The X-Axis # 03/11

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view post Posted on 12/3/2011, 14:12

PontifeX MaXimus del Sacro Culto di Chris Claremont & Grant Morrison

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X-REVIEWS
THE X-AXIS
# 03 / 11
by Paul O' Brien
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In Questo Numero:
- Astonishing X-Men (Vol. III) # 36
- Astonishing X-Men: Xenogenesis # 5 (of 5)
- Daken: Dark Wolverine # 5
- Daken: Dark Wolverine # 6
- Deadpool & Cable # 26
- Generation Hope # 4
- Marvel Girl # 1 [OneShot]
- Uncanny X-Force # 5
- Uncanny X-Men # 533
- Wolverine (Vol. IV) # 5.1
- Wolverine (Vol. IV) # 6
- Wolverine # 1000
- Wolverine/Hercules: Myths, Monsters & Mutants # 1 (of 4)
- Wolverine: The Best There Is # 3
- Wolverine: The Best There Is # 4
- Wolverine & Jubilee # 2 (of 4)
- X-23 (Vol. II) # 6
- X-Factor # 215
- X-Factor # 216
- X-Men (Vol. II) # 8
- X-Men: Legacy # 245 / New Mutants (Vol. III) # 22
- X-Men: To Serve and Protect # 4 (of 4)




Astonishing X-Men (Vol. III) # 36

Proprio una brutta, brutta copertina. Che è strano, visto che l'interno è molto più piacevole. La versione piuttosto squadrata di Wolverine di Jason Pearson non piacerà a tutti, ma c'è una precisione nel lavoro, e le espressioni esagerate vengono usate abbastanza limitatamente da essere efficaci.
Questo è il primo numero scritto da Daniel Way, e sta usando il nucleo della squadra ereditata da Warren Ellis – tranne la Bestia, che è stata allontanata dagli albi X un anno fa, ma ovviamente questo albo se ne è appena accorto. Quindi solo Scott, Emma, Wolverine e Corazza. È essenzialmente un viaggio in Giappone per combattere dei mostri giganti, che è un vecchio cliché ma va bene se viene fatto a dovere. La Roxxon Oil sta tentando di trivellare sotto l'Isola dei Mostri, e la cosa va come ci si potrebbe aspettare. Intanto, gli X-Men sono in Giappone per riportare lì Corazza per un funerale – Way ha ripreso un vecchio commento buttato lì che diceva che il campo di forza di Corazza prende forza dai suoi antenati morti, e ha deciso di prenderlo letteralmente chiedendosi cosa accade quando uno dei suoi parenti stretti muore.
In genere non sono un fan del lavoro di Daniel Way sugli albi X, ma questo è abbastanza decente. Ha una focalizzazione che spesso manca nel grande cast di Uncanny, e fa anche un buon uso di Mentallo, un criminale che è stato carne da cannone per anni ma che Way riabilita in modo piuttosto efficace nel corso di un numero semplicemente scrivendolo bene. Niente male.

Astonishing X-Men: Xenogenesis # 5 (of 5)
Mio dio, è finita! È davvero finita! Il primo numero di questa serie è uscito lo scorso Maggio, se ve lo state chiedendo. Scriverò un post a parte per riguardare l'intera serie, e sono alquanto fiducioso che si legga molto meglio in un'unica soluzione. La conclusione è che questa era una storia piuttosto semplice, lineare e diretta, ma troppo, troppo leggera per sopravvivere all'allungamento su nove mesi. Onestamente credo che sembrerà ancora troppo estesa come graphic novel – puramente in termini di contenuti della storia, potrebbe tranquillamente entrare in un annual – ma almeno sarà intatta. Ovviamente Emma Frost ha un paio di belle scene, ma la storia è del tutto inadeguata al format seriale con cui la Marvel l'ha proposta e con cui la maggior parte del pubblico probabilmente la leggerà.

