Low Life for Rob's Daken, Intervista a Rob Williams

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The Lawyer
view post Posted on 11/6/2011, 12:01 by: The Lawyer

PontifeX MaXimus del Sacro Culto di Chris Claremont & Grant Morrison

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X-INTERVIEW
LOW LIFE for ROB'S DAKEN
Intervista a Rob Williams



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Quattro anni fa, il figlio malvagio di Wolverine, Daken, fece il suo debutto nell'Universo Marvel grazie allo scrittore Daniel Way e al disegnatore Steve Dillon. Da allora, la prole del mutante canadese è stata incredibilmente occupata: ha tentato di uccidere suo padre diverse volte, e come membro degli Oscuti Vendicatori e degli X-Men Oscuri di Norman Osborn è stato testa a testa con molti dei personaggi di maggior spicco dell'Universo Marvel. Il fine ultimo di Daken era assumere il controllo della sfuggente e potente organizzazione guidata da Romulus, il criminale che lo aveva allevato, ma prima che i suoi sogni potessero realizzarsi, suo padre ha smantellato la cabala segreta di Romulus e imprigionato il manipolatore nemico.

Di conseguenza, Daken è stato obbligato ad agire in prima persona e creare la propria base di potere.

In numeri recenti, gli scrittori di "Daken: Dark Wolverine" Daniel Way e Marjorie Liu hanno raccontato in dettaglio i suoi passi iniziali per ottenere essattamente questo. La nazione isola di Madripoor, a lungo nota per la sua mancanza di leggi, è ora sotto il controllo di Daken – ma questo non basta per il mutante.

Rob Williams ha assunto il suo incarico di nuovo scrittore dell'albo, con il numero speciale "Daken: Dark Wolverine" 9.1, una storia che prepara la scena per la prossima campagna di Daken nella sua ricerca di un impero criminale.

Abbiamo parlato con Williams dei suoi piani per la serie e dei modi in cui il suo lavoro sulla serie di fantascienza gialla "Low Life" per "2000AD", che verrà presto raccolta sotto il titolo "Low Life: Paranoia", lo ha aiutato a prepararsi a gestire quello che potrebbe essere il personaggio più impenitente della Marvel a memoria recente.

D: Allora, Rob – quando abbiamo parlato in passato è stato in merito al tuo amore per gli eroi Marvel classici, ma in base al tuo lavoro su albi come "Low Life", "Cla$$war" della Com-x e ora "Daken", immagino tu abbia anche una certa affinità con personaggi moralmente grigi e criminali.
Rob Williams:
Penso ci siano molto grande dramma e temi interessanti che provengono da personaggi in un'area moralmente grigia. Penso sia giusto dire che mi interessa ogni genere di personaggio, eroe, criminale o antieroe.

D: I fan del tuo lavoro alla Marvel ti conoscono come scrittore di speciali e miniserie, ma in realtà scrivi già da un po' una serie regolare. Hai creato "Low Life" per "2000AD" già nel 2004, giusto?
RW:
Sì. "Low Life" dura da parecchio tempo in "2000AD", il classico settimanale di fantascienza britannico, che ha lanciato la carriera di gente come Alan Moore, Dave Gibbons, Grant Morrison e innumerevoli altri. "Low Life" è ambientata nell'area peggiore e più industrializzata della Mega City One di Judge Dredd, e sono stato in grado di creare il mio piccolo mondo localizzato nel mondo di Dredd. La serie si incentra sui giudici sotto copertura della Wally Squad. Queste persone sono state sotto copertura troppo a lungo in un ambiente davvero strano, e di conseguenza molti di loro sono alquanto bizzarri ed eccentrici.
Uno dei personaggi principali è Aimee Nixon, che è essenzialmente una fantastica bugiarda, il che significa che mente molto anche a sé stessa. È un personaggio molto interessante. Ci sono molti livelli lì. Poi c'è un altro personaggio chiamato Dirty Frank, che è piuttosto matto e parla di sé in terza persona. È partito come un personaggio di sfondo ed è diventato tanto popolare tra i lettori di "2000AD" che abbiamo iniziato a portarlo in primo piano. Si presta a molte storie cupe e violente, ma fornisce un lato comico.
Quindi mi sono divertito moltissimo a scrivere la serie e ho anche avuto degli splendidi collaboratori artistici. Gente come Henry Flint, che è un genio assoluto (e farà del lavoro per la nel prossimo "Fearsome Foursome"). Non uso il termine alla leggera. Lui è uno di quei disegnatori che vengono da un posto davvero folle con enormi riserve di energia. E quando Henry ha lasciato, è arrivato Simon Coleby. Simon ha lavorato per "The Authority" ed è anche lui un disegnatore meraviglioso. Al momento stiamo lavorando assieme su un progetto ancora non annunciato che si spera uscirà nel 2011 o 2012.
Poi è arrivato D'Israeli quando Simon è passato a "The Authority". D'Israeli ha fatto "Scarlet Traces", che penso abbia vinto un Premio Eisner un paio di anni fa. Ha lavorato con Warren Ellis e molti grandi autori. Sono stato molto fortunate con i disegnatori per "Low Life". Sono tutti fuori da questo mondo. Sono davvero felice che venga raccolto per il mercato Americano. La raccolta sarà in vendita a Giugno, quindi le persone che seguono il mio lavoro per la Marvel ora potranno vedere cosa ho fatto per gli ultimi sei anni circa.

