaggio preferito di tutti era Wolverine. All’epoca si sentiva che era davvero difficile dire se fosse un buono o un cattivo. Era il momento in cui il concetto di antieroe passò dall’eccezione alla regola. All’epoca qualcuno come il Punitore era un cattivo — chiaramente un cattivo. I personaggi in Age of Apocalypse hanno tutti i loro problemi, ma non voglio un’ambientazione in cui siano cattivi, come lo sono nel normale Universo Marvel — "In realtà sono tutti nazisti, ma la differenza è che sono una minoranza, quindi dobbiamo tifare per loro." Non è così. Tutti hanno degli elementi delle loro controparti dell’Universo Marvel, ma sono cresciuti in ambienti e circostanze del tutto diversi e si sono sviluppati in persone diverse. Ad esempio, vedrete nel numero 19.1 che William Stryker mantiene molte delle caratteristiche che lo hanno reso il carismatico predicatore d’odio dell’Universo Marvel regolare, ma le sue circostanze hanno fatto sì che abbandonasse il pulpito e mettesse la sua fede nell’uomo e negli individui. Quindi è ancora un leader di uomini e un grande pianificatore, ma in un modo del tutto diverso.

D: Quindi, andando avanti, continuerà ad esserci qualche interconnettività tra Age of Apocalypse e Uncanny X-Force?
Lapham:
Stiamo appena iniziando. Ho lavorato sui primi due, tre, quattro numeri. Vogliamo decisamente stabilire Age of Apocalypse come cosa s sé stante prima, e poi si spera che andrà Avanti per molto tempo, e allora immagino che nasceranno di sicuro possibilità di interconnettività. Per iniziare, comunque, abbiamo questi elementi del “nostro” mondo che passano nell’Era di Apocalisse, e poi riprendiamo con i nostri umani. Sono gli umani che stanno cercando di cambiare questo intero mondo in cui sono in inferiorità numerica di uno a mille contro persona che posseggono incredibili poteri mutanti, mentre loro non ne hanno. Non vogliamo che i lettori si chiedano: "Quand’è che i personaggi con poteri dell’Universo Marvel regolare appariranno un numero sì e uno no a risolvere i loro problemi?" Almeno all’inizio dovranno stare in piedi da soli e dare qualche calcio nel sedere.
Remender: È importante per la serie di David. Questa è la cosa che ha fatto reagire bene la gente in X-Force in generale, che si tratti di una storia a sé stante. Non bisogna leggere quindici altri albi per capirla: i primi diciotto numeri — anche fino al 19.1 in effetti — sono un’unica storia; ci sono cose nei numeri 10, 11 e 12 che pongono le basi del 19.1, poi fluiscono nella storia di David. È una concetto talmente pulito, e un mondo tanto emozionante, che avere da subito dell’interconnettività in quel senso sarebbe un errore, ma c’è interconnettività nel fatto che il Nightcrawler dell’Era di Apocalisse sia ora un membro di X-Force. Come abbiamo visto nel 19, il Kurt dell’EdA è rimasto per cacciare e uccidere diversi criminali dell’Era di Apocalisse che stanno ancora girando per l’universo 616. C’è questa interconnettività, ma le cose vanno molto male per i mutanti, come vediamo nel 19.1, se avete letto l’albo, sapete che tutti gli X-Men sono morti tranne Jean e Sabretooth. In un prossimo numero di X-Force, Kurt cercherà di chiamare casa, e non avrà risposta. Tutti i collegamenti a questo punto non ci sono più, tranne che per la Bestia Nera, che per me è quello che può ancora saltare avanti e indietro.
Lapham: Ho progettato il primo anno di storie solo per lavorare sul concetto di come questi cinque eroi possano ancora pensare di salvare l’umanità in questo tipo di mondo.
Remender: Non penso che abbiamo mai visto una storia in un mondo dominato dai mutanti, in cui gli umani sono i mutanti in termini di dinamiche. È come 30 Giorni di Buio di [Steve] Niles — tutti si danno una manata in fronte simultaneamente per non averci pensato prima. È uno di quei concetti perfetti che girano là fuori.

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D: David, tu hai fatto molto lavoro per la Marvel a questo punto, ma sei decisamente più conosciuto per il lavoro fuori dai fumetti mainstream. Come hai detto prima, sei cresciuto come lettore di X-Men — è emozionante per te prendere parte a una serie regolare che attinge almeno in parte alla storia degli X-Men?
Lapham:
Sì, decisamente. È tremendamente divertente. È davvero praticamente perfetto per me per arrivare nel mainstream, perché non è nel bel mezzo della continuity con la necessità di coordinarsi con dieci altri albi. Ho lavorato un po’ su Batman, e su speciali e miniserie con gente come Devil, il Punitore, Wolverine... cose come queste, ma arrivare lì e affrontare il mainstream è un’area che non ho mai vissuto pienamente. È molto emozionante. In più è una scusa per ricominciare a leggere i vecchi fumetti.

D: In conclusione, c’è altro che qualcuno di voi due pensa che i lettori dovrebbero sapere di Age of Apocalypse?
Remender:
Questo albo è interamente unico: si basa su quello che tutti hanno amato innanzitutto dell’Era di Apocalisse, senza esserne schiavo. È una lavagna pulita. È un grande punto di partenza per una nuova serie con uno dei migliori concetti degli albi mainstream. Sono ansioso di vederla venire bene come ha fatto.
Lapham: Mi piacerebbe che stessimo uscendo col nostro primo numero subito dopo questo, la prossima settimana. Abbiamo ancora un paio di mesi. [Age of Apocalypse 1] riprende letteralmente dall’ultima pagina del 19.1.
Remender: Speriamo che il cliffhanger sia riuscito abbastanza perché molte persone si stiano mordendo le dita per l’ansia di sapere cosa accadrà dopo, lo dico come parte del gruppo, non dandomi pacche sulla spalla da solo. Penso che abbiamo ottenuto qualcosa di divertente ed emozionante, e totalmente unico. Ci saranno un paio di mesi di ritardo, ma speriamo di aver preso abbastanza rincorsa nel numero Punto Uno, e c’è un grande, divertente cliffhanger tale che il pubblico avrà fretta di leggere il primo numero. E penso che lo faranno — penso davvero che questo sarà il prossimo grande successo della Marvel.
Lapham: Già. Il cliffhanger del 19.1 è incredibile. Rick prende una situazione brutta e quasi impossibile per gli umani e la fa diventare qualcosa che lascia a bocca spalancata. Date un’occhiata quando inizieranno a far vedere qualche disegno in anteprima, perché [De La Torre] fa davvero morire. I suoi studi dei personaggi li fanno sembrare come se avessero combattuto questa guerra da sempre. E le pagine sono sorprendenti. Roba da farvi cadere dalla sedia. L’unica altra cosa che vorrei la gente sapesse, specie coloro che sono grandi fan dell’EdA originale, è che stiamo facendo qualcosa che prende una direzione un po’ diversa, ma il punto di partenza è quel mondo e la nostra storia si evolve da lì.



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Fonte: Newsarama.Com
Traduzione: CMT



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