Daken: Dark Wolverine # 5
Il titolo può anche dire che questo è “Impero Atto 2, parte 2 di 3″, ma in effetti sembra essere l'inizio di una nuova storia. Nell'ultimo numero, Daken è passato a fare visita ai Fantastici Quattro, ha concluso una sottotrama sospesa e ha preso una nuova arma; stavolta sta andando a Madripoor a salutare Tyger Tiger, un personaggio che non si vede da anni. È un albo strano, questo, e onestamente non riesco a decidermi se sia sottile o solo piuttosto pasticciato. A volte Daken sembra essere scritto come uno psicotico monodimensionale. In altri punti, come in questo numero, veniamo invitati a riflettere su cosa abbia davvero in mente e quanto delle sue motivazioni dichiarate sia vero. (L'albo ha saggiamente messo da parte la sua narrazione in prima persona). È abbastanza ovvio perché gli scrittori vogliano Daken a Madripoor; è un luogo fortemente associate a Wolverine, quindi tiene Daken nell'ombra di suo padre senza che i due debbano interagire. Ma perché Daken è lì? Dice di esserci per iniziare una nuova vita con una nuova identità, ma è lui stesso che ha scelto di andare a Madripoor, che indossa un costume da Wolverine modificato e che continua a menzionare Wolverine.
Quindi cosa hanno in mente Daniel Way e Marjorie Liu? È chiaro che c'è di più rispetto a quanto dichiarato da Daken. Ma ci sono due ampie possibilità. Una è che si tratti di un malriuscito tentativo di psicologia, in cui Daken cerca davvero di sfuggire all'ombra di suo padre ma nel subconscio continua a orbitare attorno a Wolverine – e se l'idea è quella, è piuttosto scarsa. L'altra è che Daken abbia in mente un qualche piano diabolico per manipolare la gente avvalendosi di questa percezione per mascherare un qualche altro piano, e se è qui che stiamo andando è potenzialmente più interessante.
Way e Liu hanno chiaramente una storia che vogliono raccontare con questo personaggio. Stanno andando piuttosto bene nel costruire il mistero su quello che Daken ha davvero in mente (e mi piace la narrazione chiara nei disegni di Giuseppe Camuncoli). La tensione qui, però, alla fine è se Daken abbia o meno delle profondità nascoste. E l'albo è piuttosto irregolare quando si tratta di dare quell'idea. Sono i numeri in cui ha lo spessore di una tavola che mi danno delle riserve il resto del tempo. Se li escludo dalla mia mente, però, questo è un numero perfettamente buono.

Daken: Dark Wolverine # 6
Etichettato come “Impero, Atto 2, parte 3 di 4″. Il mese scorso ho evidenziato che la parte 1, in cui Daken faceva visita ai Fantastici Quattro, sembrava essere una storia completamente separata. Be', quel punto diventa un po' più chiaro qui, con un artificio di quel numero che si svela essere importante in questo, anche se continuo a chiedermi se sia davvero un unico arco. E la parte 4, si scopre, è anche la prima parte di “Collision”, un crossover con X-23. È uno strano genere di storia in quattro parti, non c'è dubbio.
Comunque, Daken è ancora a Madripoor, dove afferma di stare aiutando Tyger Tiger a sconfiggere un circolo di banchieri corrotti. Riuscite a indovinare come andrà a finire? Be', se avete letto la serie fin qui, allora sì, probabilmente avete immaginato che Daken imbroglia tutti allo scopo di seguire i propri piani segreti. Incidentalmente, Tyger Tiger è l'attuale governante di Madripoor e non, come afferma la pagina di riassunto, una vigilante. È un errore davvero strano, visto che si tratta di un elemento centrale della trama.
Questa serie è stata affossata da storie del tipo “Che ha in mente Daken?” per un po' di tempo, e in un certo senso sta ancora facendo più o meno lo stesso mistero. Daken è solo un folle nichilista, o sta deliberatamente cercando di imitare parti della vita passata di Wolverine, o ha in mente qualche idea più concreta? Non è necessariamente una cattiva base. Il mio problema più grosso con gli archi precedenti era che Daken non sembrava davvero fare nulla di particolare, cosa che rendeva le sue motivazioni molto accademiche; e che l'albo era praticamente privo di personaggi in cui identificarsi, considerato che evidentemente Daken stesso non avrebbe ricoperto quel ruolo. Con questo arco, però, i piani di Daken iniziano finalmente a sviluppare un senso di proporzione, e gli scrittori sembrano inserire Tyger Tiger per riempire il vuoto nel punto in cui doveva esserci il cuore dell'albo. Il risultato è uno degli archi più forti di Daken. E i disegni di Giuseppe Camuncoli restano un punto di forza dell'albo – è bello vedere qualcuno che pensa alla gamma di luoghi che teoricamente Madripoor ha sempre fornito, invece di restare attaccato ai familiari vicoli.