D: Che genere di lezioni hai appreso scrivendo "Low Life" che pensi di applicare a "Daken"?
RW:
Quando scrivi per "2000AD", lo fai in episodi di cinque pagine. In quelle cinque pagine devi avere un inizio, uno sviluppo e una fine. Quindi è davvero un esercizio di scrittura interessante. Ti insegna l'economia nella scrittura. Tutte le cose che fai in una storia di ventidue pagine per il mercato Americano, devi farlo in cinque pagine per "2000 AD". Devi stabilire personaggi e ambientazione. Devi creare dramma, un incidente di partenza e uno scopo per il tuo protagonista, e devi fare tutto molto, molto velocemente.
Penso che John Wagner, il creatore di Judge Dredd, abbia detto che scrivere storie di cinque pagine divide gli uomini dai ragazzi. Penso che questo sia parte del motivo per cui "2000AD" è stata una così grande accademia per i talenti del fumetto negli anni. Quando lavori per "2000AD", imparo un mucchio di cose scrivendo e disegnando quel tipo di storie. Poi, quando passi al formato americano, ti sembra che ti sia stato dato molto spazio in più per respirare. Hai questa sensazione di libertà perché sei stato allevato sulle cinque pagine. Continuano a uscire molti grandi lavori da "2000AD".

D: Sembra appropriato che il creatore di "Low Life" si occupi delle avventure di "Daken", uno dei personaggi più carismatici dell'Universo Marvel. Cosa ha fatto sì che volessi accettare l'incarico?
RW:
È ancora molto nuovo. Quando lavori nell'Universo Marvel, molti dei personaggi di cui puoi scrivere sono stati in circolazione per almeno vent'anni. Daken è ancora fresco e non c'è molta continuity, quindi c'è un senso di libertà col personaggio. Finora gli editor Marvel sono stati davvero aperti ai miei suggerimenti per l'albo. Quando vai su un albo con protagonista Batman, l'Uomo Ragno o uno qualunque di questi personaggi stabiliti da tempo che sono grandiosi da scrivere, possono esserci molte più limitazioni. Con Daken puoi andare facilmente in qualunque direzione.
E data la sua dubbia natura morale, non sei neanche limitato in quei termini. Ci sono tutte queste emozioni da esplorare e cose da esaminare. Lui può fare del bene ed essere molto, molto cattivo, come sappiamo bene. Quindi ho visto questa come una grande opportunità creativa.


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D: Finora, le avventure di Daken sono state scritte quasi esclusivamente dal suo creatore Daniel Way e da Marjorie Liu. Il loro ben accolto periodo con il personaggio è terminato con "Daken: Dark Wolverine" 9, in vendita ora. Come ci si sente a seguire questa particolare squadra di scrittori?
RW:
Intimidisce sempre, specie in questo caso. Daken è diventato molto popolare in un tempo davvero breve. Questo la dice lunga su ciò che Dan e Marjorie hanno fatto col personaggio. Quando è stato annunciate che avrei preso l'albo, ho immediatamente ricevuto delle e-mail da fan arrabbiati di Daken che dicevano "Non osare metterci le mani!" Daken è comparso anche in altri albi, ma Daniel e Marjorie sono coloro che hanno creato e delineato il suo passato. Soprattutto Dan, che ha inventato il personaggio. Quindi quando ti viene offerto un lavoro come questo, una gran parte di te è molto emozionata e un'altra è alquanto spaventata allo stesso tempo. [Ride] Devi fare quello che devi fare, sperare che alla gente piaccia e divertirti e non impantanarti in trope preoccupazioni.

D: Allora, come è stato scrivere Daken? È un personaggio con cui sei stato subito in grado di divertirti? O è stato un personaggio difficile da imparare a conoscere?
RW:
Ciò che trovo più emozionante nello scrivere Daken è, e non riesco a ricordare chi lo abbia detto, è che non è abbastanza mettere a rischio le vite dei personaggi. Bisogna mettere a rischio anche le loro anime. Lo credo davvero e penso che con Daken – è un killer e un pessimo soggetto, quindi penso che la cosa emozionante dal mio punto di vista sia che ha un anima, e scopriremo se è del tutto cattivo. Questo può portare a interessanti direzioni e tensione. Non sappiamo dove andrà.
Il rapporto di Wolverine con lui è interessante perché, nonostante l'evidenza del contrario, Wolverine crede che suo figlio si possa in qualche modo redimere. Mi piacciono le storie in cui c'è un personaggio nefando e c'è una possibilità di raccontare potenzialmente una storia di redenzione. Che si possa o no redimere è qualcosa che scopriremo. Potrebbe essere di no. Quindi ci sono molti temi universali, oltre alla possibilità per tanta azione.