Deadpool & Cable # 26
Ehm... perché?
Un breve promemoria. Cable & Deadpool è durata cinquanta numeri prima di essere cassata per fare spazio a testate separate di Cable e Deadpool nel 2008. L'albo di Cable è durato ventiquattro numeri ed è stato cancellato quando ha completato la sua storia tuffandosi nel crossover “Secondo Avvento”, in cui Cable è morto. Incollato alla fine c'è stato Deadpool & Cable 25, che era una specie di epilogo a Cable & Deadpool che fungeva anche da prologo di Cable. Questo ad Aprile dell'anno scorso.
E ora abbiamo questo... un secondo speciale in cui Deadpool piange la morte di Cable, avvenuta, quando, sei mesi fa? Cable non c'è, a parte dei brevi flashback, ma l'albo riprende una sottotrama in sospeso di C&D facendo andare Deadpool in Rumekistan per provare, nel suo tipico modo caotico, a far sorgere la nazione felice che Cable voleva ottenere. Il risultato è un po' un pasticcio. Vuole essere una storia anarchica comica di Deadpool; vuole anche essere un sincere tributo a Cable come personaggio caduto e alla passata società tra i due. Passa da una cosa all'altra con la grazia di un carrarmato, e alla fine non funziona davvero a nessuno dei due livelli. I lettori con una maggiore tolleranza per Deadpool nei suoi moment di maggior delirio potranno forse trarne qualcosa in più.

Generation Hope # 4
Avevo delle riserve sul ritmo dei primi tre numeri, in cui i riflettori su Hope e Kenji significavano che il resto del gruppo finiva in qualche modo emarginato. Be', di sicuro questo viene corretto qui. I credit dicono che questa è la parte quattro di “The Future is a Four-Letter Word”, ma in realtà vede l'albo passare all'atto successive, con il gruppo che arriva finalmente a Utopia e può sistemarsi. Dopo tre numeri di deliri folli, Kenji riesce finalmente a parlarci come si deve. Si scopre che non è esattamente normale anche nei momenti migliori, anche se almeno di solito non sarebbe in vena di distruggere Tokyo. Teon tenta di farsi valere contro Wolverine, coi risultati che potete immaginare. Il Dr Nemesis finalmente dà una chiara spiegazione di come funzionino i loro poteri, e Gabriel ha una scena particolarmente buona con lui. Prima di tutto, questo è il punto in cui i nuovi personaggi hanno una pausa dall'azione e una possibilità di respirare. Questo numero mette l'enfasi sugli aspetti più interessanti dell'albo, e fa molto per mostrare il potenziale dei personaggi. Buon numero.

Marvel Girl # 1 [OneShot]
Questo è uno di tanti speciali X-Men: First Class che suppongo siano in qualche modo correlate al prossimo film X-Men: First Class. O no? Non sono del tutto sicuro di quale sia lo scopo della Marvel. Il film è essenzialmente una storia delle origini degli X-Men ambientata negli anni sessanta. Questa, d'altra parte, è una storia di Marvel Girl ambientata durante la serie X-Men: First Class di Jef Parker, che è una cosa alquanto differente. Comunque sia, è di Joshua Fialkov e Nuno Plati e riguarda Jean che viene mandata via per rimettersi in sesto e venire a patti con la morte di Annie Richardson. È una storia bizzarra; c'è un sottotesto stranamente deprimente (non tanto "sotto", in effetti) sulla gente in generale che va avanti per inerzia nella vita, ed è molto vago in merito a chi fosse di preciso Annie. Per quelli tra voi che non lo sanno, si presume che i poteri telepatici di Jean siano emersi quando vide la sua amica Annie investita da un'auto. Non mi è del tutto chiaro se questo valga anche per questa storia – ci sono alcuni commenti che si potrebbero interpretare come suggerimenti che Jean sia semplicemente andata via per unirsi agli X-Men e si sia lasciata indietro Annie, non essendo quindi lì a salvarla dall'auto. La cosa mi sembra piuttosto vaga e confusa per i lettori che non conoscono la continuity a cui si fa riferimento. Jean sembra anche un po' fuori personaggio per tutto il tempo, anche se, per essere onesti con lui, se Fialkov avesse tentato di scriverla in linea con le sue apparizioni della Silver Age avrebbe dovuto farle passare l'albo a stare sullo sfondo e apparire carina. Una storia in cui viene a patti con la morte di Annie non è una cattiva idea, ma anche così non va del tutto al suo posto. I disegni interamente colorati di Plati sono assolutamente bellissimi, però, e danno all'albo un bell'aspetto animato.

Uncanny X-Force # 5
Inizio del secondo arco, in cui qualcosa di cattivo si è evoluto nel Mondo – ricordate, è un'idea di Grant Morrison. È un mondo tascabile dal tempo distorto in cui vengono evolute delle armi a tempi accelerati, o qualcosa del genere. Fantomex è venuto fuori da lì, qualcun altro ci ha fatto delle cose strane, e ora Fantomex sta cercando di riportare il Mondo sotto il suo controllo, mentre questo qualcun altro ce l'ha con lui. Tutto questo sembra essere essenzialmente per portare X-Force a scontrarsi con un mucchio di strain cloni di supereroi con parti cyborg da Deathlok. Non che il numero affermi in concreto che si tratta di cyborg Deathlok, si limita a presumere che li riconosciamo. In effetti era stato chiarito un collegamento tra il Mondo e Deathlok in una storia di Wolverine di Jason Aaron circa un anno fa, e anche se non viene detto chiaramente presume che questa storia lo tenga a mente.
La spiegazione iniziale confonde un po', il Mondo non è un'idea così complicata, ma il monologo di aperture di Fantomex è sommerso da deliri confusi (“un algoritmo di infinità senziente” è una frase adorabile ma non spiega esattamente la trama). Ma le scene di Fantomex funzionano molto bene come storia di azione, e il resto del gruppo ha delle scene di una sottotrama scritta molto bene in cui si occupa delle ricadute del finale del numero scorso. I disegni in quest'arco sono di Esad Ribic, che non lavora da un po' su albi X. Sono adorabili, e di certo mantengono lo standard elevato dell'albo.

Uncanny X-Men # 533
Quarta parte di “Quarantena”... e davvero non va.
Mi piace il concetto di Lobe; è un criminale che non odia affatto i mutanti, vuole solo guadagnarci sopra. Come la storia afferma apertamente, è uno sviluppo del concetto degli U-Mani dai Nuovi X-Men di Grant Morrison, ma con i toni dei cultisti sostituiti dal rapace capitalismo. È una buona idea e dovrebbero venirne delle storie decenti.
Ma strutturalmente questo arco è un po' un pasticcio. La sottotrama dell'Uomo Collettivo sembra essere scomparsa, le parti con Emma e Shaw sembrano essere completamente slegate da tutto il resto. In quanto a Lobe, il suo piano non ha davvero senso. Ha una droga sintetica che può dare poteri mutanti alla gente, vuole guadagnarci tonnellate di denaro, e lo scopo dell'epidemia è ricattare gli X-Men perché cedano i diritti dei loro poteri. Ma perché questo funzioni bisogna accettare un mucchio di idee implausibili – non ultimo il fatto che Lobe abbia una qualche speranza di gestire un qualche commercio semilegittimo basato su questa droga solo se ottiene le firme degli X-Men, e che un numero considerevole di persone in un'America che odia i mutanti la comprerebbero davvero. La storia non mi convince su nessuna di queste cose, non ultimo perché i potenziali client che vediamo sono stupidi. E se la licenza è così importante, perché sta distribuendo pubblicamente la droga lo stesso? C'è una premessa decente alla base, ma ci sono troppi problemi logici perché la trama stia in piedi.

Wolverine (Vol. IV) # 5.1
Ah, il nostro primo numero Punto Uno. Questa è l'ultima grande idea della Marvel per cercare di creare punti di partenza per i nuovi lettori in testate esistenti. La strategia precedente era rilanciare gli albi dal numero uno, ma l'hanno rasa al suolo, e per di più è qualcosa che si può fare solo un certo numero di volte. Da qui gli albi Punto Uno – numeri extra che si suppone siano punti di partenza ideali, con storie autoconclusive che dovrebbero introdurre eventi successivi. Fintantoché si mantengono su questo, è una buona idea - anche se alcuni dei prossimi albi Punto Uno puzzano stranamente di riempitivo. Stranamente, non c'è nessun logo in evidenza di questo albo per portare all'attenzione il fatto che sia un Punto Uno. A meno che si guardi il numero, non lo si saprà mai. E neanche io sono tanto nerd da mettermi a guardare i numeri degli albi quando esamino gli scaffali. Di certo un'opportunità mancata.
A parte questo, l'albo è dello scrittore regolare Jason Aaron, con il disegnatore ospite Jefte Palo,ed è un numero ottimo. Melita Garner ha organizzato una festa di compleanno invitando tutti gli amici di Wolverine. E ovviamente Wolverine si trova da tutt'altra parte a inseguire degli psicopatici in un bosco. È un'idea semplice, ma Aaron la realizza bene, e i due serial killer forniscono dei bei momenti creativi. Il punto di forza di Aaron come scrittore di Wolverine è la sua abilità di scrivere scene assurdamente sopra le righe senza minare il personaggio, e questo numero lo illustra molto bene. Bei disegni di Palo, buona introduzione di due nuovi criminali, forte idea centrale, buona commedia, buone scene dei personaggi al climax – è un esempio da manuale di come fare uno di questi numeri.