D: Il tratto più dominante della personalità di Daken è il suo ego. Come pensi che questo influenzi il personaggio?
RW:
È uno dei suoi tratti più prominenti e interessanti. Lui è la persona più intelligente della stanza – e lo sa e lo crede. Il modo in cui Daniel e Marjorie lo hanno scritto è che lui è sempre due passi avanti. Questo può intimidire uno scrittore perché devi metterti in quella posizione e pianificare le cose due passi avanti.
Penso anche che il suo intellettualismo è lui che cerca di provare di essere migliore di suo padre. Penso che sia da qui che vengono il suo senso del gusto e della cultura. È una dinamica molto interessante, ma voglio allontanarlo per un po' da Wolverine perché sembra che tutto ciò che ha fatto sia a causa di Wolverine. A un certo punto un bambino direbbe "No! Me ne vado da casa!" È questo che volevamo fare. Lui prende la decisione di smettere di bussare di continuo alla porta di Wolverine, ma anche quella è una reazione al suo rapporto col padre. Quindi è molto complesso. Non è un personaggio lineare e non voglio scriverlo in questo modo.

D: La tua gestione inizia con la pubblicazione di "Daken: Dark Wolverine" 9.1. Nella precedente trama della serie, Daken ha cementato il suo governo sulla nazione isola di Madripoor. Quindi cosa ha in mente quando inizia la tua gestione? Si sta crogiolando nella gloria della sua nuova base di potere? O ha qualcos'altro in mente?
RW:
La prima cosa da dire è quanto sorprendente Ron Garney abbia reso il 9.1 visivamente. Solo decisioni di narrazione perfette e immacolate per tutto il tempo. Ci sono molte sottigliezze nella sceneggiatura e sono stato assolutamente messo al tappeto dal modo in cui Ron le ha prese tutte e le ha rese così chiare sulla pagina. Ha assolutamente elevato questo numero al punto da farlo essere una delle cose di cui sono più contento nella mia carriera. Ci sono molti disegnatori che possono produrre azione roboante, ma penso che quelli che ottengono delle grandi prove di recitazione dai loro personaggi siano quelli con cui mi piace di più lavorare. Seriamente, ne sono uscito sentendo che ucciderei per lavorare di nuovo con Ron.
In quanto alla trama, ora Daken è il boss del crimine di Madripoor. Lo ha fatto per andare contro suo padre, ma ora che l'ha ottenuto si sente ancora vuoto. Penso che stia cercando la felicità, ma non c'è una felicità da trovare seguendo costantemente le orme di suo padre. È stato Wolverine negli X-Men Oscuti e negli Oscuri Vendicatori, e penso abbia un momento di lucidità in cui dice: "Devo trovare la mia strada." Quindi si trasferisce a Los Angeles perché crede che lì non ci sia davvero un boss del crimine. Non c'è una figura dello stile di Wilson Fisk. Quindi quando arriva lì tenta di stabilire il proprio destino.
È un nuovo inizio, ma sta andando a Hollywood ed è un personaggio talmente egocentrico da voler essere una star. Vuole essere noto per quello che è. Quando arriva a Los Angeles, scopre molte persone diverse che tentano di diventare il Kingpin di LA. L'ho proposta come una specie di storia "Anno Uno" per il prossimo Kingpin del crimine della Marvel. È Daken che tenta di stabilire il proprio destino.
Daken vuole diventare il nuovo boss del crimine di LA, ma lì ci sono altre persone che tentano di fare la stessa cosa. In più, esattamente nel momento in cui arriva a LA, iniziano a verificarsi dei sanguinosi omicidi. Che siano o meno connessi a Daken è un'altra faccenda che scopriremo col progredire della storia.
Lui arriva a Los Angeles e pensa: "Sono il predatore più grosso qui." Scoprirà presto che ci sono molti predatori pericolosi a Hollywood (Ride). L'ambientazione di LA ci dà anche una bella visuale estetica, molto diversa da molti degli albi Marvel che tradizionalmente sono ambientati a New York. Mi ha sempre sorpreso il fatto che così pochi personaggi dell'Universo Marvel siano a LA. Ovviamente, Brian Bendis ha anche Moon Knight a LA.


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D: Sembra che i due si incontreranno in "Daken" 13 ad Agosto. Com'è scrivere la dinamica tra Moon Knight e Daken? E questa storia preparerà future interazioni tra i due personaggi?
RW:
Non voglio rivelare troppo sul loro incontro, ma con Moon Knight nello stesso territorio di Daken, e coi loro propositi contrari tra loro, avrebbero finito per incontrarsi. Per me la dinamica interessante in questo è che Moon Knight e Daken sono entrambi personaggi che potrebbero passare molto tempo sul lettino di uno psichiatra. La storia in due parti è come "In Treatment" della HBO con più pugni e pugnalate.

D: Quando Daken arriva a Los Angeles, chi sono i suoi avversari iniziali?
RW:
Inizieremo principalmente con nuovi personaggi, quindi non vedrete molti regolari della Marvel all'inizio. Il nostro primo arco, "Big Break", è una storia in tre numeri. È praticamente un poliziesco a LA. Non inizieremo con grossi supereroi e criminali Marvel, ma nell'arco iniziale un ben noto mercenario Marvel arriva e decisamente offre a Daken un bello scontro.


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D: La copertina di "Daken: Dark Wolverine" 12 ci dice che stai parlando di Taskmaster. Cosa ha fatto sì che volessi mettere questo personaggio contro Daken? E l'apparizione di Taskmaster qui sarà informata degli eventi della recente miniserie "Taskmaster" di Fred Van Lente e Jefte Paolo?
RW:
Sai, ho letto solo il primo numero della mini di Van Lente, ma mi è davvero piaciuto. Dovrò prendere la raccolta. Ma, comunque, con un personaggio come Daken, che è un assassino e un combattente di prima classe, bisogna dargli una minaccia e una sfida. Qualcuno che possa reggere il confronto. Questo è decisamente vero per Taskmaster. E, come per Moon Knight, ci sono abbastanza problemi nella sua personalità da permetterci di rendere le loro interazioni un po' distorte e interessanti.

D: Ho inteso anche che ci saranno dei nuovi personaggi di supporto nella vita di Daken dopo che avrà raggiunto LA. In particolare un problematico agente dell'FBI. Cosa puoi dirci di questo personaggio?
RW:
Si chiama Donna Kiel. È una profiler dell'FBI ed è intelligente quanto Daken. Con lei lui scoprir-à di aver trovato un suo pari in molti modi mai visti prima. Essenzialmente lei inizia a investigare sugli omicidi che hanno iniziato a verificarsi a Los Angeles. E dato che gli omicidi iniziano esattamente nel momento in cui Daken arriva, lei fa due più due. Sarà un personaggio molto importante nella serie.

D: Donna non è la prima persona a cercare di entrare nella mente di Daken mind. Moonstone, la sua compagna negli Oscuri Vendicatori, ha cercato di capire cosa lo facesse funzionare. Però ha abbandonato il suo proposito quando ha iniziato a spaventarsi per quello che stava scoprendo. Donna avrà più successo?
RW:
Potrebbe esserci un'intera squadra di psicoterapisti jungiani a lavorare su Daken ventiquattr'ore al giorno e non penso che farebbe molti progressi. È una specie di testamento alla complessità del personaggio. Detto questo, Donna tenterà di entrare nella mente di Daken e ci riuscirà fino a un certo punto.

D: Abbiamo parlato un bel po' di storia e personaggi, quindi chiudiamo parlando dei disegnatori incaricati di portarli alla vita. Con chi stai collaborando su "Daken: Dark Wolverine"? Cosa pensi che questi disegnatori portino alla serie?
RW:
Ho parlato di Ron Garney su "Daken" 9.1 prima. Per l'arco "Big Break" abbiamo un fantastico disegnatore Italiano, Matteo Buffagni, il cui lavoro mi ricorda un po' John Romita Jr. a volte, e non è una brutta cosa. Abbiamo anche alcune pagine in ogni numero di Riley Rossmo ("Green Wake" della Image) che ci sta dando un cambio visivo molto emozionante e deliberato. Riley ci sta aiutando a mostrare un punto di vista molto diverso in ogni numero, diciamo. È uno dei punti della proposta iniziale dell'albo. Dovrete leggere "Daken" per vedere cosa intendo.
Vogliamo che "Daken" sia una cupa testate poliziesca. Ci sarà molta azione e, si spera, tutto ciò che la gente si aspetta dal personaggio. In quanto a "Low Life", l'ho scritta per quasi sette anni ed è molto vicina al mio cuore. Sono davvero emozionato per il fatto che un pubblico americano avrà la possibilità di vederlo perché è materiale molto bello ed è un tema simile, credo. Ho scritto polizieschi per sette anni, quindi se qualcuno vuole vedere da dove arrivo con "Daken", "Low Life" è un buon posto da visitare.


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Fonte: C.B.R:
Traduzione: CMT

 
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