Wolverine (Vol. IV) # 6
Be', questo è strano. Quando la Marvel ha annunciate gli albi Punto Uno, li ha descritti come "punti di partenza" che "danno il via a trame principali”. Quindi si potrebbe pensare che comprando un albo Punto Uno si possa essere in grado di prendere l'albo successivo e continuare a leggere, giusto?
Sbagliato! Perché anche se Wolverine 5.1 era in effetti una grande storia autoconclusiva e una presentazione del personaggio, è seguito da questo numero... che è una prosecuzione diretta della storia in corso in Wolverine 5. Wolverine è tornado nel suo corpo, ma il demone non se ne è andato, quindi ci sono... be', altri combattimenti da fare. Quindi se siete arrivati con il pubblicizzato punto di partenza, cattive notizie, perché si scopre che dopo tutto siete nel mezzo di una trama già iniziata. Che cavolo sta pensando la Marvel? Il Punto Uno non poteva aspettare fino al completamento di questa trama? Non capisco davvero questa strategia.
E dopo cinque numeri di Wolverine all'inferno, che hanno portato verso un qualche genere di climax, è alquanto strano veder scorrere questa storia in questo modo. Per essere onesti sembra che la storia venga allungata oltre la sua normale data di scadenza, o almeno che abbia avuto un picco troppo prematuro. Sono molto confuso in merito alla direzione di quest'albo. D'altra paryte, ci sono adorabili disegni di Daniel Acuna, che non sempre è apparso a suo agio con le scene d'azione in passato, ma ora sembra aver capito come farle funzionare con il suo stile. E Aaron c'entra bene le voci delle varie guest star.

Wolverine # 1000
Di nuovo, per chi non abbia tenuto il conto: un po' di tempo fa la Marvel pubblicò un albo antologico intitolato Deadpool 900, che era uno scherzo, con l'idea di prendersi gioco delle assurde rinumerazioni della Marvel. La cosa funziona quando la si fa con Deadpool, perché è l'equivalente Marvel di Ambush Bug. Poi hanno cominciato a fare antologie numerate a caso di altri personaggi. E questo ha suggerito che qualcuno fosse troppo stupido per capire lo scherzo. E ragazzi, questo non fa nulla per creare fiducia nei confronti del livello qualitativo di questi albi.
Quello che c'è in questo numero sono quattro storie di Wolverine... oh no, scusate, cinque storie, perché una di esse manca inspiegabilmente dal sommario. Due sono di lunghezza normale. Tre non lo sono. Costa cinque dollari, che non è proprio male in termini di numero di pagine. Ma sono buone storie Nel complesso, non proprio, no.
Il punto più alto è “Adamantium Claws” di Sarah Cross e Joao Lemos, che è una bella storiella su una fan di Wolverine che incontra il suo idolo e in generale ne viene ispirata. I disegni sono adorabili, e anche se la morale è familiare è ben fatta. Jimmy Palmiotti e Rafa Garres consegnano una storia di normale lunghezza con Wolverine e una famiglia di lupi mannari, che non è esattamente commovente, ma sta in piedi come storia abbastanza solida con influenze degli horror degli anni settanta. A parte questo, si tratta di disegni decenti appiccicati su trame esili. ”Last Ride of the Devil’s Brigade” è Wolverine nella Seconda Guerra Mondiale chef a irruzione in un laboratorio nazista, e in pratica è una sequenza di eventi in fila. ”Last Men Standing” è Wolverine che ispira i soldati in tempo di guerra. E “Development Hell” – quella che non appare neanche nel sommario – è una gag nel Mojoverso che neanche si preoccupa di avere una trama. (In più è curioso che gli editor abbiano scelto di richiedere due diverse storie con lupi mannari e due diverse storie ambientate in tempo di guerra; ci si aspetterebbe di vederli evitare le sovrapposizioni in un'antologia di cinque storie.)
Leggete la storia di Cross/Lemos se potete, il resto non è offensive, ma con tanto material di Wolverine che c'è in giro non si capisce perché dovreste scegliere questo.

Wolverine/Hercules: Myths, Monsters & Mutants # 1 (of 4)
Una miniserie in quattro numeri di Frank Tieri e Juan Santacruz. È un seguito tardivo di una miniserie di Ercole scritta da Tieri nel 2005, ora con coprotagonista un personaggio che non ha alcun genere di legame con Ercole. Per essere onesti, quella miniserie era piuttosto decente, e Tieri come prima cosa definisce dei punti in comune tra i personaggi che gli danno qualcosa su cui lavorare, nello specifico il fatto che entrambi sopravvivranno praticamente a chiunque conoscano. C'è anche un flashback del loro primo incontro, che appartiene a una continuity terribilmente oscura – una striscia di supporto di sei pagine in Marvel Treasury Edition 26.
Come spiega una didascalia, la storia si svolge “Anni fa” – non riesco a non chiedermi se dipenda dal fatto che qualcuno si è accorto in ritardo che l'avversario, Matsuo Tsurayaba, era già stato ucciso nella miniserie di Psylocke l'anno scorso. Fortunatamente questo non è davvero un gran problema, perché il vero fulcro di questa miniserie sarà essenzialmente l'alleanza tra Ercole e Wolverine per combattere nemici mitologici (e occasionalmente interrompersi per lamentarsi dell'inevitabile decadenza di tutto ciò che vive a parte loro). È più una processione di elementi forti che una vera storia – questo numero si apre con un flashback apparentemente irrilevante di un robot nazista gigante che attacca Parigi, dopo tutto – ma è qualcosa di gradevole. I disegni sono un po' imprecisi ma in generale abbastanza decenti. La vera domanda è se possa esserci davvero abbastanza richiesta da sostenere ancora un'altra miniserie di Wolverine, ma l'albo è OK.

Wolverine: The Best There Is # 3
E di nuovo...
In tutta onestà, l'albo sta migliorando. C'è un'idea centrale quasi decente per il criminale: è un portatore di peste, una lunga esposizione non fa bene a nessuno (per questo recluta degli immortali a caso come sgherri), e farlo a pezzi sarebbe davvero una cattiva idea. Come elemento di trama è un buon inizio per un nemico di Wolverine. E dopo tre numeri si sta tardivamente facendo intravedere un qualche obiettivo della trama, che è un bene.
D'altra parte... il criminale di cui sopra non è particolarmente interessante su nessun altro livello, e fargli fare un discorso del genere "sono cattivo e lo so” non cambia molto le cose. L'albo ancora non fa grande uso degli sgherri che non si possono uccidere, che sembrano essere stati infilati a forza nella storia solo sulla base dei loro poteri, senza pensare troppo al fatto che avessero o meno delle motivazioni logiche per esserci. E anche se l'albo è più leggero dal punto di vista di sangue e interiora in questo numero, per lo più è per fare spazio alle spiegazioni. Sì, in questo numero il criminale spiega la trama a Wolverine... per quattordici pagine di fila.
Leggo queste cose perché voi non dobbiate farlo.

Wolverine: The Best There Is # 4
Be', sta migliorando. Vale a dire che questo numero non è né inintelligibile né incoerente. Winsor vuole fare esperimenti sul fattore di guarigione di Wolverine per imparare qualcosa su... be', dichiaratamente per sviluppare una cura per suo figlio, anche se dopo tutto questa potrebbe non essere la vera ragione. Segue un numero con gente che tortura Wolverine e discussioni su come funzioni il suo fattore di guarigione. Come molti scrittori degli ultimi anni, Charlie Huston samba comprensibilmente seccato per quanto siano diventati esagerati i poteri di guarigione di Wolverine nel corso degli anni, e sta cercando una soluzione. La sua spiegazione – che se non altro ha il merito della semplicità – è essenzialmente che più viene usato più forte diventa. Come prima, c'è una mezza idea interessante qui, ma non si sta sviluppando in una storia degna di tal nome. È difficile non pensare che Huston sia partito con l'idea di scrivere un albo di Wolverine per lettori adulti e abbia lavorato al contrario da lì, ottenendo una storia che è letteralmente solo una sequenza di prestazioni del fattore di guarigione.

Wolverine & Jubilee # 2 (of 4)
Su questa miniserie ora è spuntato un banner “Curse of the Mutants: Aftermath”, che non c'era il mese scorso. Sembra un po' strano aggiungerlo ora, ma almeno è vero – quella storia ha trasformato Jubilee in una vampira, e questa serie riguarda il suo venire a patti con la cosa. È una storia alquanto sottomessa e umorale, e relativamente lineare per i parametri della scrittrice Kathryn Immonen, il cui lavoro è in genere a metà tra l'insolito e l'eccentrico. Ma anche se non andate pazzi per l'inea di far diventare Jubilee una vampira, Immonen e il disegnatore Phil Noto la stanno usando molto bene in questa serie. Avrebbero potuto fare una storia lineare di riunioni nostalgiche, invece stanno usando questa relazione come sfondo per raccontare una storia su quello che è successo a Jubilee, e sta funzionando bene. La faccenda della vampira non mi ha davvero preso, e mi è parsa terribilmente fuori posto negli albi X, ma questa serie è abbastanza buona da farmi ricredere.

X-23 (Vol. II) # 6
Ultima parte di “Songs of the Orphan Child”, e bisogna darle credito – Marjorie Liu ha trovato un modo per far funzionare Sinistra. Il personaggio mi ha sempre colpito per essere uno degli aspetti di minor successo della gestione degli X-Men di Mike Carey. Si presume che sia il risultato di un tentativo andato male di Sinistro di trasferire la propria mente in un corpo di rimpiazzo al momento della morte. Potrebbe essere stato un tentativo di dare al personaggio una nuova partenza, ma il risultato pratico è stato incollare al già convoluto personaggio di Sinistro un ulteriore strato di complicazioni. La soluzione elegante di Liu è trasformare il "trasferimento mentale malriuscito" nel concetto principale del personaggio, in modo che ora sia un personaggio separato la cui principale preoccupazione è evitare (a ogni costo) che Sinistro completi la conquista della sua mente. Questo le dà l'aggancio motivazionale che le mancava, ed è uno sviluppo che funziona. Da un lato, quello che abbiamo è una storia di Sinistra con X-23 che sta lì a guardare, ma è tanto vicina al tema dell'identità di questo albo che la storia funziona. Ed è bello vedere X-23 allontanata dai soliti temi cupi per entrare in una vision più ampia; il personaggio è abbastanza abbattuto da avere bisogno di un contraltare. Ci sono dei bei disegni in questo numero, anche se è diviso tra due disegnatori. Nel complesso, un arco bel riuscito.

X-Factor # 215
Un altra storia singola, stavolta con Madrox e Layla. Dopo una lunga escursione a Las Vegas, e il viaggio nel surreale dello scorso numero, qui Peter David riporta l'albo alle sue radici quasi noir. Il caso è un omicidio che vede coinvolti dei vampiri e si tratta di una cosa abbastanza standard per l'albo. Ma Peter David la scrive bene e ottiene moltissimo dalla capacità di Madrox di essere in luoghi diversi (con diverse personalità) nello stesso tempo. Il vero fulcro dell'albo è il problema del rapporto tra Madrox e Layla, però, con l'albo che torna a domandarsi quanto libero arbitrio lei abbia davvero e quando sia davvero seccante il suo comportamento. La premessa di base del personaggio di Layla – che lei sappia in anticipo quello che accadrà e non possa o non voglia dirlo ad altri se non in modo criptico – è molto difficile da portare Avanti senza annullare la sua personalità o trasformarla in una serie di trucchi narrativi, e David ha fatto un grande lavoro evitando queste trappole, con una costruzione lenta da un personaggio da trucchetto a uno che sa di essere sulle rotaie e sembra rassegnato al fatto che non ci sia modo di spostarsi. C'è una bella simmetria tra Layla come personaggio con una sola opzione e Madrox come personaggio che può scegliere tutte le opzioni in una volta sola ma non trova alcun significato nel farlo. Anche se la storia in questo numero non emerge in sé, la trama generale resta intrigante.

X-Factor # 216
Ospite l'Uomo Ragno.... o meglio J. Jonah Jameson, che appare nel tradizionale ruolo di dare a X-Factor la loro missione e spingerli nella direzione della trama. Da quanto sembra, qui torniamo alla sottotrama iniziata alcuni mesi fa riguardo la donna programmata con falsi ricordi che ha ottenuto di farseli cancellare da Monet. C'è un bel mistero che viene creato. C'è anche una bella scena di una sottotrama con Layla e Rahne; non è tanto l'ultimatum di Layla a Rahne a essere interessante quanto il fatto che lei stia assumendo un ruolo così insolitamente attivo. Non sono del tutto convinto che gli ospiti aggiungano molto all'albo a parte qualche condimento per la spiegazione, ma Peter David li scrive in maniera tanto interessante da convincermi a lasciar stare. (E la Gatta Nera è sulla copertina del prossimo albo, quindi per essere onesti potrebbe non aver ancora finito con i personaggi dell'Uomo Ragno). Sempre un albo affidabile.

X-Men (Vol. II) # 8
Seconda parte di “To Serve and Protect”, un nome strano per una trama visto che viene usato anche per una miniserie antologica non collegata. Continuando con il motivo delle alleanze con personaggi ospiti, qui ci sono essenzialmente gli X-Men che si uniscono all'Uomo Ragno per affrontare... be', non tanto Lizard quanto la comunità di uomini lucertola sotto New York. È un seguito del recente arco "Shed" di Amazing Spider-Man, in altre parole, con Chris Bachalo di ritorno ai disegni. Come sempre, è un misto di visuali interessanti e sporadica confusione, ma le cose buone pesano più delle cattive. Come in Astonishing, la storia guadagna dal mantenere un cast ristretto – solo Wolverine, Tempesta, Gambit ed Emma in questa storia – ed è un incontro ben scritto. Niente che faccia tremare la terra, ma perfettamente a posto.

X-Men: Legacy # 245 / New Mutants (Vol. III) # 22
Le prime due parti di “Age of X”, che viene pubblicato come crossover tra queste due testate – anche se finora è tutto fuorché chiaro cosa stia facendo in New Mutants, dato che finora è una storia di Rogue per tutto il tempo. È una storia di una realtà alternative basata sul fatto che Charles Xavier non abbia messo insieme gli X-Men e che i mutanti disorganizzati siano stati sconfitti dalle forze antimutanti finché non si sono uniti per un ultimo tentativo di resistenza. La parte distopica è forse quella meno interessante; la vera storia sta nel capire cosa sia davvero accaduto in questo mondo (dato che è piuttosto chiaro che la storia del gruppo non sia del tutto vera), e perché la storia venga raccontata (è altrettanto chiaro che non è una casuale escursione in un mondo parallelo, ma a parte quello è un mistero finora).
Carey fa un grande lavoro nello sviluppo di questi aspetti della storia, ed è evidente che abbia messo molto impegno nell'immaginare come alcuni dei personaggi si sviluppino quando gli eventi formative si rivelano del tutto diversi per loro. Ciclope, ad esempio, è un personaggio che è stato definite dalla sua posizione di capo fin dal 1964 o giù di lì; invece di metterlo in una posizione equivalente in questo mondo, Carey va nella direzione opposta e si chiede come sarebbe andata se non avesse mai avuto tale ruolo. Altre cose vengono accennate in modo più sottile semplicemente facendo comparire personaggi le cui esistenze non quadrano del tutto con la versione ufficiale della storia, e lasciando ai lettori il compito di capire da soli. Ad esempio, se Xavier non è mai stato in circolazione, cosa ci fanno qui Legione e Danger? Questo genere di cose dipende dal fatto che al lettore siano ragionevolmente familiari i personaggi, dato che ovviamente il cast non può farlo notare, e si può obiettare che rendano la storia un po' meno accessibile ai lettori occasionali, ma a volte ne vale la pena.
Ho ancora delle riserve sul fatto che Ia parte della fortezza sotto assedio sia gestita un po' con mano pesante, ma le matite di Clay Mann e Steve Kurth impediscono ai toni di essere troppo piatti, e tutto il resto funziona abbastanza da farmi dare a Carey il beneficio del dubbio su questo.

X-Men: To Serve and Protect # 4 (of 4)
Ultimo numero di un'altra miniserie antologica.
La storia di Anole e Rockslide si conclude come ci si aspetterebbe, ma non c'è niente di male in una fine prevedibile quando è soddisfacente. È una storia semplice, ma valida per due personaggi poco usati. Altrove, Kathryn e Stuart Immonen mandano Hellcat e Gambit a un appuntamento, che non è tanto una storia quanto un divertente e caotico sketch. "Disco Highway" di Jed McKay e Sheldon Vella è una storia allegramente ridicola con Dazzler e le Figlie del Drago in una gara di pattini cosmica (“In palio c'è un qualche mal definite premio cosmico offerto dal Grandmaster...”) che vede una grande gag con MODOK, anche se si perde un po' nell'ultima pagina. E “Unforgettable” è un team-up di Ercole e Psylocke di James Asmus e vari disegnatori – sì, in otto pagine di storia – che è essenzialmente una gag carina sull'impacciata arte da seduttore di Ercole, che i disegnatori gestiscono molto bene.

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